Chi inquina paga: la tariffa dei rifiuti puntuale in un convegno a Marzabotto
2017/06/08, Vergato – Chi inquina paga: la tariffa dei rifiuti puntuale presentata in un convegno a Marzabotto.
Entro il 2020, ha spiegato l’assessore regionale Paola Gazzolo, la regione Emilia-Romagna vuole introdurre la tariffa puntuale su tutto il territorio regionale: si pagherà cioè in proporzione ai rifiuti che si produrranno
Il cittadino pagherà una tariffa puntuale sulla base della quantità di rifiuti non differenziati che produrrà: è questo l’ambizioso obiettivo che la Regione Emilia-Romagna si è promessa di raggiungere entro il 2020. Non più quindi un tributo fisso, calcolato sulla base di variabili imprecise quali i componenti familiari o la metratura dell’appartamento, ma una tariffa che, accanto ad una quota fissa e ad un’altra che continuerà ad essere calcolata secondo indici e stime, avrà una quota misurata con precisione.
Lo ha spiegato l’assessore regionale all’ambiente Paola Gazzolo nel corso del convegno “La tariffa e
la misurazione puntuale dei rifiuti” che si è tenuto a Marzabotto lo scorso 6 giugno. Il motivo che ha
spinto la Regione a muoversi in questa direzione, con la legge regionale 16 del 2015 e il successivo
piano del maggio 2016, è stato chiarito: occorre pensare infatti ad una economia circolare, in cui ciò
che è scarto torna ad essere materia prima. La regione vuole arrivare al 73% di raccolta differenziata
per portare cioè il 70% dei rifiuti ad essere riciclati, con un calo di produzione procapite che si attesti tra il -20 e il -25%. Per farlo ha previsto un fondo incentivante che secondo il principio “paghi solo quello che butti via” premi i comuni virtuosi (da subito messi a disposizione il primo anno 4 milioni di euro), ha
stipulato accordi con la grande distribuzione e con il mondo sportivo. Operativamente poi chiederà ai
comuni di adeguarsi alle linee guida, o regolamenti tipo, che saranno predisposti da Atersir,
l’AgenziaTerritoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti.
Le premesse per ora sono incoraggianti: nei comuni infatti dove la tariffa puntuale è già partita, finora
sono una cinquantina, c’è stato un aumento della raccolta differenziata che è arrivata a raggiungere
l’89% e, grazie ad una attenta attività di controllo, si sono minimizzati i rischi connessi a questa attività
(aumento dei costi, abbandoni incontrollati, peggioramento della qualità della raccolta differenziata).
La strada intrapresa dalla Regione si iscrive poi in un percorso che il legislatore aveva cominciato
addirittura nel 1999, anche se si parlava più di facoltà che di obbligo, e che è proseguito poi sia con la
legge di stabilità del 2013 che introduceva la Tares, sia nel più recente decreto sulla misurazione dei
rifiuti del 20 aprile con cui il Ministero dell’Ambiente si rivolge ai comuni e detta loro alcuni criteri per
realizzare un sistema di misurazione della quantità dei rifiuti conferiti.
Cosea Tariffa e Servizi, come ha spiegato il responsabile Mauro Sanzani, vuol farsi trovare pronta sia da
un punto di vista normativo e regolamentare, sia da un punto di vista delle infrastrutture. La misurazione oggi è possibile infatti solo con un preciso monitoraggio della filiera del rifiuto, dall’origine, tramite bidoni per la raccolta con chip e chiave elettronica da assegnare alle famiglie, o sacchetti prepagati con un codice a barre, fino alla fatturazione del rifiuto misurato. Tale monitoraggio è resto possibile solo con una gestione informatica integrata che tengo conto delle necessità di trasparenza della filiera e dei costi, della gestione di archivi e database sempre più complessi, accessibili e sicuri.
Nel corso del dibattito si sono poi presi in considerazione aspetti normativi riguardanti il ruolo dei comuni e degli ambiti territoriali, le prerogative di un territorio non facile come quello della montagna, gli incentivi da riconoscere agli operatori economici e non solo alle famiglie, la necessità di ragionare sempre più su abitanti equivalenti e non su residenti, perché i primi contemplano le utenze effettive e quindi anche i rifiuti prodotti da turisti e fuori sede. Il tutto tenendo presente, come ha spiegato in conclusione il sindaco di Castello d’Argile e componente del Consiglio d’Ambito Atersir Michele Giovannini, che ci sono spazi per i comuni per adeguare e adattare questi regolamenti con equilibrio e buon senso.