Il mattarello di Fagiolino – Burattini troppo violenti?
2019/08/13, Vergato – Una precisazione che ritiene di dover fare Umberto Bernardi, del Circolo Galeazzo Marescotti di Vergato, organizzatore degli spettacoli di burattini che grandi e piccini hanno potuto godere frequentandoli in numero mai visto a Vergato. Successo dovuto alla scelta degli spettacoli? Sicuramente no visto che spesso non sai cosa ti troverai davanti, successo dovuto piuttosto alla tradizione in particolare vergatese dei burattini. Si potrebbero scrivere libri, come in parte già successo, su questo spettacolo fatto con passione dai tempi dei tempi, anche se qualcuno li ha “snobbati”. Le persone passano le tradizioni no!
Il mattarello di Fagiolino
Questa estate durante la rassegna dei burattini di Vergato una signora mi ha rivolto alcune critiche: i burattini sono troppo violenti, spaventano i bambini e si usa troppo dialetto locale, non comprensibile da tutti.
Ho spiegato alla signora che il Circolo Marescotti recupera le vecchie tradizioni vergatesi tra cui il treatro classico dei burattini, togliere il bastone o meglio il mattarello a Fagiolino, che viene usato contro i malvagi e i prepotenti, è come togliere la penna a chi la usa contro i potenti.
Fagiolino ha una sua etica ma è analfabeta e non ha la caratura morale di chi usa la scrittura per difendere i più deboli. Il bastone che usa con tanta solerezia è il suo modo di esprimersi.
Fagiolino è figlio della Commedia dell’Arte, della commedia all’italiana imitata da tutto il mondo, è nipote delle prime maschere, gli zanni le cui caratteristiche erano essere servi sempre affamati. Come la maschera di Arlecchino nata dalla rivincita di coloro che nulla contano, scaturita dal sonno di evasione di tutti gli assoggettati.
La realtà dello Zanni è la polenta, una volta composta di fave, piatto unico dei soldati di tutti gli eserciti dai Romani al Rinascimento, più tardi di mais, che fu introdotto su larga scala in Europa nei primi decenni del Seicento. Povertà, fame e polenta caratterizzano le popolazioni rurali in tutta Europa, almeno fino alla fine dell’Ottocento.
Nella Commedia Dell’Arte lo Zanni servitore affamato vuole la sua paga in natura il Magnifico (il padrone) gliela nega allora il servo gliela estorce con un tipo di ribellione antica quanto l’uomo, quella a base di legnate. La trama essenziale della commedia è dunque la beffa vittoriosa, la vendetta del servo contro il padrone, un tema antico primordiale la cui origine si perde forse ben oltre la commedia classica romana, ma nella società del cinquecento la commedia dell’arte non fu teatro sociale moralmente e politicamente impegnato in una lotte di classe, tutto si stemperava si risolveva nella risata grassa e nel lieto fine nella fondamentale convinzione della futilità di ogni cosa che sia seria.