Il romanzo giallo del calzolaio – Lungo il fiume; 10° e 11°puntata

VN24_Orazio-il-calzolaio-02-copia.jpg2014/05/09, Vergato – Orazio e Il romanzo giallo del calzolaio – Lungo il fiume; 10° e 11°puntata.

10° Puntata

Dalla finestra del suo ufficio, posto al secondo piano dell’ edificio, si godeva un bel panorama.
Alessandra era appostata davanti alla finestra in attesa che arrivasse Marco. Tutte quelle notizie l’avevano sconvolta non poco, era praticamente terrorizzata! Le sembrava impossibile che due delle sue migliori amiche, fossero cadute nelle mani di quel tipo, un serial killer poi, mai e poi mai! Le aveva pensate tutte, ma non riusciva a farsene una ragione! Perché proprio Giulia e Claudia! Ragazze tranquille normali, qualche problema va beh! Chi non ne ha? La figura di Marco si vide in lontananza, lei tirò un sospiro di sollievo e staccandosi dalla finestra disse..
« Eccolo finalmente! »  Prese la borsetta e uscì dall’ufficio.
Marco arrivò sotto l’ufficio puntuale, non ebbe nemmeno il tempo di guardarsi attorno, che vide Alessandra uscire dal portone dello stabile. Lei lo guardò e istintivamente lo abbracciò stringendolo forte, poi presa dalla commozione cominciò a piangere a dirotto.
« Dimmi che non è vero! Ti prego! Non può essere, no, non può essere! » Disse lei.
« Calmati…su! Ora parliamo un po’..vedrai ti sentirai meglio! » Disse Marco mentre prese dalla tasca un fazzoletto di carta che porse a lei perché si asciugasse le lacrime.
« Ti andrebbe un caffè? Un tè? Si insomma qualcosa da bere? » Chiese lui.
« Si! Va bene… Ma non al bar, possiamo andare da te? Ti dispiace? » Rispose.
« No affatto! Spero di avere l’occorrente. Al limite ci beviamo una birra! » Disse scherzosamente Marco, cercando di allentare la tensione. Poi prese sotto braccio Alessandra e si incamminarono verso il suo appartamento.
Il treno stava risalendo lentamente la valle del Reno. Sergio, così si chiamava l’ispettore Brentano se ne stava seduto in fondo al vagone. Abitava a Vergato da una decina di anni, proprio perciò gli erano state affidate le indagini. Leggeva spesso durante il viaggio, gli piacevano molto i “gialli” specialmente quelli dove appariva l’ispettore Mc Caleb, un ex agente federale in pensione, che riusciva a risolvere sempre i casi più difficili.
Le sue indagini al contrario, stavano andando avanti lentamente, pochi gli indizi, poche le piste da seguire
Pochissime indiscrezioni sulle vittime, unico indiziato per il momento era quel Marco Balestri, marito della prima vittima, amico della seconda. Non era stato ancora interrogato, si era preferito tenerlo sotto sorveglianza, ma nulla di particolare era emerso. Dalle intercettazioni telefoniche poi, risultava che lui, quel venerdì sera, quello dell’incontro al ristorante di Sasso Marconi, ricostruito così bene dal Dottor Basco, fosse a casa, collegato alla rete, ad una chat-line.Questo scagionava in parte Marco, e proprio per questo aveva deciso di vederlo, e di fare quattro chiacchere anche con la sua psicologa, la Dottoressa Barti, anch’ essa sotto sorveglianza, che sembrava avere avuto delle brillanti intuizioni in merito alla vicenda.
Il treno finalmente, arrivò alla stazione di Vergato, Sergio scese dal treno, uscì dalla stazione e si diresse verso casa.
Dopo l’ultima rassettata, l’appartamento di Marco era notevolmente migliorato.
Perfino l’orologio, fermo da tempo immemorabile, aveva ripreso la sua marcia lenta e inesorabile.
« Siediti, non fare complimenti! » disse Marco « Ora ti preparo un bel tè ok? »
« Grazie, sei molto gentile.. » Rispose Alessandra.
Prese un tegamino, ci mise dentro un po’ di acqua ed accese il fornello.
« Ecco fatto! Ora prendiamo la cuccuma e le tazzine! Preferisci zucchero o il miele? » Chiese.
