Violenza su una donna a Vergato – Le parole della Dott.ssa Elena Corsini, Comandante della Polizia Locale

2020/12/28, Vergato – Un caso di violenza sulle donne avvenuto a Vergato. Andiamo a conoscere la Fondazione che ha seguito il caso, la vicenda e la conseguente denuncia, e l’intervista alla Comandante della Polizia Locale di Vergato, la Dott.ssa Elena Corsini.

Fondazione per le vittime dei reati – Vergato

La Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reati nasce nel 2004, da un progetto della Regione Emilia-Romagna per dare sostegno immediato alle persone offese e lese dai crimini dolosi di maggiore gravità.

La Fondazione interviene in favore delle vittime dei reati quando dai delitti non colposi ne derivino la morte o un danno gravissimo alla persona, quali danni morali e materiali che costituiscano l’essenza stessa dell’essere umano: la vita, l’integrità fisica, la libertà morale e sessuale (art. 2 comma 1 e 2 dello Statuto della Fondazione).

La richiesta d’intervento dev’essere però inoltrata alla Fondazione solo dal Sindaco del Comune in cui è avvenuto il fatto, ovvero quello di residenza della vittima.

A questo proposito, è stato pubblicato qualche giorno fa sul sito regionale, nella pagina dedicata all’associazione, il racconto di una giovane ragazza del Comune di Vergato, che finalmente è riuscita a vincere il suo processo dopo ben 10 anni dalla terribile violenza subita.

All’epoca dei fatti la ragazza aveva solo 19 anni e come tantissimi giovani a quest’età, decise di andare ad una festa in compagnia di un’amica. Non poteva certo immaginare che da lì a poco la sua vita sarebbe stata segnata drammaticamente da un mostro. Non avendo infatti un mezzo autonomo per potersi spostare, le due amiche trovarono lungo il loro cammino un “conoscente del padre”, che prestò loro subito tempo e assistenza per giungere alla serata. Durante il tragitto però l’uomo, dopo aver trovato un escamotage, riuscì dapprima a far salire la ragazza in casa e poi a violentarla. L’amica invece, ignara della situazione, rimase in strada ad attendere altri amici:

“Inizialmente non volevo neanche fare denuncia, sono stati i miei amici e i miei genitori a convincermi”.

Poi, dopo ben 10 anni dalla violenza subita, l’udienza penale ha visto finalmente vincere la ragazza contro quel mostro che nonostante la condanna, ha lasciato per sempre un segno indelebile, complice anche l’assenza dello Stato in questi anni: “Avrei avuto bisogno forse di un ascolto, di un aiuto psicologico per lavorare su me stessa e capire davvero cosa mi era successo”.

Successivamente, grazie all’istanza del Sindaco di Vergato, Giuseppe Argentieri, si è mossa immediatamente la Fondazione che ha corrisposto alla ragazza una somma in denaro, non sufficiente a “ripagare” ciò che subìto, ma comunque un segnale che lei stessa ha apprezzato tantissimo: “Non è il risarcimento che dovrei avere ma un piccolo aiuto sì, e poi è un segnale. Se non fosse stato per Elena Corsini (Comandante della Polizia Locale di Vergato, n.d.r.) e ora per la Fondazione, avrei detto che le istituzioni proprio non esistono”.

La stessa Comandante, la Dott.ssa Elena Corsini, ha rilasciato alcune nuove dichiarazioni in merito, dopo quelle riportate sul sito della Regione:

“Il Sindaco, dopo aver incontrato la ragazza, si è dimostrato da subito molto sensibile al caso, chiedendomi di formalizzare con un’istanza la richiesta d’aiuto, accolta poi dalla Fondazione con la concessione del contributo economico a favore della ragazza; anche questa attività rientrata tra i percorsi di sostegno e assistenza alle persone offese dal reato. L’accompagnamento della vittima al processo, attraverso un’assistenza integrata che non si traduca soltanto nella mera redazione della denuncia, seppur necessaria al procedimento penale, ma anche e soprattutto garantendo l’adeguato sostegno: psicologico, medico legale, linguistico ecc., assistenza garantita dai servizi presenti sul territorio, che devono offrire garantendo gli standard stabiliti dalla direttiva UE/2012/29, che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato”.

Una storia che si è dunque conclusa dopo tanto tempo, anzi, troppo. Una continua strage di violenze che tutti abbiamo il dovere di contrastare e fermare: limiti culturali, stereotipi sociali e assurdità che non si possono più tollerare. Tutti abbiamo il compito fondamentale di educare i nostri figli nel modo giusto, per consentire alla società di avere e garantire un’uguaglianza giuridica, politica e soprattutto sociale.

“SOLO UN PICCOLO UOMO USA VIOLENZA SULLE DONNE PER SENTIRSI GRANDE”

A cura di Roberto Giusti

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