Don Giuseppe Ferretti – Dialoghi; Siracide CAP. 1 versetti 11 – 21

2020/01/08, Vergato – Secondo appuntamento con don Giuseppe Ferretti e il suo gruppo che si occupa di leggere e meditare la Sacra Scrittura in particolare il libro del SIRACIDE.

Siracide CAP. 1 versetti 11 – 21

11Il timore del Signore è gloria e vanto,
gioia e corona d’esultanza.
12Il timore del Signore allieta il cuore,
dà gioia, diletto e lunga vita.
Il timore del Signore è dono del Signore,
esso conduce sui sentieri dell’amore.
13Chi teme il Signore avrà un esito felice,
nel giorno della sua morte sarà benedetto.
14Principio di sapienza è temere il Signore;
essa fu creata con i fedeli nel seno materno.
15Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne,
abiterà fedelmente con i loro discendenti
16Pienezza di sapienza è temere il Signore;
essa inebria di frutti i propri fedeli.
17Riempirà loro la casa di beni desiderabili
e le dispense dei suoi prodotti.
18Corona di sapienza è il timore del Signore;
essa fa fiorire pace e buona salute.
L’una e l’altra sono doni di Dio per la pace
e si estende il vanto per coloro che lo amano.
19Egli ha visto e misurato la sapienza,
ha fatto piovere scienza e conoscenza intelligente,
ha esaltato la gloria di quanti la possiedono.
20Radice di sapienza è temere il Signore,
i suoi rami sono abbondanza di giorni.
21Il timore del Signore tiene lontani i peccati,
chi vi persevera respinge ogni moto di collera.

Don Giuseppe Ferretti
Don Giuseppe Ferretti

SIRACIDE
Siracide CAP. 1 versetti 11 – 21 Martedì 30/08/2011
Il timore del Signore conduce alla sapienza, il timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona d’esultanza. Il timore del Signore allieta il cuore, dà gioia, diletto e lunga vita. Il timore del Signore è dono del Signore, esso conduce sui sentieri dell’amore. Chi teme il Signore avrà un esito felice, nel giorno della sua morte sarà benedetto. Principio di sapienza è temere il Signore; essa fu creata con i fedeli nel seno materno. Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne, abiterà fedelmente con i loro discendenti. Pienezza di sapienza è temere il Signore; essa inebria di frutti i propri fedeli, Riempirà loro la casa di beni desiderabili e le dispense dei suoi prodotti. Corona di sapienza è il timore del Signore; essa fa fiorire pace e buona salute. L’una e l’altra sono doni di Dio per la pace e si estende il vanto per coloro che lo amano. Egli ha visto e misurato la sapienza, ha fatto piovere scienza e conoscenza intelligente, ha esaltato la gloria di quanti la possiedono. Radice di sapienza è temere il Signore, i suoi rami sono abbondanza di giorni. Il timore del Signore tiene lontani i peccati, chi vi persevera respinge ogni moto di collera.