« Miele, grazie lo preferisco! Limone naturalmente! » Rispose lei.
« Spero di averlo, ora vedo! »
Andò di là in cucina e guardò dentro il frigorifero. Si ricordava di aver visto un limone rinsecchito in un angolo.
Lo prese, ma le condizioni in cui versava, non ne consigliavano certo il consumo!
Tolse dal fuoco il pentolino, versò l’acqua bollente nella cuccuma dove erano già sistemate due bustine di tè.
« Mi dispiace…ma il limone purtroppo ha fatto la muffa e…niente limone! Vuoi un goccio di latte? » Chiese.
« Non ti preoccupare fa lo stesso! » Rispose lei.
Sistemò il tutto sopra il tavolo e si sedette insieme ad Alessandra.
« Certo che… che tutta questa storia… si insomma, è tutto così strano! Chissà…che può essere successo per scatenare tutto ciò? sono giorni che ci penso, ma non riesco a trovare una spiegazione, un movente! Siete sempre state brave ragazze, insomma niente al di fuori delle righe! » Disse Marco.
« Dillo a me! Poi finite a quella maniera! Ma ci pensi? Dio mio, speriamo che lo prendano! Le indagini? » Disse lei.
« Niente di nuovo, almeno che sappia io! Noi… »
« Noi chi? » Chiese incuriosita Alessandra.
« La Dottoressa Barti ed io, sai la psicologa è una che se ne intende, ha letto un mucchio di libri “gialli”… »
« Stai scherzando, mi auguro? Non vorrai mica dirmi che voi due state conducendo delle indagini? » Disse lei.
« Si, stiamo conducendo delle indagini, e ti dirò, siamo sul punto di scoprire un personaggio chiave! »
« E chi sarebbe, questo tipo? » Chiese lei.
« Veramente volevamo proprio chiederlo a te! Sai, alcuni giorni orsono, rassettando casa, ho trovato delle vecchie foto, del tempo della scuola. Ce ne è una in particolare che ritrae voi quattro insieme ad un tipo, un ragazzo di cui non conosco le generalità. Si insomma io sto tipo non l’ho mai visto insieme a voi! »
« E per quale motivo, vi darebbe da pensare, che c’è di tanto strano! Magari uno di un’altra sezione vai a ricordarti! Ma senti piuttosto..la foto? Fammela vedere, così ci togliamo questo dubbio! » Disse lei.
« Volentieri, solo che la foto ce l’ha Anna, ora la chiamo sul telefonino e sentiamo se può venire, poi sarà meglio andare a raccontare tutto al Maresciallo, che dici? » Chiese Marco.
« Dico che va bene, telefona poi mi spieghi la storia del tipo! » Rispose lei.
Marco si alzò dal tavolo, e si sedette sul divano, poi prese il telefono che era sistemato sul tavolino e compose il numero del cellulare di Anna. Attese qualche istante….

« Anna, ciao sono Marco senti, Ale è qui con me a casa mia, appena puoi ci raggiungi che facciamo un salto su dal Maresciallo? ah,dimenticavo…porta la foto delle ragazze che la mostriamo ad Alessandra! Bene, ciao a presto ciao. »
Ripose il telefono al suo posto e, restando seduto sul divano, cominciò a raccontare quello che aveva visto nell’archivio dell’istituto e di tutte le ipotesi che lui, e la Dottoressa Barti avevano fatto.
« Sono proprio curiosa di vedere la foto! Speriamo che faccia in fretta! » Disse lei.
« Appena si libera viene, intanto noi due abbiamo una cosa molto importante da fare! » Disse Marco.
« E.. sarebbe? » Chiese incuriosita.
« Dobbiamo avvertire Marina, anche lei potrebbe essere in pericolo! Hai il suo numero di telefono? » Chiese Marco.
« No! Comunque è sull’elenco, Marina Lelli…via delle Barre due mi pare! » Rispose Ale.
Marco prese in mano l’elenco, che era posto sul tavolino dove era posizionato il telefono.
Lo apri e dopo una breve consultazione ….
« Eccola qui! Marina Lelli, allora novantuno quarantotto … » E così dicendo compose il numero di telefono. Passarono alcuni istanti e…. il telefono cominciò a chiamare. Attese almeno sei squilli ma, niente nessuna risposta.
