GLI “SDALEEN” di Carboni Enrico – Nr.4 Pilone di Camperolo
2013/01/13, Vergato – Con la quarta pubblicazione, la Galleria degli “Sdaleen” dell’Appennino di Carboni Enrico ci mostra; PILONE CAMPEROLO – GRIZZANA
“Al sdaleen Camperolo” appartiene alla tipologia dei Piloni, costruito in muratura come quello di Cereglio già presentato ed al quale si rimanda per la descrizione delle caratteristiche costruttive. Anche questo mostra bene il carattere forte e robusto dei piloni, unitamente all’aspetto austero per la mancanza quasi assoluta di decorazioni e modanature a dimostrazione di una devozione povera in quanto espressione di un mondo contadino subalterno, e molto antica. La costruzione dei primi piloni risale infatti al settecento come evoluzione delle più antiche edicole votive. Questo non significa comunque che di piloni non se ne siano costruiti anche dopo, proprio relativamente a quello in esame, Giovanni Franceschini, la cui famiglia è vissuta nella zona per molti decenni, ricorda che la nonna Liduvina raccontava che il pilone era stato costruito negli anni venti del novecento in occasione della terribile epidemia di spagnola. Anche le tre targhe devozionali, in discreto stato di conservazione, esprimono bene questo bisogno di protezione ultraterrena a tutto campo. Nella nicchia frontale una targa in ceramica della B.V. delle Grazie di Boccadirio datata 1865 in una raffigurazione semplice ed ingenua, “popolare”, che niente ha a che vedere con l’immagine robbiana classica e colta che si trova al santuario di Boccadirio, a testimonianza anche della disinvoltura dei maestri ceramisti che spesso usavano lo stampo di cui disponevano senza preoccuparsi troppo della corrispondenza con l’originale o della richiesta della committenza. Nella nicchia di sinistra una targa in ceramica, raffigurante S. Vincenzo Ferrer, rappresentato frontalmente, a figura intera, con il consueto corredo di attributi: gli abiti domenicani, la fiammella sul capo, il libro sotto al braccio sinistro e l’indice della mano destra rivolto al cielo. Nella nicchia di destra una targa in ceramica ad alto rilievo, raffigurante un S. Antonio da Padova di mezzo profilo, seminginocchiato su un banco di nuvole, che sorregge il bambino benedicente appoggiato con i piedi sulla testa di un cherubino. La scelta di questi due santi: S. Vincenzo Ferrer protettore dei raccolti e S.Antonio da Padova, il santo del pane e della B. V. delle Grazie di Boccadirio protettrice dalle malattie, coprono bene con le rispettive aree di “competenza” tutta la drammatica problematicità della vita contadina, contrassegnata da fame, malattie, epidemie, carestie, avversità di ogni tipo e quindi ben rappresentano i caratteri della devozione di quelle comunità contadine. Una condizione di miseria e disperazione che è resa molto bene dalle parole che uscirono dalla bocca del contadino di mia nonna in un momento di drammatico bilancio dell’anno appena passato, nel primo dopoguerra: “l’ è stà un brot ann, a m’è mort un fiol e, quel cl’è pezz, a m’è mort ench al videl!” (è stato un brutto anno, mi è morto un figlio e, quel che è peggio, mi è morto anche il vitello!). Un’ultima curiosità che non ha riscontro in altri sdaleen è quel foro di forma triangolare che si apre a metà della colonna e che pare servisse per raccogliere le offerte dei passanti e dei fedeli in occasione delle feste religiose che si celebravano davanti al Pilone almeno una volta all’anno. Nella foto di proprietà di Giovanni Franceschini, (primi anni 50) è documentata l’ultima processione che i parrocchiani di Grizzana, con il parroco Don Marini, erano soliti tenere nel mese di maggio, portando la statua della madonna dalla chiesa di Grizzana fino al Pilone, dove veniva celebrata la S. Messa ed i riti religiosi propiziatori con grande concorso di fedeli. Si riconoscono Nanni Duilio e Bernardi Martino che portano la Madonna, Franceschini Giovanni e Moruzzi Giuseppe i lampioni, le priore sono Franceschini Rina e Nanni Armida. Caratteristiche tipologiche molto simili a quelle di Camperolo le ritroviamo nel Pilone Turziano che si trova nella località omonima sopra Affrico, in comune di Gaggio Montano e la cui presenza può essere associata ad un convento di frati che era ospitato nell’edificio di Turziano, risalente al millesettecento, periodo della probabile costruzione del Pilone collegato a quel luogo di meditazione e di preghiera.
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