Là dove scorre il Reno

ADA_Opifici-2014-0012014/07/12, Vergato – Là dove scorre il Reno, antichi opifici nelle zone di Marzabotto, Vergato, Castel d’Aiano di Giorgio Medici, Bruno Sidoli e Franco Venturini. Presentato il volume da oggi in edicola o librerie specializzate che raccoglie testimonianze delle nostre terre. Realizzato dall’Associazione “ADA” Associazione per i diritti degli Anziani Emilia Romagna con il contributo della Fondazione Del Monte 1473. Alla ricerca hanno collaborato Maurizio Nicoletti e Alfredo Marchi di Vergato e Luciano Piacenti del Team di VergatoNews24, questa volta in veste di fotografo.

La prefazione e le immagini delle copertine.

Prefazione

ADA_Opifici-2014-003Questa pubblicazione segue di alcuni anni un’altra, che aveva come titolo: “Sulle tracce dei mulini … nel territorio di Marzabotto”, accolta favorevolmente per il rigore nella ricerca e nella documentazione con il quale gli autori avevano operato. Lo stesso metodo e lo stesso criterio è stato adottato per questo percorso “fluviale” che comprende opifìci mossi dalla forza dell’acqua, o in cui l’acqua rappresenta una parte vitale, in un comprensorio più ampio del precedente. Immagini, ricerca e testimonianze si intrecciano strettamente facendoci rivivere un tempo ormai trascorso.

Infatti, le belle immagini che troverete in questo volume, sembrano provenire da un lontano passato, esse ci ricordano le storie, i racconti dei nostri vecchi, i mestieri e le tradizioni antiche di un’epoca ormai lontana.

L’Associazione ADA Emilia-Romagna (Associazione per i Diritti degli Anziani) ha voluto recuperare con questa seconda pubblicazione, la memoria ambientale, storica di una comunità che gravitava intorno alla vita degli antichi opifìci nella zona di Marzabotto, Vergato e Castel D’Aiano. Opifìci che sfruttavano l’acqua come forza motrice, che si presentano a noi come antichi testimoni di un passato ancora in grado di insegnare qualcosa.

ADA_Opifici-2014-005_1Nella ricerca sono stati seguiti, passo dopo passo, sentieri e strade millenarie che raccontano di un microcosmo che ruotava attorno alla vita del fiume, centro di varie attività, con le usanze, i costumi, le tradizioni e le culture contadine ormai perse nel tempo. La ricognizione sul territorio è stata affiancata dallo studio delle fonti storiche, bibliografìche ed archivistiche, dalla catalogazione di documenti scritti e fotografici dei luoghi particolarmente significativi, nonché dalla raccolta della memoria storica di testimoni privilegiati, anche se ormai sono pochi i nativi del luogo in grado di riportare alla luce storie e leggende e darne un significato. Molti volontari dell’associazione sono originari del territorio o vi abitano comunque da diversi anni e sono quindi legati affettivamente alla zona ed interessati ad un suo recupero. A loro si deve anche la ricerca degli aneddoti, dei racconti che aiutano a ricomporre i pezzi di una storia comune tra credenze e tradizioni, passato e presente.

Il progetto ha un valore sociale proprio perché stimola il senso di identità e di appartenenza al territorio della comunità. Appartenenza intesa come coscienza diffusa e condivisa di un patrimonio comune di radici, di tradizioni di esperienze e di saperi messi a frutto nel tempo dalle comunità locali. Questa esperienza ci ha consentito di fruire di uno straordinario e prezioso patrimonio culturale, artistico ed ambientale.

L’intento di questo volume è quello di contribuire a far conoscere un patrimonio di beni culturali, ambientali e storici poco conosciuto, per attrarre e generare interesse, coinvolgere la comunità nel raccontarsi, comprendendone il percorso e le mutazioni, diventando, allo stesso tempo, partecipi di un processo di salvaguardia del territorio, custodi della memoria della comunità in cui si vive, valorizzando e godendo in modo responsabile dei beni e delle risorse che appartengono a tutti, diventando, di conseguenza, produttori di cultura.

Ringrazio la Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna per l’attenzione accordata alla nostra associazione, il cui contributo ha reso possibile questa pubblicazione.

La Presidente ADA Emilia Romagna Francesca Specchia

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