« Forse è al lavoro. Sai per caso dove lavora? Potremmo chiamare lì che dici? » Chiese a lei.
« Mi sembra che lavori in quella ditta di confezioni… cavolo come si chiama? Elle …confezioni Elle! Ora ricordo! »
Riprese in mano l’elenco e trovato il numero chiamò.
« Buongiorno confezioni Elle, mi dica? » Chiese la centralinista.
« Sì buongiorno, senta una cortesia, sono un amico di Lelli Marina, so che lavora da voi, mi chiedevo se era possibile parlare con lei, sa, è una cosa urgente! » Chiese gentilmente Marco.
« Senta., non diamo informazioni sui nostri dipendenti, comunque la signora è già uscital E’ uscita alle dodici e cinquanta, e quindi …  » Disse seccamente la centralinista.
« Quindi? » Chiese Marco.
« Che so, provi a casa… ma, è accaduto qualcosa di grave? » Chiese incuriosita.
« Spero di no! E’ solo che dobbiamo comunicarle alcune cose, sa faccende private! » Rispcse Marco.
« Non dovrei dirlo » replicò la centralinista « Ma, circa un ora fa un’altra persona ha chiesto di lei! Diceva di essere un amica….. dalla voce però! Beh! Comunque senta, ho parlato anche troppo mi scusi e … Buongiorno! »
Marco non riuscì nemmeno a ringraziare che quella aveva già chiuso la telefonata.
« Senti sarà ma, mi sa che è meglio fare un salto su da lei! Anzi, io vado su, tu aspetti Anna e intanto avvisi il
Maresciallo dei Carabinieri! Non si sa mai! Ok? » Disse insospettito Marco.
« Si.. Ma.. non è meglio avvertire subito i Carabinieri poi… »
Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Marco, era già uscito di casa correndo!
Corse, e molto veloce, sembrava un runner professionista, arrivò sotto la salita di via delle Borre in men che non si dica. Poi per riprendere un po’ di fiato, si incamminò su per la salita a passo spedito.
« Accidenti.. E’ dura questa salita! » Disse sbuffando.
Il cartellino di lamiera bianco e azzurro, indicava chiaramente il numero due. Era affisso ad un lato del cancellino di accesso al condominio. Marco lo guardò, e considerato che non aveva le chiavi per aprirlo, e che allo stesso tempo era abbastanza basso, decise di scavalcarlo. Saltò giù dal cancello con un balzo felino, poi su per le scale che portano all’ingresso del condominio.
Lesse in fretta i nomi sui campanelli e..
« Lelli M. Ecco qui! » Spinse forte sul bottone ripetutamente, poi di nuovo ancora! Stava per spingere di nuovo quando al di là del vetro del portone, apparve una persona. Il tiro fece un sordo “clak” e il portone del condominio si aprì.
Preso dalla fretta, Marco, anziché attendere che la persona uscisse dal portone, si tuffò dentro, urtando leggermente con la spalla la persona che stava per uscire. Istintivamente, Marco, alzò lo sguardo per scusarsi, era una donna, una sulla quarantina, mora, abbastanza alta, molto attraente!
« Mi scusi. Scusi tanto vado di fretta! » Disse lui.
La donna non rispose, si limitò ad un cenno con le mani poi uscì dal portone. Sentì chiaramente, mentre saliva per la prima rampa di scale, il rumore di chiusura del portone.
” Dunque a giudicare dalla posizione del campanello nella rastrelliera, dovrebbe essere… il secondo, massimo il terzo piano! ” Pensò Marco. Salì, arrivò al pianerottolo del secondo piano lesse tutte le etichette, poi salì su, verso il terzo piano.
« Dunque, Sabbattini, Matarozzi, Salvi, Lelli! Eccola! »
Si attaccò letteralmente al campanello. Spinse ripetutamente, ritmicamente, poi buttando l’occhio sulla porta, vicino alla serratura, vide un segno, come un impronta di un cacciavite, forse di un piede di porco.
« Cavolo! Qui hanno forzato la serratura! » Pensò Marco.
Diede una spinta alla porta e ..
