Carenza di medici in Appennino – Mastacchi interroga, Donini risponde
2022/01/19, Vergato – Segnala Dubbio. Interrogazione 4543: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la problematica della carenza dei medici di base e le possibili soluzioni sia nell’attuale situazione emergenziale che nel lungo periodo.
L’interrogazione è a firma del consigliere Mastacchi.
MASTACCHI: Si tratta di un’interrogazione che riguarda i medici di medicina generale in particolare sull’emergenza, che è stata più volte, anche dai colleghi di altri Gruppi consiliari, sollevata nei mesi appena passati. Purtroppo, a fine anno c’è stata un’accelerazione, probabilmente anche a causa di una accelerazione nei pensionamenti dei medici, in particolare nella zona della montagna bolognese. Ci sono vaste aree che hanno delle grandissime difficoltà da questo punto di vista.
Quindi, premesso che il proprio medico di base è essenziale quale presidio della sanità pubblica e punto di riferimento per la popolazione, specialmente in un momento come questo, a seguito della pandemia ancora in atto, nelle zone appenniniche, data anche la conformazione del territorio e l’elevata presenza di cittadini in età avanzata, la carenza dell’assistenza medica di base mette a rischio la salute delle persone proprio nel momento in cui, invece, l’assistenza territoriale dovrebbe essere rafforzata.
Visto che la carenza dei medici di base è relativa all’intero territorio regionale e in alcune zone si sta trasformando in assenza totale di medici a causa dei pensionamenti e rinnovi dei collocati in quiescenza o l’invito forzato rivolta agli assistiti a recarsi in un altro Comune limitrofo per garantire la loro assistenza non rappresenta la soluzione del problema.
I territori più fragili e marginali come la montagna sono quelli che subiscono la non copertura dei posti vacanti, notoriamente meno appetibili per i professionisti. e tale situazione si aggrava ancor di più quando sono costretti a ridurre i propri assistiti a solo 500 pazienti per poter frequentare i corsi di formazione.
Considerato che l’Amministrazione, in alcuni casi, ha cercato di porre rimedio designando sostituti, assegnati solo però temporaneamente, o attivando il servizio di guardia medica diurna, ma queste soluzioni temporanee non garantiscono l’assistenza territoriale, che solo il proprio medico di fiducia può assicurare, gli stessi professionisti e gli operatori del settore individuano la medicina di prossimità come la soluzione più idonea a garantire ai cittadini un’assistenza sanitaria adeguata ed efficiente, soprattutto in questo momento pandemico, anche al fine di evitare l’intasamento delle strutture ospedaliere, a cui i pazienti inevitabilmente si rivolgono in assenza dei medici di base.
Interroga la Giunta regionale per sapere se la problematica della carenza dei medici di base, come tutti gli schieramenti hanno sollevato in questi due anni, aggravatasi tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di questo a causa dell’ultima ondata tuttora in corso, trova una risposta immediata dal nostro Ente, vista la situazione emergenziale in atto, e quali invece sono le azioni nel lungo periodo che la Regione intende percorrere con l’ausilio delle Aziende sanitarie locali e di concerto con il Ministero della Salute, per risolvere il vuoto assistenziale che perdura da tempo in diverse zone del nostro territorio e che crea grande e comprensibile preoccupazione fra i cittadini. Grazie.
Risponde l’assessore Donini.
DONINI, ASSESSORE: Ringrazio il consigliere Mastacchi anche perché ha collocato questa interrogazione a risposta immediata in un contesto più generale ovviamente.
La problematica evidenziata dal consigliere e riscontrata quindi da più parti vede un lavoro della Regione sia a livello locale che nazionale, sia nell’immediato che, come ha fatto giustamente riferimento lei, anche per la programmazione futura.
Il fabbisogno dei prossimi anni di medici convenzionati evidenzia come nel periodo 2021-2030 è prevista una significativa riduzione dei medici, almeno fino al 2028, quando il numero dei medici di medicina generale dovrebbe rapidamente poi risalire ai livelli attuali.
Per fronteggiare questa criticità, la Regione, oltre a pubblicare periodicamente i bandi per le carenze, non ha mai perso l’occasione per esprimere in tutti i contesti nazionali competenti la necessità di aumentare il contingente dei medici da ammettere ai corsi regionali di formazione specialistica e di medicina generale.
A tal proposito (questo è quello che abbiamo fatto noi), la Regione Emilia-Romagna è riuscita ad incrementare il numero dei posti disponibili fin dal 2015 di 10 unità all’anno. Nel triennio 2020-2023 sono stati ammessi al corso complessivamente 179 medici, mentre per il triennio 2021-2024 ai 178 posti previsti da contingente se ne aggiungono 78 da graduatorie riservate al cosiddetto “Decreto Calabria” e ulteriori 61 posti derivate dal PNRR, per un totale di 317 medici da ammettere al corso, il cui avvio è previsto per aprile 2022.
Relativamente al disagio rilevato in merito all’assegnazione di incarichi temporanei che prevedono non più di 500 assistiti, si evidenzia che le indicazioni sono contenute all’interno del vigente accordo collettivo per la medicina generale, norme nazionali alle quali questa Regione ha provveduto a porre rimedio con un verbale d’intesa con le organizzazioni sindacali di categoria, tutte, la FIMMG, lo SNAMI, lo SMI, approvato il 27 dicembre scorso, per aumentare fino a 650 le scelte per tali incarichi temporanei.
Nell’ambito della Commissione Salute nazionale si sta definendo, anzi si è definito ultimamente, qualche giorno fa, un documento contenente proposte operative per fronteggiare la carenza dei professionisti sanitari, sia dipendenti che convenzionati, vagliando le soluzioni più adeguate da recepire presto in un nuovo accordo nazionale per ridurre le criticità.
MASTACCHI: Chiaramente tutti gli interventi sono utili ad attenuare il problema, però credo che sarebbe necessario, in questo periodo particolare e immediato, qualcosa in più, perché in effetti la situazione sta diventando molto grave e tutti gli interventi che portano dei risultati nel tempo chiaramente non aiutano a spegnere l’incendio che, invece, abbiamo in corso in questo momento, che è un momento grave per più ragioni. Per cui, credo che sarebbe utile una riflessione ulteriore per trovare qualche risposta che faccia sì che i cittadini trovino un punto di riferimento in un medico, per far sì ulteriormente che non debbano obbligatoriamente rivolgersi in caso di necessità ai pronto soccorso, che sappiamo già in una condizione normale essere intasati da accessi inappropriati e in questo momento magari ancor di più, fra l’altro nelle zone montane dove ci sono dei pronto soccorso che sono stati ridotti come oraria a causa, appunto, dell’emergenza Covid.
La richiesta, quindi, che rinnovo all’assessore, che so che è sensibile all’argomento, è quella di mettere ulteriori risorse programmatorie in questo senso.
Grazie.