Vergato – Un frammento di storia nostra
2016/10/24, Vergato – Le ragioni di un Museo della Linea Gotica di Vergato a Vergato e non nelle retrovie? Campanilismi medievali in epoche globalizzate? L’antico progetto del Museo della Linea Gotica risale ad almeno trent’anni fa, partorita dall’allora assessore alla cultura il prof. Dario Mingarelli e sviluppato con un inizio di raccolta documenti, materiali e preventivi, poi affossato assieme alla caduta della giunta comunale. Altri luoghi, altre amministrazioni comunali e i progetti hanno trovato una copiosa realizzazione. Museo e non esposizione di oggettistica del tempo, quindi. Vergato il paese dei morti sotto ai bombardamenti, Vergato il paese completamente abbattuto dai bombardieri alleati. L’area di Vergato piena di cippi a testimonianza delle stragi nazifasciste; Boschi, Cavacchio, Susano, Tolè, e altri ancora, Vergato covo di fascisti o no, Vergato terra di partigiani, Vergato che ha conosciuto la distruzione e la ricostruzione in modo tale da meritare una medaglia al valore consegnata a Vergato dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, Vergato che accoglie ogni anno la FEB brasiliana… non può perdere il luogo della memoria. Amministratori venuti da fuori, i nuovi Capitani della Montagna, forse non hanno colto il significato di un “Museo della Memoria vergatese” e preferiscono il pubblico frettoloso che fa numero… e dire che i soldi questa volta li avrebbero!
Forse vale la pena ripercorrere questi fatti con queste pubblicazioni fino a che… avremo qualche cosa da pubblicare ogni settimana.
Nell’ultimo anno di guerra le macerie del paese saranno incluse nella prima linea del fronte. Solo il 13 aprile 1945, dopo 36 ore di furiosi combattimenti, la “Battle for Vergato” potrà dirsi conclusa per gli Alleati, aprendo la strada ad una rapida avanzata verso Bologna e la valle del Po.
Nel 2001 il Presidente della Repubblica Ciampi conferirà al comune di Vergato, rimasto a lungo nella “terra di nessuno” tra le linee nemiche, la Medaglia d’oro al Merito Civile.
EDITORIALE
Un frammento di storia nostra
Era ormai finita la primavera del 1951 quando il secondo Consiglio Comunale appena eletto si insediò nella sede provvisoria della scuola elementare. Si trattava di una assemblea elettiva giovane, priva di ogni esperienza e per di più si trovava davanti a problemi immensi.
Le macerie erano state raccolte, i morti avevano trovato sepoltura, i servizi essenziali stavano risorgendo faticosamente, i privati tentavano di rifarsi una casa ed una sistemazione decente. Le due precedenti amministrazioni, quella nominata dal C.L.N. guidata da Giovanni Sabattini che aveva operato appena per un anno e quella eletta nel 1946, guidata da Alfonso Buriani, si erano date molto da fare, ottenendo risultati incoraggianti e ben meritando l’apprezzamento della comunità.
Ma poi erano sorte diatribe interne ai gruppi, più legate forse allo scontro generazionale che a problemi concreti, fatta eccezione per il P.d.F. (Piano di Fabbricazione) che in quegli anni rappresentava l’unico possibile strumento urbanistico. Così il nuovo Consiglio, che a 23 anni e senza esperienza mia alcuna mi trovai a presiedere, si impattò immediatamente con tale strumento, elaborato dal compianto ing. Carlo Comisso, consulente tecnico Comunale, pronto da almeno due anni, ma bloccato dal disaccordo insorto a proposito della localizzazione della nuova chiesa.
Il P.d.F. non bloccava solo la chiesa. Il bombardamento del 22 Agosto 1944 aveva sventrato il centro cittadino, trasformandolo in un cumulo di macerie.
Tutte le abitazioni ed attività commerciali che sorgevano nell’attuale Piazza dei Capitani potevano essere ricostruite mancando ogni vincolo e solo il senso di responsabilità dei proprietari permise di arrivare poi ad una conclusione positiva.
In città si erano formate due correnti che passavano all’interno dei partiti, dei praticanti e degli atei e che investivano allo stesso modo l’assemblea elettiva. Gli uni volevano che la chiesa fosse costruita, come il Comune, sulle vecchie fondamenta per conservare intatta la precedente fisionomia urbanistica, gli altri proponevano uno spostamento sull’area ove poi il tempio fu costruito.
I cappanelli nei diversi punti della città erano divenuti pressochè permanenti, le discussioni nei bar, nelle sedi dei partiti, nella Parrocchia, si susseguivano e alzavano il livello della tensione.
Per sbloccare la tensione, ma soprattutto per assumere il P.d.F. che avrebbe rimesso in moto il processo di ricostruzione, occorreva un gesto coraggioso e definitivo che noi facemmo senza evitare asprezze polemiche, riuscendo a decidere un ricorso, sia pure informale e alquanto semplicistico, alla volontà popolare.
«L’arengo» si ebbe prima dell’estate nella sala cinematografica della scuola elementare, affollata come ben di rado si è visto a Vergato, e si concluse a mezzanotte passata. Non fu una assemblea tranquilla. Parlarono in molti portando le opposte ragioni, talvolta con punte di acredine e di polemica aspra. Alla fine posi ai voti le due tesi. Fu maggioritaria, anche se di poco, la proposta di spostare la chiesa nella nuova area e, tenendo fede ai patti, pochi giorni dopo il Consiglio Comunale approvava il P.d.F. nel senso indicato dall’assemblea popolare.
Pur nella sua semplicità e in assenza di regole predeterminate fu quello un atto di democrazia e dimostrò come, fuori dalle pregiudiziali e dalle ideologie, sia possibile la convivenza e l’intesa. Infatti, dopo alcune previste reazioni, la serenità riprese il suo corso e oggi credo a nessuno verrebbe in mente di giudicare quella scelta come un errore.
Ricordiamo oggi l’episodio, celebrandosi il 37° anniversario della inaugurazione della nuova chiesa ed il 43° dal bombardamento che distrusse il tempio preesistente, perchè è un importante frammento di storia nostra e perchè ci consente di rendere omaggio a tutti coloro che presero parte agli avvenimenti e che purtroppo non sono più fra noi.
RINO NANNI
da: Vergato in forma notiziario del Comune di Vergato Luglio /Agosto 1987 supplemento al nr.4 Archivio APCS
Speciale 22 agosto – giorno del terribile bombardamento che colpì la chiesa, il palazzo comunale e il centro cittadino. Seguiranno altre quattro puntate su guerra e ricostruzione, sempre da Vergato informa (direttore Rino Nanni)
Per le foto; Foto Olivi Vergato – Parte del servizio fotografico commissionato dal parroco don Enzo Pasi al fine di identificare un’area per la costruzione della nuova chiesa. Proprietà Maurizio Nicoletti.
Per la “Battle for Vergato”
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