« Voglio augurarmi che non sia uno scherzo, comunque meglio non prendere nulla sotto gamba! Arriviamo subito! Allora ha detto via delle Borre, numero undici bene! Mi raccomando niente sciocchezze e, non toccate nulla! » Il Maresciallo chiuse la telefonata, si alzò dalla scrivania e..
« Brigadiere! Chiami giù, dica ai piantoni di prepararsi in fretta! Chiami la camionetta, via delle Borre undici Vergato è l’indirizzo! » E corse giù per le scale.
Anna era arrivata a casa di Marco dov’era ad attenderla Alessandra, che spiegato l’accaduto aveva deciso di avvertire il Maresciallo dei Carabinieri, che prontamente stava intervenendo.
La porta si aprì con un cigolio, Marco entrò, e camminando lentamente si introdusse nell’appartamento Aveva una fifa boia, sentiva il cuore battere forte come non l’aveva mai sentito! L’appartamento sembrava deserto, guardò in cucina e vide che sul fornello, c’era una pentola con dentro dell’acqua in ebollizione! Questo lo fece insospettire non poco! Poi si diresse verso la porta del bagno che era semichiusa.

Spinse leggermente in avanti, la porta lentamente si aprì, poi si bloccò, come se qualcosa ne impedisse l’apertura. Attese un attimo, poi lentamente, con timore, infilò la testa dentro la fessura che limitava l’accesso al bagno. Certamente una manovra rischiosa, d’altronde, era l’unico modo per sapere che cosa ostruiva la porta del bagno! Guardò in fondo, non vide nulla poi girò lo sguardo in basso verso sinistra e…
Il Land Rover dei Carabinieri uscì dalla stazione in tutta fretta con i lampeggianti accesi, senza sirena.
In fondo alla curva voltò su in direzione delle fornaci, poi attraverso la strada della Casa Protetta si diresse in via delle Borre. In un attimo fece la salita ed infine si fermò davanti la palazzina al numero undici.
« Brigadiere! » disse il Maresciallo « Lei venga con me! Voi due.. » disse rivolgendosi ai due Carabinieri nella
camionetta « ..scendete e … occhi aperti mi raccomando! »
Una donna incuriosita dal rumore della camionetta, si era affacciata dalla finestra del primo piano, e guardava con occhi increduli quello che stava accadendo. Il Maresciallo la vide e subito disse…
« Signora apra il cancello e la porta per cortesia! » la donna obbedì e subito si udì il classico rumore del tiro. Il cancellino si, aprì e i due Carabinieri salirono verso il portone di ingresso del condominio.
Nel frattempo la donna che era alla finestra, incuriosita, si era sistemata davanti al portone e non appena il Maresciallo entrò disse..
« Che sta succedendo Maresciallo? »
« Per ora nuIla! » rispose lui « Mi dica piuttosto! La signora Lelli a che piano abita? »
« Terzo piano in fondo a destra! » Rispose prontamente la donna.
Marina era distesa sul pavimento del bagno, i capelli coprivano parzialmente il viso che era riverso sul pavimento. Intorno al collo una corda stretta, maledettamente stretta, da togliere la vita a chiunque!
« Marina! Marina! » Chiamò inutilmente Marco.
Poi entrò nel bagno e si inginocchiò davanti a lei scostandole leggermente i capelli.
Vide i suoi occhi sbarrati, pieni di paura, la bocca era aperta spalancata alla disperata ricerca di un po’ di ossigeno!
« Bastardo! Maledetto bastardo! » Disse in preda al panico, poi portando le mani al viso cominciò a singhiozzare. In lontananza su per le scale si cominciavano a sentire i passi affannosi dei due Carabinieri.
Il Maresciallo entrò per primo con la pistola in pugno, e lentamente avanzò nell’appartamento.
Dietro, il brigadiere gli copriva le spalle. Poi istintivamente si diresse verso la porta del bagno parzialmente aperta e..
« Siamo arrivati tardi! » Disse Marco guardandolo negli occhi.
« Accidenti! Qui butta male, molto male! Brigadiere! Venga avanti venga! » Disse il Maresciallo.
« Dica Maresciallo ! » Disse il brigadiere.
