Don Fabio è ritornato a Riola, lo accoglie la Banda, i sindaci e… due lettere
2022/01/13, Riola – Momenti di viva commozione oggi pomeriggio nel piazzale della chiesa di Alvar Aalto a Riola dove una folla composta e distanziata aspettava l’arrivo di don Fabio proveniente dalla Chiesa di S. Pietro a Bologna, dove l’arcivescovo Matteo Maria Zuppi ha celebrato la S. Messa.
La Banda di Riola che ha intonato suoni a noi noti ma che in questa occasione apparivano a volte tristi a volte allegri… Mons. Silvano Manzoni, di casa a Riola, che ha concelebrato assieme ai parroci del Vicariato, i sindaci con fascia a rendere onore a nome della cittadinanza da loro rappresentata e ancora gente, fuori e dentro la chiesa, che per tanti anni ha fatto rimbombare le parole (a volte vere e proprie scenette…) dell’amato don Fabio.
Domani alle ore 9 si ripeterà la S. Messa e la tumulazione nel vicino cimitero dove ad accoglierlo ci sono il papà e la mamma li sepolti.
Particolare commozione hanno suscitato alcune letture che raccontano meglio dei discorsi il valore del messaggio che sempre rimarrà a tutti coloro che lo hanno conosciuto.
A breve distanza da un’altro evento luttuoso vogliamo riportare la lettera e la poesia in dialetto per coloro che sono rimasti fuori o non hanno potuto essere presenti all’evento.
Il messaggino di don Augusto letto da don Silvano.
Carissimi tutti, sono rammaricato per questa mia assenza, alla quale ho cercato di porvi rimedio ma avrei dovuto fare un viaggio di ben 24 ore con diversi scali in diverse città. Prego e piango con voi in suffragio di don Fabio. Lo ricordo anche io con grande affetto per il suo grande cuore amabile, lo ringrazio di avermi consegnato una bella comunità ben formata, e sono sicuro che ora, con i suoi amati genitori, vive nella gioiosa liturgia del cielo. Don Fabio prega per noi e noi preghiamo per te.
Don Augusto
La lettera letta da Elisabetta Gentilini.
Sei arrivato alla fine di ottobre del 2004 e, da subito, sei entrato nel cuore di tanti, oso dire, di tutti.
Si perché tu avevi questo grande dono sapevi vedere il bello in ognuno, sapevi voltare pagina sui difetti ed evidenziare i pregi, sapevi leggere nel cuore e ascoltare e poi minimizzare con le tue battute, non dare una soluzione ma aiutarli a trovarla dentro di te, indicandoti un metodo non la soluzione.
Per questo eri apprezzato dagli anziani che ti adoravano perché li facevi ridere, andavi lento come loro, dicevi di non essere mai stato giovane. Le tue attenzioni, i tuoi modi gentili e premurosi ti rendevano moderno uomo dei tempi passati.
Per questo le famiglie ti seguivano, quante volte hai cercato un modo per incontrarle, per aprire un dialogo con quelle più lontane che però erano attratte da te, dal tuo modo di porti mai giudicante, ma accogliente, con te molte si sono sentite cercate, attese, desiderate. Ti hanno voluto bene i giovani, i ragazzi che seguivi in estate ragazzi anche se ti costava , non eri portato al gioco di massa, ma sapevi stare con loro incoraggiandoli o responsabilizzandoli.
Hai accresciuto la nostra fede con le tue omelie ricche di buffe metafore, molto spesso legate al cibo,, con i testi delle adorazioni, fotocopiati sempre all’ultimo secondo, colmi della Parola divina e di commenti attuali e coinvolgenti, ci hai mostrato un Dio così innamorato di noi da farsi uomo, così teso alla nostra salvezza da morire per noi, la tua fede contagiosa in questo Dio vicino, attento, misericordioso ci ha fatto scoprire un Dio che è amore.
Come molti eri alla ricerca di una via che richiamasse, che attirasse verso Gesù, e non verso la tua persona, le nuove generazioni e le loro famiglie da qui l’elaborazione e la ricerca di un nuovo catechismo come quello mensile organizzato con notevole sforzo dando vita ad una giornata ricca di giochi, riflessioni, tabelle, recite che entusiasmava i bambini e sfiniva noi adulti ma ci univa gli uni agli altri e a Gesù.
