Le interviste di Edgardo Ferrari – Franco Fontana, Monte Sole… dubbi, verità e una Via Crucis alla rovescia!

VN24_Edgardo Ferrari_Fontana_Monte Sole 19982013/06/25, Monte Sole – Ritrovata un’intervista alla staffetta partigiana Franco Fontana del 1998. Intervistato da Edgardo Ferrari, racconta una vicenda come quella di Monte Sole dove una parola nuova è ancora importante, per aggiungere un tassello a una verità che non troverà mai la parola “FINE”. Lanci mancati, ipotesi e valutazioni errate, gente che andava e veniva e forse nessuno conosceva, spie infiltrate, fascisti di Monzuno, catturati e scambiati con Guido il fratello del capo partigiano “Lupo” poi rilasciati, si vendicano sui Musolesi dell’Aquafresca uccidendo 5-6 fratelli, famigliari dei partigiani riconosciuti a Monte Sole… queste e altre sono le affermazioni che troverete nel video/intervista. Lo pubblichiamo in maniera integrale, da analizzare come documento storico… ma questo non spetta a noi…

29 settembre 1944, erano le sette e mezza otto, era una mattina piovigginosa, c’era della nebbia in giro i tedeschi arrivarono in forze da tutti i sentieri, … poi Don Ubaldo Marchioni, Rigadello, Cà Dotto, La Steccola, Cerpiano, Casaglia, San Martino…il ponte di Vado bombardato 33 volte e i 140 vagoni sganciati che passano solo in 50/60 e gli altri cadono in mezzo al paese… infine Caprara di sotto con il Municipio e la fabbrica di calce…

Ecco il video con le immagini del 1998 di Luciano Piacenti.

e una possibile risposta alla “Via Crucis” che ci ha fatto pervenire P.B.m che ringraziamo…

quanto riferisce il partigiano di cui ricordate l’intervista è ben comprensibile ed è perfettamente vero che il percorso fatto dalle vittime fu dalla chiesa, dove si erano rifugiate, al cimitero, dove furono barbaramente uccise.La Via Crucis avrebbe avuto una collocazione adeguata anche in questo ordine, così da portare la gente a ripercorrere e commemorare quel cammino di passione.
L’idea finale, quando fu posta – molti anni fa – partendo dal cimitero e arrivando alla chiesa, fu invece di realizzare un percorso per così dire “di ritorno”, cioè che  simbolicamente riportasse indietro le vittime alla vita da cui furono strappate. Per questo motivo l’ultima stazione, aggiunta al numero tradizionale, ricorda la risurrezione di Gesù e la vittoria sopra alla morte e al male.
Sono due possibili realizzazioni di una memoria dei morti. Entrambe si radicano nella fede cristiana ma di fatto trovano giustamente comprensione e senso anche in moltissime coscienze sensibili all’atrocità di quanto avvenne quassù. Io penso che anche il percorso attuale sia degno di attenzione, purché sia chiaro che non vuole cancellare o confondere il dato storico ma viceversa fondarsi su di esso.
Non sono un grande scrittore ma spero di avervi dato un accenno di spiegazione.

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