Chiara Gibertoni (Direttore Generale Policlinico di S.Orsola): L’innovazione nella sanità pubblica è indispensabile, non si può delegare solo al settore privato…

2021/08/01, Roma – L’intervento rilasciato in esclusiva dalla dottoressa Chiara Gibertoni, Direttore Generale Policlinico Sant’Orsola di Bologna, al webinar “Ricominciamo a progettare il futuro: le terapie cellulari avanzate saranno il presente” organizzato dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia” per sottolineare il riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico ottenuto dal Policlinico.

Chiara Gibertoni (Direttore Generale IRRCS AOU di Bologna Policlinico di S.Orsola): «L’innovazione nella sanità pubblica è indispensabile, non si può delegare solo al settore privato. Il PNRR deve fornire gli strumenti informatici. Servono maggiore sinergia tra le strutture e sostenibilità organizzativa»

Roma, 1° agosto 2021 «L’onore del riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico è stato grande e l’ho condiviso con tutte le donne che lavorano nel Sistema Sanitario Nazionale, perché il Sistema Sanitario Nazionale è donna, dal momento che siamo la prevalenza nei vari ruoli». Esprime soddisfazione per il traguardo raggiunto la dr.ssa Chiara Gibertoni, Direttore Generale dell’Istitutio di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Policlinico Sant’Orsola di Bologna, nel suo intervento rilasciato in esclusiva all’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia in occasione del webinar “Ricominciamo a progettare il futuro: le terapie cellulari avanzate saranno il presente”. L’evento, moderato da Alessandra De Palma, ha visto come ospiti anche Franco Locatelli, presidente Css e coordinatore Cts, e Francesca Bonifazi, responsabile del Programma Trapianto Cellule staminali ematopoietiche e Terapie Cellulari avanzate.

La preoccupazione principale del Direttore Generale riguarda l’innovazione: «Affrontare l’innovazione è indispensabile. garantire l’innovazione all’interno di strutture pubbliche che si candidano ad essere la risposta istituzionale ai bisogni dei cittadini è indispensabile, perché la medicina senza l’innovazione e senza la ricerca non può rimanere una assistenza adeguata e quindi all’altezza. Non si può delegare al privato, nonostante questo spesso accada in ragione della capacità di investimento naturalmente che ha il privato, che ha l’industria, ma non si può delegare. Non è sicuramente una contrapposizione, ma è un bilanciamento, e la scelta di assegnare il ruolo al Sant’Orsola di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico ha esattamente questo significato».

La chiave per far funzionare in senso innovativo la Sanità Pubblica sta sicuramente nella sinergia: «la medicina oggi non passa più attraverso quella forma di narcisismo individuale che caratterizza un po’ tutti coloro che sono medici e che vengono allevati per svolgere quella pratica medica traendone una soddisfazione prima di tutto individuale. Penso che il passaggio verso un’ottica che esalti invece ‘il narcisismo della squadra’, cioè il riuscire a fare innovazione e ricerca insieme ad altri colleghi e nella capacità di mettersi in relazione, sia l’altro elemento che traguarda il futuro di una sanità di qualità nel nostro paese ed è il motivo per cui metterci in rete con Alleanza contro il cancro, essere inseriti all’interno di questo percorso di innovazione che sono le cellule CAR-T e la possibilità di sviluppare ricerca e assistenza con le terapie cellulari è stata una scelta che abbiamo fatto».

Servono poi le risorse, che il PNRR potrà di fatto garantire«un elemento che ci manca ancora, e spero che in questo senso il PNRR ci dia davvero l’impulso finale, è quello di riuscire a inserire in questo difficile percorso organizzativo e comunicativo, il tema del supporto, dell’innovazione attraverso gli strumenti informatici, cosa che dal mio punto di vista in sanità siamo un po’ più indietro rispetto a quello che dovremmo essere, e in modo particolare nella sanità pubblica. È tutto fatto ancora troppo su carta, attraverso telefonate, mail, whatsapp. Dobbiamo essere in grado di dare degli strumenti più solidi».

Non va dimenticato il ruolo che il Policlinico Sant’Orsola ha avuto durante la pandemia e la necessaria sostenibilità organizzativa che ha maturato nel tempo: «Il Sant’Orsola ha svolto un ruolo importante durante la pandemia, abbiamo avuto ricoverate più di 100 persone in terapia intensiva e più di 300 persone in degenza ordinaria, ma non si è mai fermato di fare anche il resto. La sostenibilità dal punto di vista organizzativo è una scelta che implica prima di tutto una capacità di comunicazione tra le varie componenti che devono interagire per riuscire a ottenere il risultato. Sicuramente la base è la condivisione degli obiettivi e della “vision”, ma è la capacità di comunicare e di creare le giuste relazioni che fa la differenza», ha concluso la dr.ssa Gibertoni.

Fonte; Osservatorio Riparte l’Italia

Foto: Vergatonews24.it

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