Don Fabio tu hai continuato un lavoro, iniziato da altri, per renderci una vera comunità, il tuo agire ci era d’esempio: si trattasse di cucinare per la sagra, di organizzare il cantamaggio, di accettare prenotazioni per la Rocchetta, di accogliere utenti della San Giorgio. Tu c’eri e, non solo noi chiesaroli, sapevano di poter sempre contare su di te, ma tutti in paese ne erano a conoscenza.
Regnare è servire, dicevi e mettevi in pratica. Questo tuo comportamento, aperto, altruista, esageratamente generoso, ci spingeva ad imitarti a metterci a disposizione della nostra famiglia parrocchiale. Con te la canonica, le opere parrocchiali, erano sempre piene di qualcosa: ginnastica verde età, prove della banda, del coro, corsi, cene, proiezioni, scouts, ed ogni partecipante si sentiva a casa, accolto, senza soggezione, la parrocchia era la seconda casa per tanti di noi. Il tuo offrire il caffè a chiunque arrivasse, condividere con lui questo gesto era esprimere il tuo affetto, il tuo essere lì per lui.
Avere la responsabilità di varie parrocchie ti ha dato la possibilità di farci capire che occorre lavorare insieme, collaborare che la Chiesa non sono i muri dei vari edifici ma è l’insieme dei credenti, poco importa dove si ritrovassero per la santa messa, importante è sentirsi parte della stessa realtà, fratelli in Cristo.
La tua passione e capacità musicale ha rinnovato il coro, nessuno dimenticherà la tua bella voce che ci guidavi tante volte alla lode al Signore.
La tua grande corporatura era simbolo del tuo grande cuore che sapevi aprire a tutti, quante parole di consolazione agli afflitti, quante parole di incoraggiamento ai deboli, quanti consigli ai titubanti.
Don Fabio ogni volta che andremo a Montovolo tu sarai con noi a pregare Maria, ad adorare la Croce, a cantare i canti gregoriani, ad accogliere tutti come fossero vecchi conoscenti e la tua passione per il nostro santuario ti renderà presente tra noi per sempre.
Don tu sei stato pastore, fratello, figlio, amico e se, il tuo trasferimento, è stato doloroso molto, molto di più lo sarà la tua dipartita ma la fede che hai fatto crescere, il bene che hai seminato, tutta l’amicizia che hai costruito non potrà essere cancellata mai, ognuno di noi porterà nel suo cuore la tua bella persona e tutto ciò che ci hai insegnato. Grazie don Fabio.
Il Signore ti accolga nella sua casa dove tu potrai finalmente vivere sereno con la tua mamma e il tuo papa e i tanti amici che ti hanno preceduto e che, con noi, hai pianto.
E la poesia di Lucia Bartoloni… un messaggio in dialetto, lingua che don Fabio amava molto e la utilizzava nelle sue omelie.
CIAO DON FABIO. |
Ciao don, at voi salutè in poesia rimà Cla fèva pert dla tò personalità Un anum zentil appassionà De bell, dl’ert e dla musicalità Ench per scriver……… lent o a rafica Et drovevi semper la delicatezza dla stilografica E in tl’omelia per la tó grè cultura Et drovevi semper la punteggiadura Acsé che al tò fres qua e là Da un PUNTO o VIRGOLA agl’ieren acompagnà Ench per iaddob floreel T’avev un’attenziò particoler T’an vrèvi mia di fior recis tent t’eri accort Perché et dgevi ien belle mort Meij al pient cà gl’en vivi Ma in vetta all’alter t’an li vrivi Piuttost in t’un portaves a fiench Che la tera sull’alter l’é sconvenient Uné a la zent cò n’empatia Che i to guai t’ani mostrevi mia In t’al gioii e in ti dolor T’et Fever carg di noster umor Custodand silenziosament Al to pen interiorment E piazzel dla Cesa at piaseva Se un pò ed disorden e mostreva E a la Lorena che al chert la vreva tirò só Et dgevi lasa stè olà de vissó Dla to fed e de tó operà In dimondi i nè parlà Aio vró contè cò che sensibilità In ogni frangent Anma e cor te semper donà GRAZIE A TE e GRAZIE A NOSTER SGNOR che in tla nostra parocia atà mandà come pastor E adesa at ved che vers al zel Come na pioma et voli alzer Riola – 13 gennaio 2022 |