Vergato 1911 – La relazione del Dott. Cav. Egisto Recchi, cimiteri e acquedotti
2017/03/29, Vergato – 2017/03/28, Vergato – La terza parte, dedicata alla situazione dei servizi cimiteri e acquedotti agli inizi del ‘900, del documento di Alfredo Marchi;
RELAZIONE al ricostituito consiglio comunale di Vergato LETTA IN SEDUTA 29 NOVEMBRE 1911 DAL COMMISSARIO STRAORDINARIO Dott. Cav. EGISTO RECCHI CONSIGLIERE DI PREFETTURA.
Cimiteri.
La configurazione del territorio del Comune, e la esistenza di parecchi centri abitati, impongono delle spese non indifferenti per il servizio mortuario.
Ogni frazione ha un proprio cimitero, e perciò spesso ricorre il bisogno di ampliare gli esistenti, o di costruirne dei nuovi.
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Infatti in questi ultimi tempi si sono costruiti nuovi cimiteri per le frazioni di Monte Cavaloro e Liserna, e si sono eseguite opere di consolidamento al cimitero del capoluogo, e di restauro a quello di Tolè; provvedendosi alla relativa spesa con un mutuo contratto colla Cassa di Risparmio di Bologna.
Ho trovato inoltre già compilati e approvati i progetti per l’ampliamento dei cimiteri di Susano e Prunarolo, per una spesa complessiva di lire 9300, a cui la cessata amministrazione si riprometteva di far fronte con un mutuo da richiedersi alla Cassa Depositi e Prestiti.
La mancanza di fondi, e le divergenze sorte tra gli abitanti di Prunarolo circa l’opportunità di ampliare il vecchio cimitero, o di costruirne uno nuovo, mi hanno impedito di dare esecuzione a questi progetti.
Il Comune, allorché riconobbe il bisogno di migliorare il servizio cimiteriale in Prunarolo, fece compilare e presentò al Consiglio il piano topografico di un nuovo cimitero, da erigere nella parte alta del territorio in prossimità della nuova chiesa.
Se non che il Consiglio, nella seduta del 6 settembre 1908, in seguito alle osservazioni di alcuni consiglieri, ritenne più conveniente ampliare il vecchio cimitero.
Il relativo progetto fu approvato dal Consiglio con deliberazione del 5 gennaio u. s. e dal Prefetto con decreto 29 aprile.
Ma ad onta di ciò i reclami non cessarono e la quistione si manteneva sempre viva, tra i fautori dell’ampliamento e quelli del nuovo cimitero.
Durante però la mia gestione, questa discrepanza è andata attenuandosi, e in una mia visita a quella frazione, gli abitanti quasi unanimi mi espressero il desiderio di vedere costruito un nuovo cimitero.
Tenuto conto, che il progetto già compilato, riguardava più la costruzione di un nuovo cimitero che l’ampliamento del vecchio, che mi fu presentata una offerta di concessione dei lavori, col ribasso del 2 per cento sul prezzo di
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perizia, e che potrà accedersi alla località propostami mediante una strada privata, dietro consenso già dato dei proprietari, ritenni doveroso assecondare l’aspirazione degli abitanti, e con determinazione del 31 agosto approvai un nuovo piano topografico redatto dall’ing. Melani. La nuova località è stata già riconosciuta idonea dall’apposita commissione recatasi sul posto, ed ora si attende la definitiva approvazione del prefetto, dopodiché voi potrete provvedere ai mezzi per far fronte alla spesa e alla esecuzione dei lavori.
Acquedotti.
Ai bisogni della popolazione del capoluogo nei riguardi dell’acqua potabile, si è provveduto nel 1908 coll’acqua di rifiuto del rifornitore della stazione ferroviaria di Vergato, già ceduta al comune fin dal 1901.
I lavori eseguiti dalla Ditta Serantoni per un importo di lire 4420, furono pagati con un mutuo contratto colla Cassa di Risparmio di Bologna.
Però, praticamente questa conduttura ha dato luogo ai seguenti inconvenienti; intermittenza del getto delle fontanelle durante l’approvvigionamento delle locomotive; indifesa del rifornitore dal fumo e dal pulviscolo; comunicazione del rifornitore stesso colla fogna della latrina della stazione ; impossibilità di trasportare l’acqua nella parte alta del paese.
Per porre rimedio a tutto ciò, la cessata amministrazione, si rivolse alla Direzione delle Ferrovie dello Stato, per ottenere che la concessione dell’acqua si operasse non dal rifornitore presso la stazione, ma direttamente dall’edificio di presa sopra Cavacchio.
Avuta tale concessione anche in seguito all’interessamento del Deputato del Collegio onde Rava, fu commesso all’ing. Melani lo studio di un progetto avente per scopo di dare acqua a tutto il paese e alle abitazioni private, a uno o più lavatoi pubblici, al nuovo fabbricato scolastico e ad alcuni idranti per i casi d’incendio.
Il progetto è già pronto per una spesa complessiva di lire 22.000.
