Scherzi a Vergato – Il leone rapito

2018/01/05, Vergato – Il leone rapito è la cronaca ripescata dai ricordi delle giornate spensierate di Vergato. Raccontato ancora oggi negli amarcod della piazza in preparazione del Carnevale di Vergato 2018, fece storia ben raccontata da Beppe Bernardi e Franco Gardenghi protagonisti o vittime dello scherzo.

Una raccomandazione: NON imitare, gli scherzi non sono improvvisazione ma  vanno lasciati a chi ne è capace sia di farli che di subirli.

Racconta Umbero Bernardi, figlio di Beppe.

Durante l’inverno del 1956, una notizia turbò il paese di Vergato, un leone era fuggito da un circo di passaggio, la storia fu riportata anche dal Resto del Carlino, allarmando ulteriormente la popolazione.

Qualcuno diceva di aver visto la belva aggirarsi alla Campana, chi l’aveva vista alle Fornaci, “mamme tenete in casa i vostri bambini” era le raccomandazione che circolava per le vie del paese.

In quel periodo le società carnevalesche erano in piena attività, il Trastullo stava preparando, da alcuni mesi,  il suo carro, il “Circo”, sotto un tendone montato dietro al Comune.

Come tutte le mattine Franco Gardenghi si recava a fare gli ultimi ritocchi ai mascheroni, quando si accorse che uno dei due leoni di cartapesta era sparito, corse subito ad avvertire gli altri componenti della società, che cercarono di tenere nascosta notizia, in quegli anni i carri delle società carnevalesche erano segretissimi, ma la voce si sparse lo stesso.

La notizia passando di bocca in bocca veniva ogni volta arricchita di particolari fantasiosi, questa fu la causa dello spavendo che aveva allarmato tutto il paese.

Chi aveva rapito il leone? Avrebbero chiesto un un riscatto?

Solo pochi giorni prima del carnevale arrivò per posta, una lettera alla drogheria Bernardi.

La missiva annunciava  che al magazzino della stazione era stoccato da diversi giorni un carico pesante e che per sdoganarlo bisognava pagare una penale, non si sa come ma il Leone era finito lì.

I ragazzi del Trastullo, sbeffeggiati, per non farsi vedere dai burloni che avevano organizzato lo scherzo, decisero di riprendersi il “leone” durante la notte.

Caricandosi in spalla il grosso mascherone, tentarono di attraversare al buio la piazza, ma quando arrivarono all’altezza del bar Pedrelli, si accesero tutte le luci e dalle finestre partirono secchiate d’acqua.

Lo scherzo era riuscito, come riuscì anche il carnevale del 1956  che aveva attirato un sacco di pubblico e tutti volevano vedere il leone ritrovato.

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