Rita Ciampichetti – Momenti di vita senza passato e senza futuro immortalati per sempre

20201231, Vergato – Ritorna Rita Ciampichetti  con i suoi racconti che vanno oltre la memoria: Momenti di vita senza passato e senza futuro immortalati per sempre.

Vogliamo chiudere le pubblicazioni 2020 su Vergatonews24.it “Banca della Memoria Collettiva di Vergato e dintorni” proprio con questo messaggio che è la nostra mission. Buon 2021!

La fotografia.

L’altra sera a casa della mia mamma, arrampicata sopra l’ultimo piolo della scala, cercavo una cosa nello sportello più alto del guardaroba, quando dietro ad  una pila di maglioni ho intravisto la vecchissima borsetta di pelle bordò anni ’50 destinata alla conservazione delle vecchie fotografie di famiglia.

Rita Flaminia

Erano orami decenni che non ne visionavo più il contenuto, quando ero bambina la mia mamma, qualche rara volta, per farmi passare il tempo mi consegnava la borsetta con mille raccomandazioni ed io stavo ore a guardare quelle foto chiedendole ogni tanto “… e questo chi è?”.

Sono stata presa dalla voglia folle di rivederle tutte una per una e allora ho detto alla mamma che mi sarei portata a casa quel tesoro perché cercavo una vecchia foto del nonno…. e così ho fatto.

Il tumulto di emozioni che riesce a scatenare il riguardare vecchie fotografie e difficilmente descrivibile perché secondo il soggetto che stai osservando puoi essere assalito dalla gioia, dalla tenerezza, dalla tristezza, dai rimpianti,  rivivi momenti che sono stati importanti nella tua vita  risentendo nella mente odori, sapori e sensazioni.

A differenza delle foto digitali e delle ormai dimenticate diapositive, le vecchie foto ti parlano e si raccontano suscitando in te ricordi e curiosità.

Quando a quei tempi non esistevano video, WhatsApp, Skype, ai parenti lontani si spedivano le foto per far vedere l’ultimo bambino nato, la Prima Comunione o la Cresima dei propri figli o l’intero gruppo  famigliare con scritte sul retro poche righe di saluto e la data.

Mio padre, ultimo figlio, lasciò giovanissimo la sua famiglia per arruolarsi nei Carabinieri e non tornò più ad abitare nelle Marche. Per tale motivo sono tantissime le fotografie di tale tipo inviategli da zii e parenti vari.

Allora riconosci la calligrafia di chi non c’è più che ha scritto “Offro a Voi cari zii e Rita a ricordo della Prima Comunione del mio Siro ..lì 16/04/1963” e pensi a quanto tempo è passato e a quel cugino che non vedi più da secoli.

A me è scappato da ridere riconoscendo nel retro di alcune foto buffi disegni che avevo fatto da bambina ed in particolare in una formato tessera le grosse lacrime disegnate sotto gli occhi di una bella ragazza quando avevo imparato che era una ex fidanzata del babbo.

Guardo con affetto i miei genitori in una fotografia dal formato minuscolo,  una giovane coppia felice che spinge sorridendo la carrozzina con me dentro piccolissima, ignari di tutto quello che sarebbe successo nella loro futura vita matrimoniale durata ormai 64 anni.

Momenti di vita senza passato e senza futuro immortalati per sempre.

E poi salta fuori la foto che allego: io e la mia amica Flaminia in una foto ricordo direi importante perché fu fatta presso il rinomato Studio Fotografico Olivi di Vergato.

A quei tempi pochi possedevano la macchina fotografica  e quindi quando desideravi avere una fotografia di qualità ti recavi da un professionista che avrebbe colto l’attimo per il migliore scatto e dopo il sapiente lavoro di sviluppo nella camera oscura ti avrebbe consegnato, corredato dal relativo negativo, la tua bella fotografia da inviare a parenti o da conservare a memoria per gli anni a venire.

Ricordo ancora quel giorno e dall’osservazione di piccoli particolari la fotografia racconta tutto.

Innanzi tutto le mamme ci avevano preparato con cura, lavate e pettinate, fatto indossare il vestito della Domenica, i calzettoni di cotone traforato che si infilavano benissimo da nuovi  e con sudore dopo il primo lavaggio, scarpette bianche che erano state ripulite dai segni scuri con l’apposito liquido, la borsetta a tracolla con dentro solo il fazzolettino da naso e il borsellino con qualche spicciolo e forse qualche cicles o caramella.

La studio fotografico si trovava in Via Marconi, sopra l’attuale Emilbanca e il fotografo Olivi era un signore anziano, non tanto alto e un po’ curvo, molto gentile, che ci fece accomodare sopra un coreografico sedile di legno dipinto. Iniziò a frullarci attorno per sistemarci per la posa, poi con perizia orientò diverse lampade per dare la giusta luce osservandoci attentamente, non contento allora ci spostava una mano, ci inclinava il viso, poi andava dietro una di quelle vecchie macchine fotografiche con tanto di obiettivo a soffietto e coperta per verificare la nuova inquadratura.

Purtroppo anche allora mi affascinavano le cose strane e antiche e quello studio era veramente pieno di oggetti  interessanti, quindi mio malgrado mi distraevo e piegavo la testa e questo ometto con gli occhiali sul naso, con una pazienza infinita rispuntava da sotto il telo e veniva e risistemarmi, fino allo scatto finale che ha immortalato lo sguardo curioso con un sorriso direi quasi da Gioconda di due bambine di circa dieci anni.

Ormai la Sim del mio cellulare è piena zeppa di foto e video che dovrò decidere di scaricare, centinaia e centinaia di scatti spesso non più rivisti e ormai dimenticati che avrebbero bisogno di essere archiviati con un certo criterio e che corrono il rischio per un qualsiasi guasto nel supporto di essere perduti, è un lavoro noioso e impegnativo che rimando ormai da tempo.

Rifletto su quanto tutto sommato ci siamo complicati poi la vita pensando di renderla più facile.

Ripongo le ultime foto visionate nella borsetta vintage anni ’50, stasera la riporterò al suo posto all’ultimo piano del guardaroba della mamma, fino alla prossima volta… quando aprendola riprenderà vita la girandola dei ricordi e delle emozioni.

Rita Ciampichetti

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