Le peonie di Monte Pero ci parlano di guerra
2015/05/15, Vergato – Un’escursione di amici sui tracciati della linea Gotica, sui monti che sovrastano Vergato, le peonie di Monte Pero ci parlano di guerra. Le foto di Mauro Ventura e Angela Dall’Olio.
MONTE PERO
Il Monte Pero costituì uno dei capisaldi dell’ultima difesa tedesca della Linea Gotica sull’Appennino a sud di Bologna che. partendo dal Monte Belvedere, passava, praticamente senza soluzione di continuità, da Monte Rocca a Monte Salvaro, Monte Sole, Monte Adone e Livergnano. fino al Monte delle Formiche.
L’imponente mole del suo massiccio (759 mt slm.), di cui fa parte anche Monte Aldara sovrastante il capoluogo di Vergato fu fortificato dai tedeschi con un articolato sistema di trincee postazioni di tiro camminamenti e rifugi a partire dall’autunno 1944, quando, dopo lo sfondamento della prima Linea Gotica al Giogo di Scarperia e le successive conquiste del mese di ottobre, la Quinta Armata alleata dovette arrestarti di fronte alle ultime tenaci difese tedesche. Una linea invernale che tenne il fronte fermo fino alla primavera, causando infinite sofferenze alla popolazione della valle del Reno: i paesi e le borgate sulla linea del fuoco vennero evacuati dai tedeschi e migliaia di sfollati si diressero verso la pianura a nord o in direzione delle zone già liberate a sud. Vergato, che aveva subito ripetuti bombardamenti alleati per colpire i collegamenti ferroviari e stradali che passavano sul fiume Reno, era ridotto ad un cumulo di macerie.
Con la ripresa dei combattimenti nel febbraio 1945 e la caduta di Monte Belvedere, gli alleati procedettero alla conquista delle principali vette sui crinali a ovest di Vergato, trampolini di lancio per l’offensiva finale che si scatenò il 14 aprile. Quel giorno duemila bombardieri sconvolsero con esplosivo e napalm le retrovie tedesche.
Mentre l’artiglieria spianava la strada alla 10° Mountain division americana in direzione di Roffeno e Tolè i resti della 334° Divisione tedesca e reparti della 94° resistevano a Cereglio e a Monte Pero. La I’ Divisione corazzata Usa si mosse da Riola verso la valle del Vergatello, mentre l’81° Squadrone cavalleria, dopo aver occupato Carbona, giunse nel tardo pomeriggio a Vergato, sotto il fuoco dei cannoni e dei mortai piazzati piazzati sul Monte Pero, combattendo accanitamente casa per casa tra le rovine del paese. Nella notte entrò in azione anche il 27° Battaglione corazzato.
Il giorno successivo, mentre la 10°• Divisione da montagna Usa avanzava sui crinali verso Tolè l’81° continuava la battaglia di Vergato, riuscendo ad avere il meglio sui tedeschi solo nel pomeriggio quando anche il 14° Battaglione, con l’appoggio del 13° e dell’ 11° occupava Cereglio e Suzzano, facendo molti prigionieri nemici.
Il mattino del 16 aprile l’81° Squadrone comunicò di avere completalo l’occupazione di Vergato, dopo che gli ultimi tedeschi si erano ritirati, continuando nella delicata opera di bonifica dalle mine disseminate fra le rovine. Nelle stesse ore, il 6° e il 14° Battaglione, passando dallo Spicchio, conquistarono la vetta del Monte Pero, mentre l’11° occupò Monte Radicchio, Altri reparti avanzarono lungo la Porrettana verso Calvenzano e Sibano: l’esercito tedesco era in rotta e le colonne motorizzale avevano ormai spianata la strada per Bologna.