Luciano Marchi – Nwl. 125: L’Appennino in bianco e nero
2021/05/16, Vergato – L’APPENNINO, IL BIANCO E IL NERO
E’ successo per caso, tempo addietro: guardavo in B/N, cercavo l’estremo; e anche l’inizio di un nuovo racconto.
Ho riflettuto a lungo, quasi per paura: troppe volte si veste con i grigi un’immagine che a colori appare debole, se non addirittura insignificante. Non volevo cadere in quella trappola e nemmeno percorrere una strada troppo comoda.
Continuavo a scattare cromaticamente, come se niente fosse; ma all’improvviso, ecco riapparire il desiderio monocromatico: la voglia di spingermi oltre, in un terreno poco esplorato.
Ne ho parlato col mio amico Mosè, il quale è solito ascoltare con attenzione, soprattutto quando si parla di fotografia. Immaginavo le sue risposte, sempre indirizzate a far scaturire dei dubbi ragionevoli, comprensibili, plausibili.
Abbiamo discusso a lungo, insieme: di pellicola, digitale, autori; indagando stili, idee, fotografie del passato.
Nonostante ciò, ho scoperto dell’altro: il mio B/N non voleva essere nostalgico, anni ’50 per intenderci; e nemmeno neo-realista, tipo reportage d’annata;
piuttosto desiderava spostare in avanti la mia ricerca personale, laddove bianco e nero altro non erano se non due colori: estremi, opposti e lontani; ma pur sempre tinta da scorgere e interpretare.
La convinzione, è noto, porta alla motivazione, come pure all’entusiasmo. Così l’iniziale suggestione è diventata idea, e poi progetto.
C’è dell’altro, oltre il colore: visioni e storie nascoste, sentimenti contrapposti, il sì o il no.
E il nostro Appennino è un po’ così: esplode di colori nelle stagioni intermedie, poi celebra le sue sentenze: la neve e il caldo, il ghiaccio e l’arsura, la pioggia livida sui tetti e la siccità; bianchi e neri che divengono da sempre nell’orizzonte prossimo del nostro vedere.
Il progetto adesso ha preso piede, e guarda avanti. Non si tratta di rivisitare un archivio e nemmeno di trasformare vecchi scatti, ma di ricercare ogni giorno.
Eh già, perché bianco e nero non sono sempre disponibili: alla velocità del lampo abbagliano e occludono, illuminano e oscurano; il tutto in un attimo.
Sono porzioni di realtà ristrette, chiuse, intime; che comunque esprimono sentimenti antichi, lontani, profondi nell’anima.
Lo stesso sogno è in bianco e nero e non profuma; ed è lì che voglio collocare i miei scatti.
Ne nascerà un libro! Certo! L’ambizione è tanta. Si tratta di un progetto che si aggiunge, di un altro ambito operativo. Oggi mi bastava parlarne con voi, con tutti: c’è un confine in ogni visione ed io vorrei andare oltre, tra paura e coraggio, con atteggiamento sfidante.
Grazie
Luciano Marchi