Rino Nanni – Il servizio militare: la sede fu trasferita vicino alla Trattoria Olga, all’inizio di via Canale…
2023/04/29, Vergato – Un’altro capitolo del libro di ricordi ed esperienze del passato di Rino Nanni:
IL SERVIZIO MILITARE (Pag. 85 – 88)
Nell’agosto del 49 dovetti partire per il servizio militare di leva. Mi sostituì alla C.d.L. il compagno Cavazza che veniva da Molinella e la sede fu trasferita vicino alla Trattoria Olga, all’inizio di via Canale.
Il partito si sistemava in locali nuovi alla Campana di fronte al Magazzino Rizzi, ove per un certo tempo troverà sede anche la C.d.L. .
Prima della partenza ricevetti molti consigli, in particolare da Gottardi, circa la utilità di apprendere il massimo possibile nell’arte delle armi. Allora la strategia di fondo era ancora quella di attendere il momento più favorevole di crisi per arrivare alla conquista del potere. Ciò era in palese contrasto con la svolta di Salerno (unità di tutti contro il fascismo, accantonando il problema della monarchia) e con il voto favorevole del PCI all’art. 7 della Costituzione (Patti Lateranensi) che lanciava un ponte verso i cattolici. Ma era in contrasto anche col voto del 18 aprile dell’anno prima e con le conclusioni dello sciopero generale del 14 luglio. Oltre che sbagliata, questa strategia era velleitaria. Oltre ai rapporti di forza interni nettamente a nostro sfavore, l’Italia era ormai parte del Patto Atlantico, da poco stipulato, tanto che io stesso capitai proprio in una delle prime Divisioni operative del nuovo comando unificato. Comunque tenni conto dei consigli e cercai di imparare.
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Che la vita militare non serva a nessuna formazione culturale o di carattere l’hanno detto in tanti che non vale la pena di ripeterlo.
Fui inviato al CAR di S.Rocco (Cuneo) ove rimasi un paio di mesi per l’addestramento da “parata”. Il dato dominante era il cattivo e scarso vitto e la disciplina rigida. Nelle poche libere uscite (fui subito messo in prigione per essere entrato dopo la ritirata e ci rimasi venti notti mentre di giorno dovevo fare istruzione) salutavamo tutti quelli che portavano una divisa od un berretto {pompieri, spazzini, vigili urbani, ecc.) . Gli ultimi dieci giorni li passai al comando del Battaglione, copiando i “fogli d’ordine” del Ministro Pacciardi da inviare alle compagnie ( e una copia all’Unità di Torino). Poi un mattino arrivò la lettera dei Carabinieri di Vergato. Vidi solo la busta e non potei leggerla. La lettera venne consegnata alle 9 del mattino, (eravamo ai primi di ottobre), e alle 11 ero già a Cuneo con tutta la mia roba e una lettera con cui dovevo presentarmi al Comando di Udine.
Attraversai, con vari accelerati, tutta l’Italia e due giorni dopo mi presentavo, per essere subito messo su un camion e portato ad Artegna. Ero così periferizzato, in una vecchia canapiera in disuso e i mesi passavano fra normale istruzione, il corso di Pioniere e la guardia alla polveriera di Osoppo. Approffittai per leggere molti libri. L’Unità riuscivo ad averla solo quando andavo a Gemona. Ebbi uno scontro perchè mi sequestrarono dei libri, ma riuscii a farmeli restituire.
Il 1° maggio del ’50 ero di guardia alla polveriera. Vedemmo issare la bandiera rossa sul pennone della vecchia fortezza abbandonata. Presentammo le armi. Nel pomeriggio fui mandato in paese a fare la spesa; scrissi un messaggio di auguri alla FGCI che quel giorno a Osoppo si costituiva con un intervento del Sen. Giacomo Pellegrini, Segretario regionale del Friuli e membro della Direzione.
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Il messaggio, firmato “il corpo di guardia di Osoppo” fu letto in Assemblea. Due ore dopo fummo tutti sostituiti e sparpagliati. Io finii in fondo al Natisone, sul confine iugoslavo dove innestavo le mine per la costruzione di una strada e facevo servizio di vigilanza con le guardie di finanza. Dormivamo in tenda, l’osteria più vicina richiedeva due ore di cammino e prendevo 75 lire al giorno (50 di paga e 25 come indennità di frontiera, 6 sigarette nazionali al giorno e una scatola di fiammiferi di legno alla settimana, salvo le trattenute punitive per gli scherzi che sovente combinavamo) .
Ad agosto ’50 fummo fatti rientrare alla sede del Reggimento che era Cividale in attesa di congedo che arrivò dopo una quindicina di giorni. In quei giorni era aperta la petizione per la messa al bando della bomba atomica, ci demmo da fare e raccogliemmo quasi 2.000 firme di militari.
Non diventai mai caporale, anche se mi affidavano compiti più importanti. La mia scheda mi aveva regolarmente seguito. Anche in seguito quando fu ideata la cartolina rosa quale preavviso di richiamo, che tante denuncie e condanne provocò davanti al rifiuto di accettarla o alla restituzione ai distretti, la mia destinazione era ben individuata: avrei dovuto presentarmi alla caserma dei Carabinieri di Vergato.
Nel settembre 1950 io ero di nuovo a Vergato, dove riassunsi la carica di Segretario della C.d.L. .
La situazione non era cambiata. Disoccupazione, discriminazione e anticomunismo erano i fatti dominanti. Nello stesso partito la rottura si era aggravata. A tutte le cose vecchie si erano aggiunte le discordie sulla elaborazione ed assunzione di un “Piano di fabbricazione” che anticipava in qualche modo i futuri PRG.
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In più le elezioni erano imminenti nonostante la proroga (allora il mandato durava 4 anni) di un anno decretata da una legge. L’ autunno e l’inverno furono impegnati soprattutto su questi problemi e sulla preparazione delle ormai prossime elezioni, in uno stato di estrema difficoltà, da cui la DC traeva la speranza di essere forza alternativa al governo del Comune.
Guarda gli articoli precedenti; https://vergatonews24.it//?s=rino+Nanni
Nella prossima puntata: LE AMMINISTRATI’VE DEL 1951 E DEL 1956
Tratto dal manoscritto: Rino Nanni – ESPERIENZE E RICORDI DEL PASSATO – Aprile 1945 – Ottobre 1981
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