Vergato informa? No, Vergato informati!

Galline a Casa Lasina

2015/09/10, Vergato – Ecco una lettera che abbiamo ricevuto e che tratta un tema di sicuro interesse (o disinteresse!), la giusta informazione. Come può un cittadino tenersi aggiornato su quello che succede attorno a lui? Quante volte ci sentiamo dire; Bhè non lo sapevi! Ah mà socm… a me an va mia bèèh!

Mentre Massimo Gamberi (M5S) chiede le pubbliche bacheche, l’Unione dei Comuni punta al responsabile della comunicazione (?) il tam tam di FB informa a più riprese, i siti e i blog imperversano, cadiamo sempre più spesso… in buca!

Dati, dati e ancora dati, questi sono gli elementi di controllo; Quanto ci costa l’Unione? Non lo sappiamo, servono dati, cifre. Dove vanno i soldi del Comune? Servono numeri. Abbiamo avuto un danno? Numeri ancora, cifre! Gli aumenti? Tabelle di confronto e motivazioni…

Ritorna alla mente un richiamo fatto da S.E. il cardinale Carlo Caffarra ai vergatesi durante la visita pastorale e che ne riportiamo la parte riguardante le penne di gallina da (http://www.sullastradadiemmaus.it/il-guado-di-yabbok/1284-san-filippo-e-la-gallinaMaddalena Negri

«In fondo, che male c’è? Non ho mica ucciso qualcuno!» è questa la giustificazione che ci diamo, non appena aver ceduto a una delle tentazioni più diffuse e difficili da estirpare, quasi fosse intrinsecamente legata alla natura umana. E che, pur non risparmiando gli uomini, è particolarmente feconda sulle bocche femminili.

Di che parlo? Pettegolezzi, dicerie, che spesso diventano ingiurie ben più offensive: si rivelano calunnie, spesso senza alcun fondamento: minano la dignità e la credibilità delle vittime, viaggiano a  gran velocità in ogni direzione e intaccano la serietà e la tranquillità di chi ne è stato fatto oggetto.

Non solo, in molti casi si tratta di parole al vento, prive di qualsiasi fondamento; e si arriva persino a molto, molto peggio: alle volte, si tratta addirittura di insinuazioni diffuse ad arte, proprio con l’intenzione di ferire chi è protagonista di queste chiacchiere di paese o di quartiere. Quando non di parrocchia. Eh sì, perché neanche le nostre parrocchie sono esenti: anzi, purtroppo, è proprio questo il luogo in cui si producono e proliferano con maggiore fecondità!

Ben lungi dall’essere “chiacchiere innocenti”, tanto per rompere il silenzio condominiale o il gelo che cala nei fugaci e occasionali incontri nei luoghi comuni (intesi come posti frequentati da chi vive nello stesso palazzo!), sono purtroppo vere e proprie armi, consapevolmente utilizzate per isolare l’avversario e sconfiggerlo con l’attacco più potente: quello della solitudine e dell’indifferenza.

Del resto, meccanismi molto simili accadono anche sul luogo di lavoro. Non si svolge forse in questo modo il mobbing, che punta a distruggere interiormente le persone, fino a costringerle a una resa innocua e pacifica?

Un giorno, una chiacchierona nota in tutta Roma, andò a confessarsi da San Filippo Neri. Il confessore ascoltò attentamente e poi le assegnò questa penitenza: “Dopo aver spennato una gallina dovrai andare per le strade di Roma e spargerai un po’ dappertutto le penne e le piume della gallina! Dopo torna da me!”.La donna, un po’ a malincuore, eseguì questa strana penitenza e andò a riferirlo a Filippo Neri.

Lui le disse: “La penitenza non è finita! Ora devi andare per tutta Roma a raccogliere le penne e le piume che hai sparso!”.

“Tu mi chiedi una cosa impossibile!”, disse la donna.

E il confessore le rispose così: “Anche le chiacchiere che hai sparso per tutta Roma non si possono più raccogliere! Sono come le piume e le penne di questa gallina che hai sparso dappertutto! Non c’è rimedio per il danno che hai fatto con le tue chiacchiere!”.

Questo piccolo aneddoto della vita di san Filippo Neri, strappandoci un sorriso, evidenzia come dettagli che trascuriamo si rivelano in verità fondamentali. A volte ciò che rovina ha proprio questo nome: la superficialità con cui si pensa di poter (o dover) “passare sopra” a tante cose.

gallina1Invece, rendere noti gli sbagli altrui a terzi è molto grave, in particolar modo quando si evita, per i più svariati motivi, di parlarne col diretto interessato. Innanzitutto è – con grande mancanza di stile – dribblata l’opportuna e necessaria correzione fraterna, che rappresenta sempre, oltre ad un confronto schietto e verace, una reciproca occasione di crescita –  non solo spirituale ma anche umana –.

È poi del tutto evidente come, qualora manchino perfino argomentazioni che possano almeno in minima parte giustificare o, addirittura, sia presente un’espressa volontà di ferire, denigrare, offendere, mettere in cattiva luce l’altra persona, avviene qualcosa forse anche peggiore della violenza fisica. Perché abbiamo tutti avuto esperienza della sofferenza che può essere causata dalle parole: utilizzarla come subdola arma di offesa cela una macchinazione che è ben peggiore di tante altre malefatte – molto più visibili e concrete e, per questo motivo, molto più facili da individuare e contrastare.

Per non spargere penne si potrebbe cominciare da qui.

Ecco la lettera;

…faccia un pezzo della serie non potevano non sapere.
Lo faccia Lei da editorialista e a fini di servizio pubblico
Qui la determinazione a contrarre

http://www.unioneappennino.bo.it/servizi/delibere/ricerca_fase03.aspx?ID=4878

potrà porgere l’occhio che a Vergato il costo è piu’ alto che degli altri due Comuni.

Avendolo imparato a dicembre 2014 i cittadini lamentosi potevano arrabbiarsi prima. Non crede anche Lei?

e con l’occasione si faccia parte promotrice circa la possibilità, da parte dei cittadini, di consultare quotidianamente o almeno settimanalmente gli albi pretori on line dell’Unione dei Comuni

http://www.unioneappennino.bo.it/servizi/delibere/ricerca_fase02.aspx?fn=8&Campo_204=&CampoRicerca_204=&Campo_205=0&Campo_211=0&Campo_217=0&Campo_224=&Campo_12745=0&AggiornaDB=Cerca&pagina=1

e del proprio Comune

http://www.mutinanet.com/albovergato/albo.php

Vergatonews24 è una Banca della Memoria, non fa morale, politica e poca… informazione!

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