La Madonna dell’Acero e il suo albero ormai morente
2019/08/15, Madonna dell’Acero – Lizzano in Belvedere – In cerca di fresco o di consolazione; Madonna dell’Acero. Lassù dopo Vidiciatico, è meta costante di visitatori; turisti e pellegrini. Ricordi di romiti o campi estivi vanno ad aggiungersi alle gite domenicali quando la calura della Valle non ti lascia respirare. Ricordi di targhe di automobili “fuori provincia” ti facevano seguire con gli occhi le città d’origine dei visitatori, ora la targa anonima ha lasciato per altri simboli che segnano visitatori e pellegrini.
Preoccupazione negli uni e negli altri per l’albero secolare che ti accoglie all’inizio dello stradello di accesso all’area del Santurario. Il grande albero ormai mostra la sofferenza di una malattia che lo sta uccidendo. Non sono bastati studiosi ed enti che si sono susseguiti in una battaglia ormai persa.
Leggiamo cosa scrive il presidente dell’Associazione Amici del Santuario di Madonna dell’Acero, Claudio Gamberi sul Bollettino Informativo n. 4 Luglio 2019
L’acero e la Madonna
Qualche burlone irriverente potrebbe fare il pari con la questione dell’uovo e della gallina, ma noi non vogliamo chiederci chi dei due sia nato prima…
Abbiamo una preoccupazione maggiore da condividere con Te, che stai leggendo questo articolo: si tratta di quello che resta del glorioso Acero Montano (Acer pseudoplatanus), sito all’ingresso del prato antistante il Santuario di Madonna dell’Acero.
L’albero è stato inserito nella lista degli Alberi Monumentali d’Italia, nella categoria degli esemplari ritenuti di eccezionale valore storico o monumentale ed al momento di quel Censimento, nel 1982, aveva una circonferenza di 4,75 metri ed una altezza di 10 metri; l’età non è determinabile, ma si tratta sicuramente di un esemplare plurisecolare.
Un tempo questo Acero era una pianta spettacolare! Gli anziani del posto riferiscono che superava di gran lunga in altezza l’adiacente campanile, la sua chioma aveva dimensioni enormi ed era di forma perfetta, come si può apprezzare, nonostante la bassa qualità della riproduzione, dal riquadro in alto a destra di una cartolina del 1955.
Negli anni ‘70, la pianta si è ammalata gravemente di carie fungina, una malattia che fa “marcire” il legno, compromettendo stabilità e vitalità della pianta. A più riprese sono stati effettuati dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Ente Parco Corno alle Scale, interventi di potatura, anche drastica, con asportazione del fusto principale, e di branche primarie, seguiti da trattamenti chimici e di isolamento del legno esterno con catrame ed altre sostanze. Nonostante ciò, il declino della pianta sembra inarrestabile.
Attualmente resta la base del tronco, con due vecchi rami, inseriti quasi perpendicolarmente verso sud e sostenuti da una struttura di pali di legno, una specie di stampella inserita insieme alle ultime cure fatte alla pianta, su cui si sono sviluppati alcuni giovani ricacci, meno di una decina, assurgenti verso l’alto quasi in segno di speranza…
Ma il modo in cui i nuovi rami si sono inseriti su quelli vecchi, fa dedurre che la maggior parte del “cambio”, il tessuto responsabile della produzione di nuovo legno, sia morto, ed è per questo che ormai da un anno si sono avviati ragionamenti sul da farsi con il Presidente dell’Ente Parco, al fine di definire la soluzione più opportuna per non lasciare la Madonna senza l’Acero.
La fama di quest’albero, che per chiunque arrivi al santuario da turista o da pellegrino, ha un significato particolare, e che col suo forte radicamento alla terra ha consolato la vita di tanti, merita la nostra attenzione e la nostra premura.
Attendiamo quindi il contributo, e non solo quello economico, di tutti coloro che si sentono coinvolti nel percorso che restituirà alla terra quello che resta del vecchio Acero secolare e metterà a dimora quello che lo sostituirà per gli anni a venire.
Il presidente dell’Associazione Amici del Santuario di Madonna dell’Acero, Claudio Gamberi
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