Don Giuseppe:. Lascio subito a voi la parola, poi dopo come conclusione commento il testo.
Francesca: Il timore del Signore è l’ultimo dei sette doni dello Spirito Santo: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timor di Dio, quindi il Siracide è un libro molto aperto alle realtà del Nuovo Testamento. Infatti il timore del Signore è l’atteggiamento di colui che è fedele al Signore e lo ama per mezzo della fede, ma quella fede che è legata ai doni dello Spirito (Ebrei 11)
“La fede è fondamento di ciò che si spera, cioè che possiede senza avere in mano e prova di ciò che non si vede cioè che conosce senza vedere”. Mi sembra di cogliere che il timore del Signore è un dono fondamentale perché ha in sé tutti gli altri dono dello spirito, quindi quando manca questo dono sono assenti anche gli altri doni, anche se vengono messi in evidenza come veri. Si coglie che l’amore del Signore è un dono, è un segno molto importante per discernere la volontà di Dio e per distinguere il vero dal falso; il timore del Signore tiene lontano il peccato, quindi questo versetto colpisce molto perché anticipa sprigiona la presenza di Gesù, il Messia, il Cristo: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo” (Giovanni Cap. 1) e lo distrugge con il suo sacrificio sulla croce, sacrificio di morte, di risurrezione, di redenzione: il nostro Battesimo.
(Giovanni 4) “Viene l’ora ed è questa in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e verità”
Raffaele: Francesca ha già detto tante cose, che condivido e che nella riflessione avrei detto anch’io, ma aggiungerei solamente una cosa secondo me molto importante, che riguarda il timore di Dio, quindi di riflesso anche la sapienza che è questa essenza; in pratica il versetto 18 dice:
“Corona di sapienza è il timore del Signore; essa fa fiorire pace e buona salute” , quindi possiamo dire che la pace si fonda sulla sapienza, cioè senza sapienza, senza timore di Dio non c’è pace e neanche buona salute e io credo che qui intenda buona salute dell’anima, dello Spirito e anche fisica. Anche qui quindi avvalora ancora di più questo concetto che è molto, molto importante.
Paolo: Il versetto 13 dice. “Chi teme il Signore avrà un esito felice, sarà benedetto nel giorno della sua morte” Quindi chi teme il Signore non è che vada bene secondo il mondo, poiché quelli che vanno bene secondo il mondo (e che noi citiamo spesso come esempio), non sappiamo che ne sarà di loro se perderanno l’anima. Invece chi teme il Signore sarà benedetto nel giorno della sua morte e quindi ciò significa andare eternamente nella gioia eterna con Lui.

