Paolo Rossi – Vergato da collezionare: “La cuspide del campanile dell’antica chiesa di Calvenzano”
2020/05/24, Vergato – In questo periodo di coronavirus diventa fondamentale riprendere una vita normale compreso l’osservazione di quello che abbiamo attorno. Ben viene questa “meditazione” di Paolo Rossi, attento osservatore di tutto quello che ci circonda ma che la vita frenetica ci ha impedito di vedere.
Paolo Rossi – Vergato da collezionare: “La cuspide del campanile dell’antica chiesa di Calvenzano”
Quasi a collegare la terra al cielo, i campanili delle chiese di città, paesi, frazioni o borghi antichi sono da sempre punti di riferimento e simboli storici e culturali di un’identità collettiva.
Dalle forme più varie e spesso ornati nella facciata o nella sommità da statue, quadranti di orologi, meridiane, simboli, lapidi ecc…, queste strutture architettoniche sono oggetto di attenzione soprattutto per l’armonico suono di campane che come d’incanto attira sguardi e ammutolisce.
Nutrire un particolare attaccamento nei confronti di una torre campanaria potrebbe sembrare una cosa strana, ma chi di noi, durante un viaggio o nel corso di qualche gita, non è mai rimasto affascinato dalla bellezza o dalla particolarità del campanile di una cattedrale o di una chiesa?
Non è del campanile di Giotto di Firenze o di quello sommerso nel lago di Resia in Val Venosta che vi voglio parlare, bensì della sommità del campanile dell’antica chiesa di Sant’Apollinare di Calvenzano di Vergato che intravedo dalla finestra di casa.
Di questo luogo conservo diverse cartoline d’epoca, ma la vera rarità che voglio condividere con voi riguarda invece una fotografia scattata probabilmente nel 1862 in occasione della fine dei lavori del tratto ferroviario Bologna-Vergato e che ritrae sullo sfondo il campanile dell’antica Pieve di Calvenzano eretto nel 1676 con la cuspide a “piramide bassa”.
Altre curiose testimonianze provengono anche dalle cartoline postali viaggiate nei primi anni del 1900 che raffigurano invece un campanile con la cuspide a “piramide alta ottagonale”, identica a quella delle vicine torri campanarie della chiesa SS. Michele e Pietro di “Salvaro” e S. Lorenzo Martire di “Liserna”.
Rimane una curiosità…
Questo intervento edilizio effettuato tra il 1862 e il 1920, fu dettato da una “moda” del periodo o si rese necessario per il fatto che lo scavo della sottostante galleria ferroviaria aveva causato danni alla sommità del campanile?
A prescindere dalle forme architettoniche, i campanili e le loro chiese impreziosiscono il territorio. Osservando attentamente la loro disposizione ci si accorge dell’esistenza di una rete di collegamento visiva tra le diverse località. In un solo colpo d’occhio, i campanili diventano un punto di riferimento certo per orientarsi nel paesaggio; il suono delle loro campane, un piacevole compagno di viaggio.
Paolo Rossi