“Dopo di noi”: a Castiglione si inaugura una casa per ospitare persone disabili e guidarle all’indipendenza

2019/03/23, Castiglione dei Pepoli – “Dopo di noi”: a Castiglione si inaugura una casa per ospitare persone disabili e guidarle all’indipendenza. 

Appartamenti in grado di ospitare persone disabili durante il week-end per favorirne l’autonomia: è il progetto voluto dai Comuni del Distretto dell’Appennino bolognese e dall’Azienda Usl che prende corpo a Castiglione dei Pepoli.

Sarà inaugurato sabato 23 marzo alle 11 lo spazio che ospiterà, a Castiglione dei Pepoli, gli appartamenti per disabili realizzati anche grazie alla normativa “Dopo di noi”. Questa legge infatti ha consentito la realizzazione di progetti distrettuali da affidare poi a operatori del terzo settore: nel caso in questione si tratta di Bologna Integrazione Coop. Sociale a Marchio Anffas, attraverso la co-progettazione del servizio portata avanti a quattro mani tra settori pubblico e privato. Saranno presenti il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini e i vertici politici e tecnici di enti locali, Ausl e cooperative coinvolte.

L’idea è semplice: accompagnare piccoli gruppi di persone disabili in un percorso che li induca ad una vita quanto più indipendente possibile, attraverso strumenti di assistenza ma anche soprattutto educativi e di inclusione, predisposti da operatori specializzati. Per farlo sono previsti week-end in strutture specializzate: per l’Appennino bolognese ci sono appunto la struttura di Castiglione e la “Casa di Pietro” a Bombiana, nel Comune di Gaggio Montano. Qui si lavorerà sulle competenze sociali, relazionali, personali oltre che nell’ambito prettamente abitativo degli ospiti, per una indipendenza che sia graduale e non traumatica.

I costi previsti per questo servizio, che rientra nel più ampio progetto sul “Dopo di noi” co-progettato nel distretto, si attestano sui 53 mila euro l’anno, di cui solo una parte a carico delle famiglie (circa 7 mila euro l’anno) mentre per il resto saranno a carico degli enti pubblici coinvolti (Unione dei comuni dell’Appennino bolognese, Stato attraverso i finanziamenti del “Dopo di Noi”, Ausl) con una compartecipazione, per circa 3 mila euro, a carico di Anfass.

Gli arredi sono stati acquistati grazie ai fondi regionali gestiti dal Distretto Socio Sanitario dell’Appennino bolognese, dell’Anffas, del Comune di Castiglione ma anche dei familiari che hanno organizzato raccolte fondi e manifestazioni per completare gli investimenti necessari.

Con l’apertura della parte residenziale si completa il centro polifunzionale di via Pepoli, che appena cinque anni fa era ancora un cantiere problematico. Oltre agli appartamenti la struttura ospita l’area diurna per disabili, il centro di protezione civile della Valle del Setta, lo spazio Avis per la donazione sangue. Il progetto risale addirittura alla fine degli anni novanta, e ha generato molto dibattito. I primi lavori sono iniziati nel 2003 e oggi finalmente portati a termine, superando numerose difficoltà tecniche e burocratiche. Quello che rischiava di diventare uno sfregio urbano, ora si mostra come punto di riferimento per i cittadini, anche perché l’amministrazione ha annunciato di aver vinto un bando regionale di circa 500 mila euro che consentirà di rendere più funzionali gli spazi esterni e spostare nella struttura gli uffici dei servizi sociali del comune.

Si dice orgoglioso ed emozionato per l’inaugurazione di questi appartamenti il sindaco di Castiglione dei Pepoli Maurizio Fabbri, che sottolinea come questo centro rappresenti la prova di come anche in Appennino si offrano e si garantiscano servizi di qualità e al passo coi tempi. «Con questa struttura cerchiamo di risposte ad un tema cruciale: la necessità di agevolare l’autonomia delle famiglie con persone disabili. Sono un operatore del settore e conosco l’angoscia dei familiari di ragazzi disabili rispetto alle incertezze futuro. Sapere che i figli si preparano anche al momento in cui i genitori non ci saranno più è un grande sollievo per la famiglia». Certo, conclude il primo cittadino, proporre servizi in Appennino è più difficile che altrove, per questo come in questo caso c’è il bisogno del sostegno di enti quali la Regione e il Governo.

Fonte: Ufficio Stampa Unione dei comuni dell’Appennino bolognese

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