« Vada giù nella camionetta e avverta la scientifica! Lei! » disse rivolgendosi a Marco « Esca da lì per piacere senza toccare nulla, faccia attenzione per cortesia! »
« D’accordo ora esco e…senta.. » Disse Marco.
« Che c’è? Ha notato qualcosa di strano? » Disse il Maresciallo.
« Si! Entrando ho incontrato una donna. Anzi dalla fretta gli sono piombato addosso! Una donna sulla quarantina, alta, trucco pesante, molto attraente ma… »
« Ma! Che aveva che non andava? » Chiese il maresciallo.
« Non so! Però ripensandoci aveva qualcosa che non andava! Forse i capelli! Si! Ora che ci ripenso i capelli! Forse, indossava una parrucca! » Disse Marco.
« Comunque, senta ora dovrà venire con noi in caserma dobbiamo stendere il verbale.. lei mi capisce no? »
« Si non si preoccupi, saremo venuti comunque! Abbiamo delle novità da esporle quindi.. » Rispose Marco.
« Allora d’accordo vi aspetto in caserma diciamo tra un ora. Mi raccomando! »
Marco diede un ultima occhiata al corpo inanimato di Marina, poi chiedendo permesso al brigadiere, di guardia alla porta, scese le scale lentamente, cercando di non incrociare gli sguardi dei numerosi curiosi, che si erano radunati sulle rampe delle scale.

11° Puntata

Se ne stava tranquillo e beato disteso sul divano, il libro in mano intento nella sua lettura.
Aveva sistemato il telefono cellulare sul tavolino, a portata di mano, vibrazione, suoneria disinserita.
Sergio, sembrava molto intento nella sua lettura ma…in realtà, stava riflettendo su alcune cose che non gli tornavano! Il caso che gli avevano affidato, era ad un punto morto, non sapeva più in che direzione andare, dove e chi cercare!
” Aspettiamo nuovi eventi! ” Pensò, poi girò la pagina del libro e continuò a leggere.
La strada era ormai piena di persone. Marco uscì quasi a fatica dalla palazzina, tutti chiedevano informazioni su cosa fosse successo. Fece finta di essere all’oscuro e lentamente riuscì a districarsi.
Scese per la strada e si incamminò verso casa, là avrebbe trovato Anna e Alessandra o almeno, era quello che si augurava! Stava per passare davanti all’ospedale quando all’improvviso il suo cellulare cominciò a suonare la sua musichetta..
« Si, purtroppo…si insomma.. senti Anna tra un istante sono a casa, ti spiego tutto appena arrivo ok? Ciao. »
Ripose il telefono in tasca e continuò con passo spedito in direzione di casa.
Il ronzio del cellulare di Sergio, ruppe il silenzio. Il telefonino sospinto dalla vibrazione cominciò a girare su se stesso, pareva una trottola! Sergio lo guardò attese un attimo poi con un movimento goffo prese il telefonino e..
« Si pronto! Dimmi ah! E.. come l’avete saputo…e bravo, un altro omicidio! La scientifica? Ah! ..ci sono già i Carabinieri, bene faccio un salto poi ti richiamo e vediamo! Va bene? Ciao, ciao. »
Sbuffò, ripose il cellulare sul tavolino e passandosi una mano tra i capelli si alzò dal divano.
Entrò nel bagno, si guardò allo specchio, aveva un’aria buffa, non certo da cacciatore di serial killer, ma si sa, i veri investigatori non hanno mai le facce degli attori famosi!
Si lavò il viso, poi prese un poco di gel e se lo passò sui capelli, un ultima occhiata e, spenta la luce uscì dal bagno.

Anna e Alessandra erano in trepida attesa, ansiose di sapere le ultime novità anche se, purtroppo avevano intuito che il serial killer aveva colpito ancora. Marco entrò in casa, Alessandra gli corse incontro e..
« Che è successo? L’ha uccisa vero? »
« Si purtroppo! Con una corda. Soffocata, una morte atroce! Aveva gli occhi spalancati, uno sguardo che non
dimenticherò facilmente! Poi quella donna! »
« Quale donna ?» Chiese Anna.
« Entrando nella palazzina, mi sono quasi scontrato con una donna, alta mora molto attraente! Forse indossava una parrucca, non ne sono sicuro ma… comunque quella donna ..ha a che fare con questa storia ne sono certo! »
« Lo hai detto al Maresciallo? » Disse Anna.
