Rita Ciampichetti – La Brigida, cap.24: “Zert Elide che tu fiôla l’è semper piò strampalà ogni dè che pasa!”
2024/10/13, Vergato – Rita Ciampichetti – La Brigida – Vicende di una famiglia dell’Appennino Bolognese e non solo: Capitolo 24 – Arriva la Gigia
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Capitolo 24 – Arriva la Gigia
La stagione dell’anno che piaceva di più alla Brigida era la primavera quando assisteva al risveglio della vita nel regno animale e in quello vegetale, si incantava nel guardare l’affannarsi degli uccelli per formare le nuove coppie, fare i nidi e prendersi cura della prole, poteva stare delle ore ad osservare l’incessante e all’apparenza caotico lavoro delle formiche attorno ad un formicaio e aspettava con ansia la schiusa delle uova messe a covare per poi giocare con pulcini e anatroccoli.
Il dono che possedeva l’aveva trasformata in una attenta osservatrice di quello che la circondava e mano a mano che cresceva la propensione ad intervenire in aiuto degli animali in difficoltà diventava una delle sue principali occupazioni.
Il nonno le aveva più volte spiegato che era meglio lasciare stare gli uccellini che erano caduti giù dal nido, perché i genitori avrebbero comunque provveduto a nutrirli, ma era più forte di lei e sempre più spesso tornava a casa con qualche piccolo merlo, passero o cardellino che non volava tra le manine.
In questo periodo spesso si poteva vedere Diego, che ormai aveva compiuto due anni e che aveva iniziato a stare fuori, correre piangente e aggrapparsi alle sottane della Cesira perché la Brigida gliele aveva suonate di santa ragione.
La bambina naturalmente finiva con l’essere sgridata severamente se non sculacciata a sua volta dalla mamma, dalla nonna o dalla zia perché doveva capire che il cuginetto era più piccolo di lei e doveva avere pazienza.
Il fatto però che Diego si divertiva un mondo a calpestare i formicai, ad ammazzare gli insetti, a tirare la coda al gatto la Brigida non poteva proprio sopportarlo e se i grandi non glielo insegnavano aveva preso la decisione che ci avrebbe pensato lei.
Quando poi un giorno le si presentò davanti il cuginetto tutto contento con una di quelle farfalline con le ali nere a pallini bianchi infilzata in uno stelo che muoveva forsennata le zampine e Diego, ridendo tutto soddisfatto, gliela mostrò esclamando: “Pretcuncolla dice messa!” non ci vide più e gli mollò uno “smataflone” che lo ribaltò per terra.
Le grida di Diego fecero naturalmente accorrere la Cesira, l’Elide ed anche la Iolanda con Ermes al collo.
“Cusl’è capità sta vòlta?”chiese la Cesira sollevando da terra Diego singhiozzante e iniziò a controllare che non si fosse fatto male.
“Bigida totòòòò” urlò il bambino indicando con il ditino la cuginetta.
L’Elide si voltò verso la Brigida e la sgridò: “Insomma Brigida quante volte ti ho detto che non devi picchiare Diego che è più piccolo di te, questa sera lo dico al babbo e ci penserà lui a punirti”
La Brigida stringendo i pugni guardò in faccia sua madre e disse: “Aveva messo un bacchetto nel sedere alla farfallina che urlava!”
“Mò Brigida gliela avevo data io la farfalla sul bacchetto, è un gioco che abbiamo sempre fatto da ragazzi e fa divertire la farfalla nera che dice la messa! Non è vero?” disse la Iolanda rivolgendosi alla Cesira che annuì.
La Brigida non ci vide più e tirò un calcio nello stinco alla zia, poi si divincolò da sua mamma che l’aveva presa per un braccio e scappò via andando a nascondersi chissà dove.
“Zert Elide che tu fiôla l’è semper piò strampalà ogni dè che pasa!” disse la Iolanda mentre si massaggiava la gamba.
“Anche tu Iolanda però infilzare una farfalla … lo sai che la Brigida non sopporta vedere trattare male le bestie!” osservò l’Elide.
“Insàmma bòna lè, an în pòss piò! Pazenzia cunèn, vâcc, galàtt, galènni, pasarèn, ninèn, pizån, can, gât e tott al bîsti dla canpâgna, mo adesa anc gl’insèt e i bistién? Parpaj, furmîgh, burdigån, râgn, scarpiån, vèci.. al finèss che la Brigida la farà un tananãi dla Madona s’amazz ‘na pòllŝa, un bdòc’ o ‘na zèmmsa… Elide mè a sån bèli stóffa! Cla patoza l à äli uràcc’ fudrè d parsótt! Sànper fòra da l’òss ‘d cà… in dóvv po’ sol Dio al sa!” e lasciando la nuora senza parole impalata sull’aia la Cesira, furente, rientrò in casa con in braccio Diego.
