Fare quasi “di nascosto” un funerale significa dimenticare che siamo una famiglia
2018/08/26, Vergato – ALCUNE CONSIDERAZIONI AD ALTA VOCE!
Premesso che ognuno ha il diritto di pensarla come vuole, anch’io vi propongo alcune considerazioni sul dopo morte o sul come celebrare il funerale. L’argomento non è dei più allegri * ma è un fatto molto importante della nostra vita.
Dovrei premettere che la morte è la chiamata del Signore per andare ad abitare con Lui. Il Signore non ci ha creato per la morte ma per la vita. Per questo il Padre ha mandato il suo Figlio, che è morto per noi, perché anche noi potessimo passare da questa vita alla vita eterna.
E’ bene cercare di ricordarlo durante la nostra vita e professare questa fede anche nel momento del nostro passaggio e nel modo di celebrare tale evento.
Non è più di moda pensare che è bene vivere e morire nella grazia del Signore; celebrare spesso la Confessione, partecipare alla Messa e alla Comunione, ricevere il sacramento dell’Unzione degli infermi, come aiuto a portare e a offrire la croce della malattia e dell’anzianità.
Nella messa noi celebriamo la morte e risurrezione del Signore, la sua Pasqua. E così avviene anche nella celebrazione delle esequie: chiediamo che anche questo defunto passi dalla morte in questa vita alla pasqua del Signore, alla vita senza fine con Lui.
Sulla cremazione: la Chiesa la permette, ma non la caldeggia. E’ vero che oggi non viene fatta nel disprezzo della fede sulla vita eterna. Tuttavia la Chiesa celebra la Messa e le esequie alla presenza della salma soltanto.
Lo sappiamo che le ceneri non sono da spargere in qualsiasi luogo, ma da conservare al cimitero, luogo benedetto e luogo di memoria. Nel mio paesino quando facevamo visita al cimitero, il papà ci faceva la storia e la memoria di tutte le famiglie, e si pregava per tutti.
Viviamo in un paese nel quale ci si conosce e nel tempo si instaurano dei rapporti di amicizia, di collaborazione e di condivisione.
E’ bene che rimanga per tutti un segno, una lapide, una foto che aiuti a ricordare i nostri defunti e perché no, a formulare una preghiera per loro. Anche per questo noi come comunità ci rechiamo varie volte al cimitero.
Mi sento dire: “Noi li ricordiamo sempre e li portiamo nel nostro cuore!”.
Facciamo parte di una comunità, non viviamo da soli, come in un’isola! O forse è proprio così?! Facciamo parte di una Chiesa, abbiamo un unico Padre, un unico Salvatore, un’unica fede…
Fare quasi “di nascosto” un funerale significa dimenticare che siamo una famiglia.
Non è questione di curiosità, ma considerare che, forse senza nemmeno saperlo, qualcuno ci ha visto, siamo rimasti impressi nei suoi occhi, nella sua memoria.
“Non vedo più quella signora, cosa è successo?” “E’ vero che è morto il tale?
“Mi dispiace non averlo saputo, avrei voluto esserci..!”
Nella facciata della chiesa della Querciola c’è una lapide che recita così:
RICORDATI DICE DIO
DEI TUOI NOVISSIMI E NON PECCHERAI
Vita breve morte è certa
Del morire l’ora è incerta
Un’anima sola si ha
se si perde che sarà?
Se perdi il tempo che ora hai
alla morte non l’avrai
Dio ti vede, Dio ti giudicherà
O paradiso o inferno ti toccherà
Finisce tutto finisce presto
l’etemità non finisce mai.
RIFLETTI O CRISTIANO SU QUESTE VERITÀ’ E TI SALVERAI
Fonte; Foglio settimanale della Parrocchia di Vergato Don Silvano Manzoni, parroco
Il Programma settimanale scaricabile e stampabile in pdf; 20180826_Parrocchia_Programma Settimanale
Vedi anche;
Vergato – Se ti cremano, risparmiano… 200 euro li mette il comune