27 Novembre 1943 – 1° bombardamento, Vergato non dimentica i suoi morti

2024/11/27, Vergato – Un fatto che ci consegna la storia:

Il primo bombardamento di Vergato, era il 27 novembre 1943.

Il ricordo va a don Giorgio Pederzini che ne celebrò la memoria ogni anno, a Franco Pezzulli che ci guidò al Cimitero di Vergato a vedere le lapidi delle vittime e a Enrico Carboni che si impegnò a recuperarne la memoria.

27 Novembre giorno della memoria per Vergato.

Ricordiamo le vittime civili di quel triste giorno con la ripubblicazione dell’articolo di Enrico Carboni che riportando alla luce della memoria quei fatti fece si che per alcuni anni l’amministrazione comunale del tempo, assieme alle scuole si fecero protagonisti di eventi celebrativi e teatrali.

Rimane un progetto, che per i noti fatti è rimasto non realizzato; il recupero della cappella Carboni e una lapide da istallare nell’area del Palazzo Comunale a ricordo delle vittime civili che ha portato il presidente Ciampi ad assegnare la Medaglia d’Oro a Vergato.

In questo giorno vogliamo ricordare Franco Pezzulli, nostra guida presso il cimitero di Vergato dove ci mostrò le lapidi delle vittime e la Cappella Carboni che ne ha accolto buona parte.

1. Foto aerea e relativa didascalia

2013/11/24, Vergato – 27 Nov. 1943 – 27 Nov. 2013  – 70 anni dal 1° Bombardamento su Vergato, non una lapide, un mazzo di fiori da depositare. Una ricorrenza da ricordare in silenzio o con qualche frase inserita qua e la in qualche cerimonia ufficiale. Solo don Giorgio che visse quel dramma, ricordava ogni anno quel giorno, ma non parlava né di guerra né di liberazione ma di vittime. La domanda che ancora ci poniamo è sempre quella, forse che si poneva anche don Giorgio; cosa ha spinto le forze alleate a bombardare Vergato pieno di gente? Come mai non hanno fatto sfollare le persone prima di bombardare? A cosa poteva servire questa strage? E chi l’ha decisa è un criminale di guerra o un liberatore? Forse Filippo Carboni di anni 2 era un pericoloso nemico?

La verità è questa, nell’articolo dedicato alla ricorrenza del 4 Novembre abbiamo ricordato i caduti della  Grande Guerra 1915-18, la guerra combattuta dai soldati, nelle trincee, nei camminamenti, nel corpo a corpo, negli assalti alla baionetta. Poi è arrivata la Guerra Moderna, 1940-45, cannoni a lunga gittata, aerei provenienti da centinaia di chilometri, navi che cannoneggiavano dal mare e per finire le bombe atomiche, e i civili sono diventati gli obbiettivi principali della GRANDE DISTRUZIONE, Iraq e Afganistan insegnano… poi è arrivato papa Francesco… la Siria non è stata liberata, altrimenti un Filippo Carboni di anni 2 lo avremmo trovato anche lì, finito sotto un bombardamento dei liberatori. 

Enrico Carboni, attento ricercatore e abile conservatore della memoria, ricordiamo il suo impegno non solo nel recupero ma in quello che sta diventando il vero censimento degli sdaleen del nostro territorio, ha messo assieme un po di notizie affinchè il 70° del primo bombardamento su Vergato non passi nella memoria ormai svanita delle vittime della guerra, augurandosi che rimanga un segno tangibile per le nuove generazioni come propone alla fine dell’articolo, di restaurare la cappella Carboni o ripristinare il pilastrino visibile nella foto di fianco a Casa Bernardi.

Il prossimo 27 novembre 2013 saranno passati 70 anni dal 1° bombardamento aereo subito da Vergato. Alle ore 12.40 di sabato 27 novembre 1943, 15 fortezze volanti americane, scaricarono su Vergato il loro carico di morte e distruzione e gli effetti sul terreno furono drammatici: 50 morti e 100 feriti secondo il registro parrocchiale, 46 morti e 220 feriti secondo fonti più recenti. La foto aerea, proveniente dal National Air Space Museum Smithsonian Institution di Washinghton, ( da Enzo Trota – Cronache di guerra fra Reno e Samoggia – 2000), scattata dagli aerei americani  alcuni secondi dopo il lancio delle bombe, per verificare e documentare gli effetti a terra del bombardamento, documenta i primi istanti e nella didascalia dà conto degli obiettivi della missione: una missione di PinPoint precision (di massima precisione) con Target of opportunity, cioè con obbiettivo secondario la distruzione dei tre ponti della linea ferroviaria Bologna – Pistoia ( Cavacchio, Cimitero vecchio, Vergatello) e dei due ponti stradali (America e  Ospedale). L’obiettivo principale era di interrompere i rifornimenti che dal nord giungevano ai tedeschi sulla linea del fronte.