« Certo! Anzi, dobbiamo andare subito in caserma! E.. la foto? L’hai mostrata ad Alessandra? » Chiese Marco.
« No, mi è passato di mente! Con tutto quello che succede! Comunque la foto è qui! » Disse indicando la borsetta. Aprì la borsetta e tirò fuori la fotografia che ritraeva le ragazze in compagnia del tipo.
« Ecco qua! Ale, dacci un occhiata, così almeno…chissà.. » Disse Marco.
Alessandra prese la foto, la guardò con attenzione ed infine…
Si fece largo tra i curiosi che stazionavano davanti la palazzina. Sul portone un Carabiniere controllava l’accesso. Sergio era conosciuto, fece un cenno al carabiniere e si avviò su per la scala, salì fino al terzo piano. Dentro l’appartamento, gli uomini del nucleo speciale, stavano raccogliendo impronte digitali e altro.
Sergio vide il Maresciallo, lo salutò e avvicinandosi chiese..
« Qualche elemento nuovo? »
« Nulla! Tutto maledettamente eseguito alla perfezione! Ora aspettiamo di vedere se dalle impronte viene fuori qualcosa ma…dubito! Ci troviamo a che fare con un professionista! » Rispose il Maresciallo.
« La ragazza? »
« E’ di là in bagno, con una corda stretta al collo, la corda è del solito tipo già usata in precedenza. Canapa,
corda comunissima, in vendita in tutte le ferramenta! » Disse il Maresciallo.
Sergio chiese permesso ed entrò nel bagno. La ragazza era distesa a terra, un ciuffo di capelli copriva leggermente il viso, gli occhi aperti con un espressione allucinante. Si chinò sul cadavere della ragazza per vedere se vi fossero dei segni, un qualcosa che fosse sfuggito al nucleo speciale. Nulla di particolare apparve alla sua vista. Poi come guidato da una forza sconosciuta, diresse lo sguardo verso la mano destra della ragazza, ma nulla, niente di niente! Doveva essere sicuramente un tipo molto scrupoloso, molto accorto, l’assassino!

« Ma questo..sì è..Valerio! Valerio quello che sparava al tiro! Era in classe con noi, era la nostra mascotte!
Era così gentile e simpatico! Pensa che prese la patente per primo a scuola, ci portava ovunque!
Era follemente innamorato di Giulia! Ma più che amore, non saprei, sembrava che l’adorasse! Naturalmente a Giulia non piaceva, però non glielo faceva notare. Forse, ripensandoci avrebbe dovuto dirglielo! » Disse Alessandra.
« Dirgli che? » Chiese Marco incuriosito.
« Si insomma lo teneva un po’ a bagnomaria, così lui era sempre pronto a tutto, mentre se gli avesse detto la verità! »
« Vuoi dire che Giulia sfruttava la situazione? » Chiese nuovamente Marco.
« Marco, conoscevi Giulia? Allora ti sarà facile capire, Giulia ha sempre avuto una discreta faccia tosta, dovresti ricordare come sapeva ottenere le cose! O forse lo hai dimenticato! » Replicò Alessandra.
« Beh, ora non mettetevi a litigare, piuttosto parlaci del tipo, di questo Valerio, che fine ha fatto? » Chiese Anna.
« Bene, purtroppo, pochi anni dopo il diploma, ebbe un incidente d’auto, un pauroso incidente! Ne parlarono i giornali ed anche la televisione regionale, non si sa come ma, imboccò la tangenziale a S.Lazzaro contromano, nonostante tutto, riuscì a schivare una dozzina di automobili, poi l’impatto contro un’altra auto! Morirono tutti e due, Valerio e la ragazza che guidava l’altra automobile! »
« Capperi! Che brutta storia! » disse Anna « Ma.. fu casuale o lo fece apposta? »
« La verità..non so! L’unica in grado di poter dare una risposta… purtroppo anche Giulia se né andata! » Disse Ale.
« Marco, Giulia non ti ha mai parlato di questa storia? » Chiese Anna.
« Sinceramente non me ne ha mai parlato! Nel modo più assoluto, nemmeno di quel tipo, Valerio! » Rispose Marco.