Don Giuseppe: (11) Il timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona d’esultanza.
Le vostre sottolineature sul valore e l’importanza del timore del Signore vengono qui confermate proprio perché temere il Signore non significa un rapporto di schiavitù e di terrore, ma un rapporto viscerale in cui recepiamo la totale dipendenza da Lui nel nostro essere, nel nostro esistere, nelle nostre facoltà di pendenza che nello stesso tempo non è soffocamento di noi, ma è esattamente il contrario esaltazione del nostro proprio, della nostra natura e della nostra persona, quindi è gloria.
Chi teme Dio giunge alla gloria, è glorificato ed è vanto, diventa il motivo del suo gloriarsi davanti agli uomini, cioè le opere compiute nel timore del Signore sono opere che appaiono gloriose e degne di vanto davanti a Dio e agli uomini e quindi è gioia perché la gioia è l’intima corrispondenza tra il nostro pensiero, il nostro desiderio e le opere della nostra vita, quindi è corona ed esultanza, cioè l’esultanza diventa una corona, una corona regale.
(12) Il timore del Signore allieta il cuore.
Al contrario di quello che si può pensare col termine timore, che cioè il cuore, l’intimo nostro, la persona siano oppresse o controllate da Dio (se faccio questo Dio mi vede, mi punisce), quindi timorose. In realtà non sta a significare che temo la punizione di Dio, al contrario esso allieta il cuore, cioè allieta l’intimo nostro perché ci fa camminare nella sua via quindi dà gioia, diletto e lunga vita.
Lunga vita anche perché la vita trascorsa contro natura (e le passioni sono tutte contro natura), contro il proprio della nostra natura umana, se prendiamo i sette vizi capitali, sono vizi contro il proprio della nostra natura, e come tale la vita si accorcia quando è schiava delle passioni. L’avaro accorcia la sua vita, il lussurioso accorcia la sua vita, l’orgoglioso accorcia la sua vita, invece chi vive conforme alle virtù, ai sette doni dello Spirito Santo già ricordati, egli prolunga i suoi giorni.
Il timore del Signore è dono del Signore Qui aggiunge un testo che non è accolto nell’edizione ufficiale perciò è messo in corsivo e quindi proviene da lui, è uno dei sette doni dello Spirito Santo esso conduce sui sentieri dell’amore perché il timore sfocia nell’amore, il rapporto così forte di dipendenza con Dio, dal momento che Dio è amore, è un rapporto di amore per cui il timore è amore.
(13) Chi teme il Signore avrà un esito felice
La sua vita è garantita: un esito felice. Anche se si deve passare attraverso molte tribolazioni per entrare nel Regno di Dio, l’essere nel Regno di Dio è espressione, è un esito felice, nel giorno della sua morte sarà benedetto s’intende benedetto da Dio che lo accoglie nel suo riposo benedetto dagli uomini che lo ricordano perché uomo giusto.
(14) Principio di sapienza è temere il Signore;
che significa principio di sapienza? Significa che l’effetto immediato della sapienza, il primo effetto visibile della sapienza (che è il primo dono dello Spirito Santo) è temere il Signore essa (la sapienza) fu creata con i fedeli nel seno materno quindi coloro che sono di Dio, che a Lui appartengono in quanto sono membri della stirpe sacerdotale santa del popolo di Dio, hanno ricevuto il dono della sapienza nel momento del loro concepimento. E si può leggere questo testo in chiave battesimale, questo seno materno è quello della Chiesa nell’atto della generazione dal fonte battesimale, la sapienza fu creata con coloro che divengano fedeli a Dio e che quindi divengono Suoi figli. Per cui il discernimento del bene e del male non è solo una questione di fatto naturale di coscienza, ma è in virtù dell’infusione della sapienza nel momento del concepimento.
(15) Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne
Ora ha posto il suo nido quindi come mai, possiamo chiederci, l’autore sacro usa questa immagine:
“Ha posto il suo nido” e probabilmente vi è un richiamo a quelle immagini che nella divina scrittura sono usate in riferimento a Dio come l’aquila che veglia sulla sua nidiata, che eccita i suoi piccoli al volo, oppure come la chioccia, come dice Gesù, quante volte ho dovuto raccogliere i tuoi figli come fa la chioccia sotto le sue ali e voi non avete voluto! Quindi porre il proprio nido è custodirci sotto le sue ali materne, dice, con fondamenta eterne. Ora qui l’autore sacro passa un’altra immagine che è il tempio. Il tempio ha delle fondamenta eterne sul monte Sion, quindi il tempio è il nido di Dio tra gli uomini e dove Dio raccoglie i suoi piccoli, quindi nella trasposizione spirituale che noi come cristiani facciamo del testo, qui vediamo Gesù. Egli è il tempio nel quale noi siamo raccolti in unità e diventiamo un solo corpo con Lui ed è un tempio con fondamenta eterna e abiterà fedelmente con i loro discendenti perché sta scritto che il Signore benedice per mille generazioni coloro che lo temono e obbediscono ai suoi comandamenti. Come prima ha detto: principio di sapienza è temere il Signore ora dice:
(16) pienezza di sapienza è temere il Signore.
Sentiamo perciò che il timore del Signore sta all’inizio della sapienza e ne sta al termine; è lo spazio in cui opera la sapienza, quindi quel rapporto sano che assumiamo nei confronti della creazione nella nostra vita, della capacità di relazione con gli uomini, della capacità del rispetto della natura,
