Luciano Marchi – NWL del 6/11/2021 n°127, Le ombre nere
2021/11/07, Porretta Terme – NEWSLETTER DEL 06/11/2021 |
LE OMBRE NERE Correva, Luciano; in un caldo pomeriggio d’estate.L’asfalto premeva sotto le scarpe, con un suono ruvido, ritmato e piacevole. L’ombra di lui si stagliava sulla strada bianca, ed era facile guardarla, riconoscendo se stesso. Come un compagno di ventura, quell’immagine quasi imitava l’originale, in nero però: senza dettaglio. Luciano, mentre respirava con un leggero affanno, tentava di isolarne le somiglianze strette: la forma dei calzoncini, la maglietta che svolazzava, le scarpe ben allacciate; il resto era fantasia, interpretazione. Luciano si fermò alla fontana, per bere. Aveva appoggiato le mani sulle ginocchia, quasi a contare le piccole gocce di sudore che gli cadevano dalla fronte. Volse lo sguardo in avanti e riconobbe la sua ombra lunga, con le gambe a sorreggere un corpo più piccolo per via della lontananza.C’era poco, in quanto vedeva; ma ne percepiva la completezza: quasi non servisse dell’altro per raccontare quel momento: c’era lui, sudato, mentre recuperava il fiato. La sua ombra, da giorni, era diventata il suo gioco. La cercava ovunque, anche in negozio. Lì pareva sfocata, forse perché il pavimento la restituiva grigiastra, senza bordi, dai dettagli irriconoscibili.Anche fuori, per strada, l’ombra gli teneva compagnia; a volte spezzata in due: una metà, dove si camminava; l’altra sul muro, più definita però. Lo sguardo ne era attratto, quasi avesse avuto bisogno di poco per alimentare la fantasia. Ma le ombre vivevano ovunque. Un sabato mattina, ne scorse tante tra la gente del mercato. Parevano rincorrersi, come dei personaggi in cerca di un padrone. Sovrapponendosi, mescolavano le tinte scure, però subito dopo si ricomponevano, come se nulla fosse successo. Se una nube copriva il sole, tutto spariva: ma non nella fantasia, che comunque continuava a cercare.Del resto il colore quasi infastidiva, forse perché perentorio, duro come una sentenza; oppure per il fatto di non riuscire a suggerire, affermando e basta. Domenica mattina Luciano tornò a correre. Il freddo autunnale iniziava a farsi sentire, ma la luce del sole era abbagliante, addirittura tagliente. L’ombra correva davanti a lui: decisa, precisa; quasi a guidarlo nella corsa.Pareva addirittura indisponente, tanto si allungava davanti a lui, saltellando a volte. E come? Non era possibile, quel disegno di un nero profondo non rispettava le sue movenze. Era un altro, a correre: non lui.Anche il panorama si presentava cambiato: grigio come la cenere; coperto da un cielo reso drammatico da un nero profondo. Solo le nuvole bianchissime rendevano la vista meno cruenta. Non si spaventò, Luciano: comprese. Continuò a correre, come avrebbe fatto chiunque; cercando di leggere nuovi simboli, rinnovate sintonie: era cambiato lui, non il mondo. La corsa s’indirizzava verso altri orizzonti, ora maggiormente interpretabili. Un poco di bianco e una dose di nero: il resto pareva non servire. Un acquazzone improvviso cancellò tutto. Si trattò di un sogno?Forse, ma non lo sapremo mai. Luciano Marchi In uscita il nuovo libro “I colori del bianco e nero”.Presentazione, mercoledì 8 dicembre, ore 17.00Teatro Testoni a Porretta Terme Siete tutti invitati |