« E la ragazza? Si insomma chi era? Quanti anni aveva? Ci furono dei risvolti? » Chiese Anna.
« La ragazza era bellissima, si chiamava Antonella Magli aveva venti anni appena compiuti! Il fidanzato non si diede pace per un bel po’! Anche lui un bel tipo, mi pare facesse l’università, almeno così c’era scritto sul giornale! »
« Antonella Magli…questo nome, non ricordo dove, però non mi suona nuovo! » Disse Anna.
« I genitori di Valerio sono ancora vivi? Dove abitano? » Chiese Marco rivolgendosi ad Ale.
« Valerio era orfano, viveva con una zia su a Susano, penso che sia passata a miglior vita anche lei! Non è tanto, mi sembra che sia morta un mese fa, forse due, comunque è morta, non aveva più parenti, ha lasciato tutto alla curia! »
« Certo che…è tutto molto misterioso, si insomma, volendo si potrebbe scrivere la sceneggiatura di un film.. » disse Anna « ..ma secondo te AIe, chi avrebbe rubato le foto nell’archivio della scuola? hai un sospetto, una tesi o anche tu.. ? »
« Non saprei, forse l’unico potrebbe…ma no! Troppo macchinoso! » Disse Alessandra.
« Spiegati meglio! Non capisco, che vuoI dire macchinoso? » Chiese Marco.
« Si è molto macchinoso ma…l’unica persona che potrebbe, dico potrebbe, avere di che vendicarsi, o di non far cadere su se stesso accuse, quindi sospetti e cioè, di liberarsi da tutti gli indizi riconducibili…beh…l’unico secondo me… »
L’aria all’interno dell’ufficio del Maresciallo era praticamente irrespirabile, causa le tante sigarette fumate da lui e dall’ispettore Brancano. Era da più di due ore che si stavano scambiando pareri, tesi e sospetti vari!
Certamente era un fatto molto positivo, vedere le forze dell’ordine collaborare strettamente…non era cosa da tutti i giorni!
« Eh! I controlli telefonici? Avete avuto qualche riscontro? » Chiese il Maresciallo.
« A tutt’oggi nulla, comunque stiamo controllando anche in rete, tutti i contatti via internet, sarà dura e ci vorrà tempo speriamo bene! E la psicologa? Avete novità ? » Chiese Sergio.
« Che io sappia no! Oggi comunque dovrei vederla, mi ha fatto sapere, tramite il marito della prima vittima, di avere delle novità! Se vuole può restare, dovrebbero arrivare qui tra poco! » Disse il Maresciallo.
« Si volentieri, così conosco di persona la famosa psicologa! » Rispose Sergio.
Le pagine erano parecchie ingiallite. Era un vecchio quaderno di seconda elementare, quelli con la copertina nera, spariti ormai da parecchi anni. Lo aveva ricevuto per posta, circa sei mesi prima. Mittente sconosciuto, ma il fatto più strano, era che il quaderno, fosse stato spedito ai suoi genitori, a Bologna. Forse, anzi sicuramente, chi lo aveva spedito pensava che lui abitasse ancora lì in via Reggio Emilia al numero diciassette. Il quaderno conteneva delle annotazioni di vario tipo, poesie, e fatti accaduti con tanto di date e disegni . Era il diario, il diario di una persona sicuramente poco stabile mentalmente, molto sensibile e perdutamente innamorata. Un amore strano, non corrisposto, pieno di tranelli e di ricatti, un amore dannoso!
« L’amore, si comincia con l’inganno, e si finisce con l’essere ingannati! » Era scritto in apertura di pagina, poi seguitava « Solo ora, a distanza di anni, ti invio questo diario. Voglio augurarmi che le ferite siano completamente rimarginate e che tu ti sia rifatto una vita. Ho conosciuto il tuo nome e la tua storia dal giornale. Ho atteso tutto questo tempo, per non creare altre tragedie, altri dissapori. Qui troverai la spiegazione a quel gesto folle che ha spezzato due vite, e distrutto la nostra esistenza. Ti auguro tanta felicità, un abbraccio Loredana. » Il tempo, si dice, guarisce ogni male! A volte invece…

Continua….

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