dei suoi ritmi senza fare violenza: tutto questo è scritto dentro il timore del Signore. Quando l’uomo esce dal timore del Signore e si pone lui stesso in sostituzione di Dio, diventa stolto e le creature hanno paura di lui perché è l’animale più terribile che esista sulla faccia della terra, capace di distruggere i popoli, la creazione, di contaminarla, di inquinarla, di fare del male a tutti, perché è uscito dal timore del Signore. Quindi colui che cammina con la sapienza e aggiunge la sua pienezza, trova sempre questo rapporto radicale col Signore essa inebria di frutti i propri fedeli, cioè inebria nel senso di saziare, proprio colma di beni coloro che appunto sono fedeli alla sapienza, quindi gustano i frutti di essa nel loro parlare, nel loro pensare, nel loro agire, nel loro rapportarsi.
(17) Riempirà loro la casa di beni desiderabili e le dispense dei suoi prodotti, quindi la sapienza se seguita porta pace, porta benessere, porta che ci siano beni desiderabili e che le dispense siano piene dei suoi prodotti e qui s’intende anche i prodotti della natura, perché anche il rapporto con la natura esige la sapienza, come il rapporto con la terra. Se appunto le leggi commerciali, quali sono in atto oggi, impediscono agli uomini un rapporto sapiente con la terra per cui possano trarre da essa frutti buoni perché vogliono sostituire questa necessità fondamentale del cibo con prodotti commerciali da loro confezionati nei metodi che non sono secondo natura, ma che fanno violenza alla natura e all’economia dei singoli popoli, ora questa stoltezza porta alla carestia, non illudiamoci, noi siamo nel limite della carestia perché non abbiamo il rapporto con la terra in quanto dipendiamo da altri nel nostro nutrimento, noi siamo già potenzialmente nella carestia perché siamo fuori dalla benedizione della terra. Questo è fondamentale capirlo, perché le leggi economiche hanno il timore di Dio come loro fondamento
(18) Corona di sapienza è il timore del Signore;
questa sapienza corona il capo e risplende nel volto, negli occhi, nel pensiero, nelle parole di coloro che temono Dio per cui essa fa fiorire pace e buona salute Ecco perché preghiamo che il Signore dia al nostro popolo capi saggi e allontani questa generazione di uomini stolti che hanno fatto della religione uno strumento di potere, quindi sono degli ipocriti e la Chiesa deve vigilare su sé stessa e non allearsi con coloro che sono la Sua rovina. Noi abbiamo bisogno di persone che temano veramente Dio e che perciò governino il popolo con sapienza e risplenda in loro la sapienza perché non è nella dialettica degli opposti che si governa un popolo, ma è nell’affermazione della sapienza che si governa un popolo e questa fa fiorire la pace e la buona salute perché tante malattie oggi sono causate dalla situazione sociale in cui il nostro popolo è costretto a vivere: incertezza, mancanza di lavoro, spaccatura delle famiglie con tutto quel bombardamento ideologico, per creare sempre persone sole, spezzare i nuclei, creare mancanza di tessuto sociale a livelli più immediati come rapporti delle famiglie tra di loro nella convivenza di un villaggio, di un quartiere, sono tutte espressioni che fanno sentire che la buona salute è assente, gli ospedali si riempiono, le cliniche scoppiano perché non riescono più a tenere il ritmo delle visite e tutto questo è causato anche da uno stato sociale che non corrisponde alla sapienza.
L’una e l’altra (la pace e la buona salute) sono doni di Dio per la pace e si estende il vanto per coloro che lo amano.
Quindi sono il dono che Dio fa a chi lo ama, a chi cerca la sapienza, ma se non è cercato, amato e temuto il Signore, vengono tutte le forze di morte in un popolo e lo straziano, e i demoni fanno man bassa, come abbiamo sentito nel Vangelo, e non vogliono Gesù: “Che centri tu con noi Gesù di Nazaret?” e dicono a noi predicatori: “Non annunciate il Vangelo, fate della cultura, trasformate la Chiesa in musei che veniamo a vedere come si viveva, come erano i tempi antichi!”Mentre noi non siamo un museo, noi abbiamo una tradizione espressa, noi siamo vita nell’annuncio del Santo
Evangelo.
(19) Egli, Dio, ha visto e misurato la sapienza.
La sapienza è increata perché ce lo rivela la Santa Scrittura, in seguito il Figlio di Dio e il Verbo di Dio e la misura per noi e la misura nella creazione perché si crea l’armonia del tutto come si misura il corpo, le membra sono misurate le une alle altre, per cui se una mano fosse gigante sarebbe sproporzionata al corpo, sarebbe un disonore per il corpo, così nella creazione tutto è armonia nella misura della sapienza ha fatto piovere scienza e conoscenza intelligente, cioè il Signore ha sovrabbondato nella scienza e la scienza è l’esatta conoscenza della verità e nella conoscenza intelligente, quindi in quella conoscenza che coglie la verità, la luce della parola di Dio, coglie la realtà e non tutte le mitologie, tutte le fantasie, tutte le superstizioni con le quali si media la realtà per cui si ha paura di questo, si ha paura di quell’altro: questa è stoltezza e cadono in questa stoltezza quelli che non temono Dio perché hanno paura del gatto nero che attraversa la strada, hanno paura del sale che si rovescia, hanno paura del venerdì segnato col numero diciassette, hanno paura di queste cose superstiziose perché non temono Dio e allora diventano schiavi di quello che San Paolo chiama gli elementi del mondo. E’ chiaro? Perché c’è sempre nell’animo nostro una paura inconscia di quello che non conosciamo e allora diciamo e se poi esco di venerdì diciassette e se poi mi succede qualcosa, allora sto in casa,e se stai poi in casa può darsi che ti cada il candelabro nella testa perché era venerdì sedici dato che tu dici che era venerdì diciassette. Capite, bisogna purificare il nostro intimo con la voce della sapienza.
ha esaltato la gloria di quanti la possiedono.