L’impressione fu enorme! Scrisse D. Enzo Pasi, parroco di Vergato, nel chronicon della parrocchia che si riporta  integralmente come testimonianza diretta e immediata di quanto avvenne (da Marco Andreucci – Vergato 1943-45 memorie di guerra dei parroci del Reno – 1994): 27 Novembre – 1a  Incursione aerea su Vergato Alle ore 12.40, inaspettatamente si è riversata su Vergato la furia distruggitrice aerea. Una formazione di bombardieri provenienti dalla toscana ha scaricato il suo carico mortale sul margine orientale del paese colpendo gravemente queste zone: l’Europa e America (Carviano al di là dal Reno); La Campana, Via Minghetti alla botte e le Fornaci. Per una vera grazia del Signore la maggior parte delle bombe (una ottantina) sono scoppiate nei campi. Il paese era affollatissimo e quasi raddoppiato per la presenza di tanti sfollati da Bologna. Il bilancio delle vittime: 50; feriti un centinaio, alcuni gravemente, altri la maggioranza, lievemente. L’impressione è stata enorme! Dopo i primi soccorsi (la popolazione incolume è stata meravigliosa nel portare aiuto ai feriti e ai sinistrati) è cominciato uno sfollamento in massa verso le località  eccentriche giacchè si teme il rinnovarsi di una incursione.”

1. Foto aerea e relativa didascalia

“30 novembre – Funerali delle vittime dell’ incursione Composte la sera prima le bare in chiesa, quale camera ardente, si è proceduto ai funerali che sono stati estremamente commoventi. Presenti tutte le Autorità del paese, una rappresentanza da Bologna.” Preciso e laconico come un bollettino di guerra,  dà conto esattamente degli effetti della strisciata di bombe in direzione est-ovest che si vedono nella foto aerea, e che colpirono Vergato nelle varie località: Europa – America, la Campana, Via Minghetti in località la  Botte, ed infine alle Fornaci.I danni e le distruzioni  furono impressionanti, la gente fu colta di sorpresa, nessuno si aspettava una cosa del genere; ricordo in proposito il racconto di mia madre che mi stava allattando nella nostra casa in Piazza, quando l’Angiolina  Valisi che l’aiutava nelle faccende di casa, sentendo il rumore forte degli aerei, si affacciò alla finestra,  guardò in alto e disse “ non è niente stanno buttando giù dei volantini”; non fece tempo a finire la frase che cominciarono le tremende esplosioni, purtroppo non di volantini si trattava, ma di  micidiali bombe scaricate su un paese e una popolazione inerme e inconsapevole.

Ancora più esplicita e dettagliata la testimonianza resa dall’Umberta Cristiani riportata nel volume: Esplorando il passato- Vergato 1989-Comune di Vergato, della quale si riporta uno stralcio: ”il primo ricordo personale che ho della guerra è il bombardamento di Vergato del 27 novembre 1943. Ricordo esattamente che era un sabato e io ero a letto ammalata. La mamma arrivò di corsa in camera e mi disse “vieni a vedere gli apparecchi”. E mi fasciò in un mantello e mi portò contro la finestra a guardare gli apparecchi che passavano bassissimi sopra di noi. Anzi disse “Poveri bolognesi, anche oggi vanno a bombardare”. Invece quando arrivarono sui monti di Salvaro……..la terza formazione ritornò indietro e si abbassò di colpo verso di noi……Allora la mamma dice “bombardano qui scappiamo”. Quindi con me in braccio stretta cominciò a correre giù per le scale e scendemmo di corsa in giardino dove incontrammo un signore Enrico Dondarini, che disse “signora, signora scappi, venga qui con la bambina, per l’amor di Dio, perché hanno già sganciato le bombe”. A questo punto alzai gli occhi e vidi come tante bottigline nere che venivano giù dal cielo; però io non lo capii che quelle bottigline erano bombe. Poi si cominciò a sentire dei bussi tremendi con tutta la terra che tremava sotto di noi. Durò cosi non so quanto, a me sembrò lunghissimo…una cosa tremenda….

.” E questo fu solo il primo di una lunga serie (ben 23 bombardamenti in un anno, dal 27 novembre 1943 al 13 ottobre 1944) che distrussero tutto il paese; nel solo capoluogo si ebbero danni su 236 fabbricati, quasi la totalità; in tutto il territorio comunale su 1755 fabbricati esistenti i danneggiati furono 1074 di cui 214 al 100%, 157 al 75%, 304 al 50%,313 al 25% e 86 a meno del 25%.( da Marchi  Bressan – Gli anni della guerra – Nueter 1983). Ma torniamo al primo bombardamento del quale ricorrono il 27 novembre i 70 anni e vediamo più in dettaglio i danni che si determinarono sui fabbricati. Ci sono di aiuto le foto scattate dallo studio fotografico Olivi che nel 1945 documentò lo scempio. I danni più gravi del 1° bombardamento si ebbero all’America dove crollò il fabbricato dove si trovava la bottega e l’osteria dei Fini ed il sottostante mulino Marchetti. Le foto 2-3 danno conto della loro completa distruzione

Le foto 4-5-6 documentano i danni alla Campana dove crollò l’osteria-albergo, la casa Poli che si trovava di fronte, la casa dei Bernardi, mentre l’edificio della scuola elementare fu solo danneggiato come molte altre case vicine.

