Al via l’Istituzione dei Servizi sociali, culturali ed educativi dell’Unione Appennino Bolognese

maurizio fabbri_784_37312015/06/24, Vergato – Al via l’Istituzione dei Servizi sociali, culturali ed educativi dell’Unione Appennino Bolognese

Porterà ad unità gestionale i processi che caratterizzano il Sistema Locale dei Servizi sociali
A Presiederla Maurizio Fabbri, Sindaco di Castiglione dei Pepoli:
“non sarà un’altra sovrastruttura, fornirà servizi in maniera più efficace e snella e non costerà un euro di più ai cittadini”

L’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese vara l’Istituzione dei Servizi sociali, culturali ed educativi. Istituzione che nasce, in primo luogo, con la finalità di riportare ad unità gestionale i processi che caratterizzano il Sistema Locale dei Servizi Sociali.
A presiederla sarà Maurizio Fabbri, Sindaco di Castiglione dei Pepoli che, ringraziando il Presidente Romano Franchi e la Giunta dell’Unione per la nomina, dice: “E’ una bella responsabilità che mi prendo, nella convinzione di lavorare bene per tutto il territorio per un progetto così ambizioso e delicato. Dopo la nomina di Marco Mastacchi, Sindaco di Monzuno, alla presidenza del Distretto Socio Sanitario – prosegue Fabbri – anche questo mio incarico dimostra come l’Unione non sia schiacciata su Vergato ma rappresenta davvero tutti i Comuni che la compongono. L’Istituzione non sarà un’altra sovrastruttura, ma nasce per fornire servizi in maniera più efficace e snella, e sottolineo che non costerà un euro di più ai cittadini, in quanto i componenti amministrativi e tecnici sono i medesimi dell’Unione”.
L’Istituzione è un organismo strumentale dell’Unione, privo di personalità giuridica, ma con autonomia gestionale ed operativa e con una maggiore flessibilità organizzativa e funzionale rispetto agli enti pubblici.
Come detto non ha costi aggiuntivi rispetto all’Unione. I suoi organi sono, infatti, costituiti da amministratori e dipendenti dell’Unione assegnati all’Istituzione che quindi, a tal fine, si avvarrà delle dotazioni e delle strutture dell’Unione stessa, senza ulteriori e maggiori oneri.
La scelta di creare l’Istituzione risponde esclusivamente ad una maggiore flessibilità operativa. In capo all’Unione rimangono infatti la definizione degli indirizzi e delle finalità, l’approvazione degli atti fondamentali, la vigilanza.
Proprio per questo motivo (di semplificazione organizzativa e procedurale) si è scelto di ampliare il raggio di azione dell’Istituzione alle tre grandi aree previste dalla legge: sociale, educativo e culturale.
Questo non significa che ci sarà una sovrapposizione o un’eccessiva confusione di ruoli e attività, più semplicemente queste tre aree, invece di trovare accoglimento dentro la struttura organizzativa dell’Unione, saranno accolte nella più snella struttura organizzativa dell’Istituzione quale organismo strumentale funzionalmente dipendente dall’Unione medesima. E a esse si applicheranno le norme più semplici delle istituzioni. Del resto la scelta di questo strumento organizzativo anche per lo svolgimento delle attività di promozione culturale non è affatto nuova ed è piuttosto diffusa sul territorio (Comune di Bologna: musei, biblioteche, Casalecchio, etc..).
“Un altro aspetto significativo, che giustifica l’inserimento nell’Istituzione delle attività culturali e della promozione turistica – spiega il neo Presidente Fabbri – consiste nel fatto che i rapporti fra i servizi alla persona e più in generale gli interventi in campo sociale e le attività tipiche della cultura e della promozione del territorio, sono fortemente connessi.
La presenza di una rete di Istituti Culturali e di attività ad essi collegate sono fondamentali per il benessere dei nostri cittadini e dove c’è benessere si innalza la qualità della vita, e se la qualità della vita è buona è molto più difficile che si possano innescare processi di emarginazione, disagio sociale, depressione. Cultura e Servizi Sociali vanno di pari passo verso una gestione attenta delle buone pratiche di un territorio – conclude Fabbri – ecco perché si è pensato che potessero essere fra loro complementari; la cultura può essere “la ciliegina da mettere sulla torta”, rappresentata in questo caso dalla complessa macchina degli interventi legati al sociale”.