Mediante un serbatoio, costruito a valle dell’edificio, verranno raccolte le acque, che con una conduttura di m. 1166 saranno immerse in quella già esistente.
Nella presa in tempo di massima magra si sono ottenuti litri 6 al minuto secondo, il che vuol dire un rendimento di mc. 518 nelle 24 ore.
E poiché la stazione ferroviaria non ne consuma che un centinaio di mc. al giorno, rimangono per il comune disponibili altri 400 mc., quantità più che sufficiente per i 980 abitanti che dall’ultimo censimento risulta risiedere nel capoluogo.
Alla spesa potrete provvedere mediante un mutuo colla Cassa Depositi e Prestiti senza decorrenza d’interessi, e per la durata di 50 anni, in modo che l’onere annuo per il bilancio sarà di sole lire 440, che verrà, se non in tutto, almeno in gran parte compensato dal ricavato della vendita dell’acqua ai privati.
Avrei voluto lasciarvi completa in ogni parte questa pratica; ma ne sono stato impedito da alcune eccezioni sollevate in questi ultimi giorni dalla Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato.
Questa ha già dato il suo nulla osta per la esecuzione del progetto, ma ha prescritto alcune condizioni nello schema di concessione, condizioni che non ho creduto di accettare per i motivi già esposti in una mia nota in data 12 corr. mese.
Se, come spero, le osservazioni saranno accolte, a voi non rimarrà altro che approvare il progetto col relativo mutuo, nel caso contrario sarà necessario sottostare alle condizioni imposte e curare di ottenere quanto viene richiesto, cosa che non ritengo difficile e che tutto al più potrà importare un lieve aumento di spesa.
Ma oltre che del capoluogo, la cessata amministrazione, si è anche preoccupata delle Frazioni e particolarmente di quelle importanti di Riola, che difetta di acqua, mas-
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sime nei mesi di estate in cui vi risiedano numerosi villeggianti.
Esisteva fino al 1908 un unico pozzo pubblico sulla strada provinciale funzionante con pompa, che d’inverno non sempre agisce in causa dei geli, e d’estate l’acqua si fa scarsa al punto che gli abitanti per provvedersene debbono, con grave loro disagio e pericolo, discendere nel fiume Reno attraversando la scarpata della ferrovia ad attingere da una sorgente che nasce tra i blocchi di macigno.
Perciò nel detto anno, in seguito alle insistenti premure degli abitanti, il Consiglio colla deliberazione del 6 maggio, stabilì di scavare un nuovo pozzo nella parte inferiore della borgata, in un’ area appartenente all’amministrazione delle Ferrovie dello Stato e da questa ceduta al prezzo di lire 20, sostenendosi che in detta località doveva esservi acqua abbondante per segni esteriori lungamente osservati.
I lavori furono sollecitamente eseguiti, ma il risultato non fu quello che legittimamente si aspettava, poiché si rinvenne acqua in poca quantità e di dubbia potabilità.
In questo stato di cose, pur volendosi tentare tutti i modi per dare acqua a quella popolazione, la cessata amministrazione incaricò il proprio Ingegnere di studiare se fosse possibile provvedere a mezzo di conduttura.
Intanto, mentre proseguivano gli studi, facendosi più incalzanti le lagnanze, il Consiglio nominò apposita commissione perchè proponesse i mezzi atti a risolvere il problema.
E la commissione assolse il suo compito con lodevole premura, e venendo nella medesima direttiva del Comune, propose di condurre l’acqua nella frazione usufruendo delle sorgenti denominale Cà di Marucco e Cantatola.
Tale proposta fu accolta dal Consiglio, il quale colla deliberazione del 25 gennaio, ordinava la compilazione sollecita del relativo progetto.
Però dagli esperimenti eseguiti il 28 settembre, epoca di massima magra, i risultati che il rendimento della sorgente Cantatola era di litri 5 al minuto primo, e quello della sorgente di Cà di Marucco di litri 4, si aveva quindi in tutto una, quantità di circa litri 18.000 al giorno, assolutamente insufficiente ai bisogni di quella popolazione.
Ritenni perciò opportuno di far sospendere la compilazione del progetto, e intanto per aderire al desiderio espressomi da un’apposita commissione, autorizzai l’esecuzione di alcuni lavori per approfondire il vecchio pozzo. I lavori hanno dato un esito abbastanza soddisfacente, poiché l’acqua che prima raggiungeva l’altezza di cm. 60, è ora salita a m. 1,70.
Se si mantenesse in questa misura, si potrebbe ritenere in parte risoluto il problema dell’acqua potabile in Riola.
Ma poiché ciò sarà abbastanza difficile, sembra che meriti accoglimento la proposta contenuta nella relazione dell’ ing. Melani per ricercare con apposite opere di allacciamento, di aumentare l’acqua, della sorgente Cantaiola salvo, in seguito di favorevole risultato, accertarne la potabilità.
La spesa occorrente non supererà le lire 500, e non è certamente rilevante, per poter assicurare ad una frazione così importante ed in continuo progresso, qual’è Rióla, il beneficio di avere in ogni tempo e in modo permanente il beneficio dell’acqua potabile.