“Un po’ l’ha rason mama..!” concluse la Iolanda seguendola a ruota con al collo Ermes.
Alla sera Amerigo, messo al corrente, fece alla Brigida una bella ramanzina, su di lei non aveva mai alzato le mani, però con tono severo che non ammetteva replica le disse che da quel giorno in poi non avrebbe più dovuto lasciare le sottane della mamma e soprattutto picchiare Diego e se veniva ad imparare che succedeva ancora si sarebbe levato la cinghia dai pantaloni.
La Brigida lo ascoltava in silenzio guardandolo negli occhi e Amerigo osservandola attentamente non poté che notare il tremolio del mento e gli occhioni blu pieni di lacrime, ma non una stilla traboccò lungo le guance delle bambina, che finita la predica andò a sedersi silenziosa accanto al nonno prendendogli una mano.
A questo punto intervenne Adolfo: “ T è rasòn Amerigo! Però non si può mettere in gabbia chi si sente libero, ne morirebbe!” a questo punto si rivolse verso la bambina e le chiese: “Sta a sentire il nonno Brigida….. mi prometti che non picchierai più Diego anche se butta le chiocciole dentro il pozzo e tira la coda a Fufi e di venire sempre a dirmi dove sei e cosa fai quando vai fuori di casa?” la Brigida guardò suo padre e poi suo nonno, annuì con la testa e disse: “Lo prometto”.
La Cesira scosse la testa e rivolgendosi al resto della famiglia esclamò: “Par vò l é pèra anc trî, ma tótti vinte a ‘na cinna clà ancåura la bajòca såura al blîguel am per un pisèr fòra dal urinèri ch’an m stà brîśa bän!” .
La Brigida mantenne la promessa e non picchiò più Diego anche quando lo vedeva fare qualche brutta azione verso animali e insetti, però quando capitava caso strano arrivava sempre di corsa una delle oche dell’aia con le grandi ali bianche spiegate che minacciava di avventarsi contro il piccolo che spaventato si rifugiava subito dentro casa interrompendo quello che faceva.
Quando la Brigida spariva Adolfo sapeva comunque dove poteva essere: nel rifugio segreto del vecchio fienile dove aveva ospitato la volpe, o se andava da qualche altra parte sempre nel limite dei confini del podere la bambina ubbidiente non mancava di riferirlo al nonno.
Questo patto tra nonno e nipote andò avanti e un po’ di tranquillità ritornò in famiglia.
Un giorno la Brigida andò a cercare il nonno nella stalla e gli mostrò il solito uccello caduto dal nido, questo però dalle dimensioni e dalle prime piume che spuntavano non si assomigliava agli altri, Adolfo lo prese in mano ed esclamò: “Mo l’è ‘na curnacia!” e la Brigida: “La teniamo nonno? Cosa mangia?” “Brigida bisogna farle un nido e poi bisogna darle da mangiare spesso, insetti, pezzetti di carne” rispose il nonno, “E’ spaventata, è rimasta sola… mi aiuti a farla diventare grande?” supplicò la bambina.
Fu così che nella vita della Brigida entrò a farne parte la Gigia, una cornacchia grigia.
D’accordo con il nonno la portò nel suo rifugio, le fece un nido con la paglia ed iniziò a darle da mangiare rassegnandosi ad andare a caccia di grilli, cavallette e lombrichi.
La cornacchia è un uccello molto intelligente che facilmente familiarizza con l’essere umano ed ovviamente se allevata da piccola scatta l’imprinting con il suo protettore.
Fatto sta che cresciuta ed in grado di volare la Gigia non abbandonò la Brigida, ma la seguiva ovunque e con la complicità di Adolfo la cornacchia iniziò ad entrare anche in casa.
La Cesira la odiava, la Iolanda la sopportava, per gli altri componenti rappresentava un divertimento perché la Gigia era geniale e sapeva farsi intendere benissimo anche da chi non possedeva le doti della Brigida.
Quando non era vista da Adolfo o dalla Brigida ogni tanto la Cesira le tirava dietro la scopa o una ciabatta, ma veniva in seguito ripagata dalla Gigia con dispetti: le nascondeva il ditale o altri piccoli oggetti, quando era seduta sulla sedia passava sotto e le dava una bella beccata nella ciccia del sedere e così via.
Fu la Gigia che in quel giorno di ottobre recò la notizia che avrebbe provocato non pochi cambiamenti nella vita della Brigida e non solo.
…continua…
Rita Ciampichetti, 2024
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