Don Enzo Pasi e la ricostruzione della nuova chiesa di Vergato

2019/10/10, Vergato – Don Enzo Pasi e la ricostruzione della nuova chiesa.

Una relazione del 9/7/1951 di don Enzo, depositata presso l’archivio parrocchiale, ci fornisce una testimonianza particolarmente significativa di colui che nel 1941, giovane sacerdote destinato a Vergato, si sentì annunciare dal Vescovo: «Ricordati che a Vergato c’è da ricostruire la chiesa. Questa sarà una faccenda non troppo semplice!».

Più tardi il giovane parroco ebbe modo di constatare quanto il vescovo fosse stato profeta!
Nella relazione citata, don Pasi con minuziosa precisione esaminò con i Vergatesi riuniti in assemblea nella sala del cinema situato nelle scuole elementari, le ipotesi di ricostruzione e di ubicazione della nuova chiesa:
1) – ricostruzione della chiesa sulla vecchia area;
2) – costruzione della chiesa in un’area compresa fra il palazzo comunale e il credito romagnolo;
3) – costruzione della chiesa fra l’ex casa del fascio e la tipografia Lanzarini.
Dal 1945 al 1951 trascorsero sei anni fra accese discussioni, progetti, difficoltà finanziarie, ipotesi di espropri, consensi e dinieghi dei vari organi civili e religiosi preposti alle necessarie autorizzazioni.
Nel 1948, scartata l’ipotesi di ricostruzione sulla vecchia area e risultata impraticabile l’idea a lungo seguita di innalzare la nuova chiesa fra il municipio e il Credito Romagnolo, l’attenzione del parroco si rivolse alla zona compresa fra l’ex casa del fascio e la tipografia. –
«Era un’idea nuova – diceva lo stesso don Pasi – essa si inseriva fra le due ipotesi su cui si divideva l’opinione pubblica, perciò non potevo pretendere che la si abbracciasse subito e da tutti e d’altra parte mi stupivo che io stesso non ci avessi pensato prima».
Con l’acquisto dell’area demaniale e con una permuta fra l’area della vecchia chiesa ed una parte dell’ex foro boario si poteva risolvere il problema nella maniera più semplice.
Era la soluzione meno onerosa economicamente, si evitavano espropri che avrebbero lasciato strascichi spiacevoli e si edificava la chiesa in un luogo già sacro per la presenza del parco e del monumento ai caduti.
Si faceva così strada l’idea che Vergato che risorgeva dalle rovine poteva avere due centri: quello civico in Piazza Capitani con il palazzo comunale e quello religioso nei pressi dei giardini. Questa idea nuova era forse anche un atto di fiducia verso il nostro paese che avrebbe trovato la volontà di risollevarsi, di svilupparsi, superando anche le sponde del Vergatello che erano state considerate fino allora come una delimitazione naturale del centro abitato.
Oggi questa soluzione può sembrare ovvia, ma allora certamente non fu così, se il parroco sentì il bisogno di precisare che la ipotesi di ubicazione della chiesa presso il parco non era un dispetto tramato, ma soltanto il frutto di un susseguirsi di circostanze, di difficoltà, di ponderate e attente riflessioni.
Credo infine sia doveroso riconoscere a don Pasi una particolare sensibilità umana, civile e pastorale che anche in quel momento di storia vergatese volle unire tutti e non fare sentire perdenti coloro che avevano avuto una diversa visione della ricostruzione del paese, infatti concludeva così la sopracitata relazione: «…Ed ora una parola della più umana comprensione per voi cittadini che avevate desiderato la chiesa nella posizione di un tempo. Io mi rendo perfettamente conto dei vostri desideri, ma alla soluzione prospettata non si è giunti per volere dispettosamente contraddirvi e sono altrettanto certo che il vostro sincero amore per il Paese e il desiderio di avere presto una chiesa nella quale raccoglierci vi troverà pronti per il bene comune al sacrificio di una aspirazione più che giusta».


Dalla relazione esposta da Monsignor Enzo Pasi in data 9 luglio 1951 nella riunione per l’esame del piano di ricostruzione di Vergato.

