Paolo Rossi – L’ ”Orchestra Val del Reno” e il fisarmonicista “Ciusina” di Vergato

2019/08/18, Vergato – Paolo Rossi – L’ ”Orchestra Val del Reno” e il fisarmonicista “Ciusina” di Vergato.

Ora la chiamerebbero “tormentone”, la canzone che ti rimane nell’orecchio da quando eri piccolo fino ai capelli bianchi. I brani di quell’orchestra vanno oltre le generazioni che si sono succedute. Se potessimo ritornare tra cento anni sarebbero ancora li? Pensiamo di si!

L’inno di Vergato, l’Acqua Cerelia e un’altra “sfilza” di canzoni segnano un periodo che vorremmo rivivere… Paolo Rossi inizia questo viaggio!

L’immagine dell’”Orchestra Val del Reno” del maestro Natalini, gruppo musicale che nei primi decenni del secolo scorso proponeva nelle balere del nostro territorio un vasto repertorio di musica per il ballo liscio, riappare spesso in rete e su alcuni social network.

Ogni volta che trovo questa fotografia, rivedo mio zio Medardo Zavorri detto “Ciusina”, il fisarmonicista al centro del gruppo chiamato così perché ha vissuto molti anni nel podere della “Chiusa di Vergato” [Ciusa].

Il repertorio dell’orchestra “Val del Reno” era per lo più composto da brani scritti del maestro Natalini, che nel corso delle sue creazioni, di tanto in tanto si avvaleva anche dei consigli del grande amico “Ciusina” che reputava un ottimo musicista.

Dopo un lungo periodo di successo, l’orchestra “Val del Reno” venne sciolta negli anni quaranta.

La guerra non fece perdere a “Ciusina” il grande amore per la musica, anzi, il furto della fisarmonica da parte dai nazisti spronò Medardo, che di professione faceva il ferroviere, ad acquistarne una nuova, a sostenere un difficile esame che gli valse il titolo di maestro compositore e a fondare “Il trio Ciusina”.

Con la sua nuova fisarmonica “Scandalli”, fatta costruire su misura ad Osimo (AN), poté regalare nuove melodie agli appassionati di ballo alla Filuzzi, riprodotte successivamente in musicassetta per la gioia degli estimatori del genere.

Tornando al maestro Natalini e ad alcune sue importanti composizioni musicali, vorrei infine ricordare due celebri brani che ogni tanto canticchio tra me e me: “Viva Vargà” e “Acqua Cerelia”.

“Viva Vargà” la ascoltai per la prima volta domenica 28 maggio 1978 in occasione della maestosa festa paesana che celebrava i quattrocento anni di vita della parrocchia vergatese, mentre “Acqua Cerelia” mi appassionò nel dicembre del 1976, quando andai per la prima volta allo stadio comunale di Bologna dove la mia squadra del cuore se la vedeva con il neopromosso Genoa (0-0).

La canzone del maestro Natalini, che allo stadio Dall’Ara ancora oggi pubblicizza la rinomata acqua dei nostri monti, rese quel giorno ancor più “frizzante” di quanto non lo fosse già; la cantai in auto con mio padre fino al ritorno a casa.

Paolo Rossi

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