Ordinazione presbiteriale di Don Gianluca
2013/09/21, Vergato – Oggi pomeriggio alle 17,30 in S. Pietro a Bologna;
” Ordinazione presbiterale di don Gianluca Scafuro 21.09.2013″
Cari parrocchiani, per tentare di spiegare quanto mi accadrà il 21 c.m e la natura del sacramento dell’Ordine nel grado del presbiterato, di cui sarò segnato in modo indelebile, non posso trovare parole migliori di quelle del Concilio Vaticano II, nel decreto sul ministero e la vita sacerdotale.
PO 2: Nostro Signore Gesù, « che il Padre santificò e inviò nel mondo » (Gv 10,36), ha reso partecipe tutto il suo corpo mistico di quella unzione dello Spirito che egli ha ricevuto: in esso, infatti, tutti i fedeli formano un sacerdozio santo e regale, offrono a Dio ostie spirituali per mezzo di Gesù Cristo, e annunziano le grandezze di colui che li ha chiamati dalle tenebre nella sua luce meravigliosa. Non vi è dunque nessun membro che non abbia parte nella missione di tutto il corpo, ma ciascuno di essi deve santificare Gesù nel suo cuore e rendere testimonianza di Gesù con spirito di profezia. Ma lo stesso Signore, affinchè i fedeli fossero uniti in un corpo solo, di cui però « non tutte le membra hanno la stessa funzione » (Rm 12,4), promosse alcuni di loro come ministri, in modo che nel seno della società dei fedeli avessero la sacra potestà dell’ordine per offrire il sacrificio e perdonare i peccati, e che in nome di Cristo svolgessero per gli uomini in forma ufficiale la funzione sacerdotale.
Pertanto, dopo aver inviato gli apostoli come egli stesso era stato inviato dal Padre, Cristo per mezzo degli stessi apostoli rese partecipi della sua consacrazione e della sua missione i loro successori, cioè i vescovi, la cui funzione ministeriale fu trasmessa in grado subordinato ai presbiteri questi sono dunque costituiti nell’ordine del presbiterato per essere cooperatori dell’ordine episcopale, per il retto assolvimento della missione apostolica affidata da Cristo. È proprio per mezzo dell’annuncio apostolico del Vangelo che il popolo di Dio viene convocato e adunato, in modo che tutti coloro che appartengono a questo popolo, dato che sono santificati nello Spirito Santo, possano offrire se stessi come « ostia viva, santa, accettabile da Dio» (Rm 12,1). Ma è attraverso il ministero dei presbiteri che il sacrificio spirituale dei fedeli viene reso perfetto nell’unione al sacrificio di Cristo, unico mediatore; questo sacrificio, infatti, per mano dei presbiteri e in nome di tutta la Chiesa, viene offerto nell’eucaristia in modo incruento e sacramentale, fino al giorno della venuta del Signore. A ciò tende e in ciò trova la sua perfetta realizzazione il ministero dei presbiteri. Effettivamente, il loro servizio, che comincia con l’annuncio del Vangelo, deriva la propria forza e la propria efficacia dal sacrificio di Cristo, e ha come scopo che « tutta la città redenta, cioè la riunione e società dei santi, offra a Dio un sacrificio universale per mezzo del sommo Sacerdote, il quale ha anche offerto se stesso per noi con la sua passione, per farci diventare corpo di così eccelso capo ». Pertanto, il fine cui tendono i presbiteri con il loro ministero e la loro vita è la gloria di Dio Padre in Cristo. E tale gloria si da quando gli uomini accolgono con consapevolezza, con libertà e con gratitudine l’opera di Dio realizzata in Cristo e la manifestano in tutta la loro vita. Perciò i presbiteri, sia che si dedichino alla preghiera e all’adorazione, sia che predichino la parola, sia che offrano il sacrificio eucaristico e amministrino gli altri sacramenti, sia che svolgano altri ministeri ancora in servizio degli uomini, sempre contribuiscono all’aumento della gloria di Dio e nello stesso tempo ad arricchire gli uomini della vita divina.
Mi piace sottolineare che il sacerdozio ordinato è strumentale a quello battesimale: il primo esiste solo perché il secondo cresca. Quando un presbitero viene donato ad una Chiesa è segno che Dio la ama e vuole che resti in vita, di quella vita piena di grazia che è dono del Risorto.
Non mi saranno, quindi, conferiti dei superpoteri per trasformare il pane e il vino in corpo e sangue di Cristo e per donare il perdono di Dio nella Penitenza, ma sarò reso strumento docile e obbediente nelle mani del Signore perché Lui continui a volgere la sua opera di Pastore e Maestro. Questo poi non avverrà in una modalità quasi da libero professionista del sacro, ma ponendomi al servizio concreto del Vescovo della nostra diocesi di Bologna Carlo, prestandogli promessa di filiale riverenza e obbedienza, mani nelle mani. Per mezzo del Cardinale offrirò la mia vita a Dio, consegnandola alla Chiesa e per mezzo della Chiesa (anche di te che leggi) potrò essere sicuro che il Signore accoglie la mia offerta abbracciandomi nella mia povertà e. indegnità fin troppo reale. dG.
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