(20) Radice di sapienza è temere il Signore. Ecco principio di sapienza, pienezza di sapienza, radice di sapienza, allora voi vedete l’immagine della pianta: la radice ha il timore del Signore, il fusto che cresce ha il timore del Signore, la sua pienezza, i suoi frutti hanno il timore del Signore. Infatti i suoi rami sono abbondanza di giorni, ecco sono sovrabbondanza di giorni, il timore del Signore tiene lontano i peccati, che vi persevera respinge ogni moto di collera. Ecco questo punto finale vedete un versetto in corsivo e come tale è uno di quei versetti che il testo ufficiale critico non accoglie e che è stato giunto per altre vie. Ora notate che;

(21) Il timore del Signore tiene lontani i peccati, e la frase dopo chi vi persevera respinge ogni moto di collera.
Si può intendere in due modi. Il primo è la collera del Signore, quindi andrebbe tradotto: respinge ogni collera, cioè il Signore che si adira contro i peccatori, risponde al versetto primo in questo modo, oppure si può intendere che chi teme Dio vince i moti di collera che gli vengono nell’animo contro questa situazione o questa persona e così riesce a dominare se stesso proprio perché dominato dal timore del Signore egli domina se stesso e come tale riesce a vincere i moti primi del suo animo che altrimenti non potrebbe vincere perché chi non teme Dio non può vincere i moti d’ira e nemmeno i moti di concupiscenza perché sono moti talmente viscerali, radicati nell’intimo, che lo fanno da padroni per cui un uomo dice sono fatto così, in realtà chi teme Dio, la forza del timore del Signore diventa controllo non repressione, ma controllo che vuol dire disciplina di questi moti che vengono indirizzati verso il bene e non verso il male. Ecco ringraziamo il Signore per questo dono della sua parola e che il Signore ci aiuti nel leggerla ancora.

Francesca: L’amore di Gesù che vince il timore?
L’amore vince il timore, ma quell’amore di Gesù che vince il timore ha in sè il timore perfetto perché il timore perfetto che consiste in questo rapporto con Dio è proprio la mano. Facciamo un esempio: l’uomo e donna, marito e moglie più si amano, più si rispettano, non l’amore fa l’uomo aggressivo verso la donna o viceversa, al contrario più uno ama, più è rispettoso verso l’altro nel senso che rispetta, lo comprende, lo custodisce e quindi non lo sfrutta ecc, ecc, così nei rapporti umani. Se noi ci amiamo, ci capiamo e questo è il timore che si fa amore però c’è il timore, perché se io ti amo nel senso profondo, nel termine cristiano ho un timore di varcare un confine che è quello del mancato rispetto, dell’offesa e di tutto quello che contribuirebbe a una familiarità sbagliata. E’ in questo senso, quindi nel rapporto con Dio l’amore perfetto caccia quel timore che è la paura, ma instaura quel timore che l’amore stesso implica. E’ chiaro?. Ora continuiamo l’Eucarestia.

Prossima volta Martedì 06/09/2011 SIRACIDE CAP 1 Versetti 22- 24