DICHIARAZIONE DEL CAPOGRUPPO PCI
Pur non avendo vissuto quella vicenda, credo di poter affermare che la soluzione adottata fu la migliore non solo per riportare i rapporti locali ad un clima sereno, ma soprattutto perchè aprì la strada ad una ricostruzione del capoluogo che non è più confrontabile con quello preesistente.
La Piazza dei Capitani destinata a divenire il «salotto» della città; l’aiuola sorta in Piazza delle Erbe ove sorgeva il ba- raccotto della «bassa macelleria», la salvaguardia del parco che taluno pensava di mutilare, la nuova autostazione, la lottizzazione alla «Campana» e a monte della Via Nazionale, furono le scelte urbanistiche che permisero poi al paese di crescere nelle sue dimensioni abitative e nelle sue caratteristiche e di cambiare profondamente la propria immagine.
La vicenda urbanistica di Vergato non è certo conclusa, ma grazie a quella scelta sono state evitate brutture e si sono lasciate aperte vie di ulteriore sviluppo: dalla attuale circonvallazione, al collegamento oltre il Vergatello, dalla variante ANAS di attraversamento, al polo scolastico e a quello sociosanitario.
A noi tocca ora mettere altri tasselli ad un progetto che faccia ulteriormente crescere la nostra città.

DICHIARAZIONE DEL CAPOGRUPPO PSI
Una vicenda che ebbe inizio 40 anni or sono e che si chiuse nel 1951 con un atto democratico.
Diede luogo ad uno scontro tra due schieramenti, che passò trasversalmente i partiti, in uno scenario di distruzione causato dalla guerra e manifestò la maturità civica dei Vergatesi, anche se ebbe il suo epilogo dopo lunghe e talvolta aspre discussioni.
La scelta che ne scaturì con il trasferimento della chiesa nella zona ove sorge ora, a distanza di tempo, si è rivelata giusta e oculata.
Fu l’avvio per un migliore e più armonioso assetto urbanistico di Vergato e l’inizio della ricostruzione di un paese duramente colpito dalle vicende belliche.
Certo, la scelta fu sofferta. Anche coloro che propendevano per la ri- costruzione della Chiesa dove era sempre stata, avanzarono una serie di motivazioni articolate, a sostegno delle loro tesi (non ultima quella culturale e storica), ma prevalsero sia pure a maggioranza relativa, le ragioni di quelli che intendevano dare spazio e respiro al centro del Paese e credevano nella rinascita e nello sviluppo di Vergato.

DICHIARAZIONE DEL CAPOGRUPPO DC
Chi come me, per ragioni anagrafiche o perchè non residente a Vergato negli anni che seguirono la fine della guerra, non ha vissuto l’appassionato dibattito sulla ri- costruzione e l’ubicazione della nuova chiesa, potrebbe stupirsi che tale decisione abbia diviso l’opinione pubblica vergatese e che ad essa si sia giunti dopo infuocate e tese discussioni. Se però teniamo presente che Vergato era stato praticamente raso al suolo (236 abitazioni distrutte o con danni superiori al 30%) forse lo stupore si attenua per far posto alla comprensione per quei nostri concittadini che nell’immediato dopoguerra, in mezzo a cumuli di rovine, ebbero la responsabilità di credere nella rinascita di Vergato e conseguentemente il compito di prevedere e predisporre la ricostruzione.
Ora è facile dire che la chiesa sta bene accanto al parco e al monumento dei caduti e che insieme formano al centro del paese un unico complesso sacrale, segno dei valori religiosi, morali e civili della nostra collettività, ma allora il luogo ove sorge la chiesa era una zona desolata e decentrata, in parte utilizzata per il mercato boario.
Io personalmente e a nome dei tanti Vergatesi che per età sono stati al di fuori delle dispute, sento il dovere di ringraziare tutti quei nostri concittadini che, fra le angustie e le preoccupazioni di un difficile momento della nostra storia, ebbero fiducia nella ricostruzione di Vergato e, prospettando l’ubicazione della chiesa nel luogo in cui sorge ora, vollero dare una sistemazione di più ampio respiro al centro del nostro paese e porre le premesse per uno sviluppo più armonico ed ordinato.

VERGATO INFORMA LUGLIO/AGOSTO 1987 – SUPPL al N. 4: bimestrale a cura del Comune
Direttore Responsabile:
Rino Nanni
Redazione:
Dante Fini, Corrado Righi, Franco Gamberi
Segreteria Redazione: Eden Agostini
Proprietà: Comune di Vergato – Diffusione gratuita
Spedizione in abbonamento postale gruppo IV/70 Registraz. Tribunale di Bologna n. 5406 del 20/9/86
Fotocomposizione e stampa: Tipolito Ferri – Vergato

Foto: Archivio Parrocchiale Vergato

Vergato informa – Le riviste, sono state fornite da Pasquale Colombi che ringraziamo