Storie di Emigranti Vergatesi – 6 – Africa
2013/06/22, Vergato – Continua con la 6° puntata la storia dei nostri emigranti. Questa volta Alfredo Marchi ci porta a conoscere gli EMIGRANTI VERGATESI IN AFRICA
L’emigrazione Vergatese verso i paesi del nord Africa è particolarmente diffusa negli anni del ventennio fascista, favorita dagli incentivi governativi per “colonizzare” i territori conquistati, ma non mancano episodi di migrazione precedente in stati governati da altri paesi colonizzatori europei. Particolarmente significativa fu l’emigrazione di scalpellini che interessò principalmente i comuni di Vergato e Grizzana nel 1895. La loro manodopera specializzata venne richiesta per la costruzione della diga di Assuan in Egitto. Le cave dell’arenaria di Montovolo a Oreglia, Vigo e Campolo occupavano in quei tempi molta manodopera locale per la forte richiesta di questo ottimo materiale in tutta la vallata fino a Bologna. Anche presso Vergato, a Casa Barili era attiva una cava che produceva una buona arenaria adatta per manufatti di piccole dimensioni che venivano utilizzati principalmente per la costruzione di ponti, angolari di muro e paracarri stradali. Tanta manodopera locale e una diminuzione di lavoro dovuta al termine delle grandi opere eseguite in quel tempo nella nostra vallata come la strada e la ferrovia Porrettana, permisero che dalla nostra zona partissero per l’Egitto ben 70 scalpellini. Da “ Montagna terra di emigrazione di Giorgio Sirgi” apprendiamo come avvenne il reclutamento dei nostri scalpellini per l’Egitto:
-…Cattabriga Cesare nato nel 1860, (Campolo Grizzana Morandi ?) piccolo impresario edile, costruiva abitazioni agricole, nella zona, utilizzando pietre di arenaria squadrate con mazza e scalpello, che venivano prodotte in una cava posta sui fianchi del vicino monte Montovolo. Nel 1895, Cesare; incontra a Roma un imprenditore inglese che aveva vinto l’appalto per la costruzione di chiuse per le navi, allo scopo di rendere navigabili, in tutte le stagioni, il fiume Nilo in Egitto, nel tratto compreso fra le città del Cairo e di Assuan. Egitto e Sudan erano allora una vasta Colonia inglese, ed il Nilo rappresentava una grande e importantissima via di comunicazione. Cattabriga Cesare stipula quindi un contratto con la ditta inglese, impegnandosi a fornire le pietre di arenaria occorrenti per la costruzione delle dette chiuse, facendo felici gli scalpellini di Campolo, sapendo che sarebbero stati remunerati con sterline d’oro. Cattabriga Cesare parte da Campolo con una decina di scalpellini, muniti dei loro attrezzi manuali di lavoro (mazze, scalpelli, punte, cunei, squadre, ecc.) per andare ad aprire la cava in Egitto molto più a monte delle costruende chiuse, in una zona dove c’era della roccia che presumibilmente, si trovava nei dintorni dell’area archeologica di Abu Simbel, oppure addirittura nell’alto Sudan, che è una zona molto montagnosa. Dopo alcuni mesi parte anche il figlio Antonio, dicianovenne, insieme ad un altro gruppo di scalpellini, poi poco dopo partono altri, ed in breve tempo si arriva a circa 70 scalpellini di Campolo emigrati in Egitto a produrre pietre per la costruzione di chiuse sul fiume Nilo I lavori per di costruzione delle chiuse sono continuati per 17 anni, cioè dal 1895 al 1912. Cattabriga Cesare e figlio hanno successivamente lavorato in Italia alla costruzione della diga idroelettrica del Brasimone, alla realizzazione della ferrovia Pontremolese ed altre grandi infrastrutture. Riporto un’intervista da me effettuata alla fine degli anni ’90 a Rubini Adelmo n. a Vergato il 2/4/14:
-Di bravi scalpellini a Vergato, oltre ai Bernardi, c’erano i miei zii: Nanni Raffale (Rafléé) e Nanni Clelio. Uno abitava só par la Viàza e l’altro vicino alle scuole elementari. Loro sono anche andati a fare la diga sul Nilo. Un giorno, mentre mio zio si appartò per fare un bisognino, sprofondò con un piede nella sabbia e trovò una tomba antica da dove prese un bracciale d’oro …ma appena gli egiziani lo vennero a sapere …!… Lavoravano alle cave di Montovolo e tutte le mattine partivano a piedi da Vergato. Quando era cattivo tempo si fermavano lassù a dormire in una baracca.- Linda Nanni, figlia di Raffaele (Rafléé) aveva 94 anni quando fu intervistata dal nipote Umberto Bernardi nel 2004.. Ricorda così il padre quando emigrò in Egitto:
– …ha sempre fatto lo scalpellino.
… lavorava assieme ai Cattabriga. Siccome che a Montovolo c’è la cava, allora prendevano tutti i sassi da Montovolo. Hai capito? Anche da fare il monumento è stato fatto da loro.
… era un operaio dei Cattabriga e anche dei Vecchi.
… hanno lavorato anche in Suviana tanto. … e anche alla diga di Suez
… Quando nacque mia sorella Cesarina (Mora) nel 1902 era in Egitto. Erano pagati in sterline d’oro e quando venne a casa comprò la macchina da cucire per mia madre e una bicicletta per lui, quando tentò di pagare con le sterline nessuno le voleva perché non le avevano mai viste.
Altro scalpellino vergatese che emigrò in Egitto fu Aldo Bernardi.
Ecco il video con la voce di Dario Mingarell.
1) I nostri scalpellini nella cava di granito vicino ad Assuan (Egitto). Fine ‘800.
2) Egitto, lo scalpellino vergatese Raffaele Nanni (quello seduto col cappello bianco).
3) Aldo Bernardi ad Assuan (Egitto).
4) La casa abitata in Libia dalla famiglia di Adelmo Gamberi e Maria Gallesi.
5) Gamberi Umberto “Berto” nel 1943 in Libia.
6) Franco Gamberi nel giardino di Sirte, in Libia, dove si era recato a trovare dei suoi zii che
avevano un ristorante. Anno 1946.
7) Matrimonio di una vergatese (cugina di Nerina Cinti) in Libia.
8) Rondelli Umberto nel 1970 in Sud Africa.
9) Rondelli Umberto nel 1971 a Durban, Sud Africa.