7. Via Minghetti – La Botte

La foto 7 documenta i danni in via Minghetti alla Botte, mentre non disponiamo di immagini in località Fornaci, ma si possono immaginare situazioni non dissimili. Del bilancio delle vittime e dei loro nomi non abbiamo trovato per ora dati certi, oltre a quelli del chronicon di  D. Pasi,  gli elenchi sono parziali e incompleti. L’unico elenco possibile è quello ricavabile dalle lapidi del cimitero dove presumibilmente furono sepolti soltanto i residenti di Vergato e neppure tutti. Il calcolo è facilitato dalla circostanza che quindici sono sepolti in unica cappella di proprietà di un tale Davide Carboni del quale non è stato possibile ricostruire la storia e la discendenza, tre sono sepolti in tombini singoli, altri non sono stati individuati.

Elenco delle vittime desumibile dalle lapidi del cimitero:

NomeNoteAnni
1Venusta Ferri in Fini con le due figlie
2Anna Fini  8
3Pia Fini    6
4Lembi Ubaldo  18
5Albina Venturiin Sabatini68
6Ada Minelli  18
7Lidia Mei16
8Italo Mei    10
9Zaira Mei  41
10Antonio Mei  52
11Emilia Rubini    8
12Giuseppe Carboni39
13Filippo Carboni  2
14Maria Pinelliin Giostra  42
15Giuseppina Dal Reved. Gandolfi68
16Lina Maldina29
17Sestilio Maldina  24
18Ernesta Bernardiin Maldina  59
19Gino Dondarini             nato il 26/12/1924
20Franco Dondarini         nato il 1/11/1931
21Diamanti Fernando     nato il 31/12/1914
22Nanni Granito              nato il 18/02/1913
23Amadori Alfredo nato nel 1899, (deceduto succ. per ferite

Ai 52 morti del 27 novembre se si aggiungono i morti nei giorni successivi si raggiunge la cifra di settanta e oltre.

Gino e Franco Dondarini quella mattina erano partiti dalla loro abitazione che era i l podere “La Nave” ed erano andati al mulino per far macinare del grano..

Non c’è dubbio che si è trattato dell’evento più luttuoso e più drammatico che abbia mai  coinvolto la nostra comunità. Sono passati 70 anni e nessuno ha sentito il bisogno di ricordare in qualche modo questo evento e, quello che più importa, le sue vittime. Si sono giustamente ricordati i soldati e i partigiani caduti durante l’ultima guerra, le vittime delle stragi fasciste e naziste, ma i civili morti sotto i bombardamenti no! E’ stata una scelta, una rimozione inconscia, una volontà di dimenticare? La domanda ritengo sia ancora di attualità oggi, a settanta anni dal 27 novembre 1943, sarebbe interessante conoscere in proposito l’opinione dei famigliari delle vittime, dell’Amministrazione comunale, dei cittadini di Vergato. Non si tratterebbe di fare grandi cose, basterebbe un segno, un cippo, una targa, un pilastrino dedicato! In effetti alla Campana di fronte alla casa dei Poli, sul lato destro della strada, cioè dalla parte degli orti, dove sono state costruite dopo le case dell’UNRRA, un pilastrino c’era.

Lo comprovano le vecchie carte militari dell’IGM e nella foto n. 6 che documenta la distruzione della casa dei Bernardi lo si vede per intero. E’ uno dei pilastrini scomparsi di Vergato, probabilmente danneggiato proprio dal bombardamento del 27 novembre 1943 e  successivamente demolito. Lo si potrebbe ricostruire e dedicare a tutte le vittime dei bombardamenti su Vergato.

Un’altra idea, forse più giusta e appropriata, potrebbe essere quella di sistemare la cappella di Davide Carboni, che versa in condizioni indecorose,  con i necessari lavori di consolidamento e restauro aggiungendo una dedica  specifica a tutte le vittime dei 23 bombardamenti. In questo modo si potrebbe ritenere definitivamente chiuso quel drammatico evento attraverso un doveroso,  imperituro, anche se tardivo, ricordo delle vittime da parte  della comunità vergatese..

Dig 8. La cappella Davide Carboni che ospita 15 della 50 vittime.

8. La cappella Davide Carboni che ospita 15 della 50 vittime del bombardamento 27 novembre 1943; l’accesso è inibito per pericolo di crollo!    

Riferimenti bibliografici: 1)    Ezio Trota, Cronache di guerra fra Reno e Samoggia. Ediz. Il Fiorino MO- 2000 2)    Alfredo Marchi – Renzo Bressan, Vergato: gli anni della guerra- Nueter- 1982 3)    Marco Andreucci, Vergato 1943-45 Memorie di guerra dei parroci della valle del Reno. Comune di Vergato – 1994 4)    Esplorando il passato- Comune di Vergato-Istituto Tecnico “Luigi Fantini”-1989

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