Don Giuseppe Ferretti – Dialoghi; Siracide CAP. 2 versetti 1 – 6. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose…

2020/01/28, Vergato – Quinto appuntamento con don Giuseppe Ferretti e il suo gruppo che si occupa di leggere e meditare la Sacra Scrittura in particolare il libro del SIRACIDE.

I “dialoghi” pubblicati ora si riferiscono al 2011 ma tuttora sono in corso ogni martedì dalle 18.15 alle 19.30 a Grizzana … è possibile partecipare.

1Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
prepàrati alla tentazione.
2Abbi un cuore retto e sii costante,
non ti smarrire nel tempo della prova.
3Stai unito a lui senza separartene,
perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.
4Accetta quanto ti capita
e sii paziente nelle vicende dolorose,
5perché l’oro si prova con il fuoco
e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.
Nelle malattie e nella povertà confida in lui.
6Affìdati a lui ed egli ti aiuterà,
raddrizza le tue vie e spera in lui.

Don Giuseppe Ferretti
Don Giuseppe Ferretti

SIRACIDE

Siracide CAP. 2 versetti 1 – 6 Martedì 27/09/2011

Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. Affidati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui..

Francesca: I° Versetto: Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione. Penso che l’esortazione sia rivolta al discepolo perché il termine figlio e il servizio sono le caratteristiche del discepolo. Nei Vangeli abbiamo le tentazioni di Gesù e per il discepolo è l’esempio migliore. (Matteo 4) “Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto (è lo Spirito che Gesù ha ricevuto nel Battesimo) per essere tentato dal diavolo, quindi non è Dio che tenta l’uomo, ma il diavolo. Gesù esce dalle tentazioni vittorioso perché è pieno di Spirito Santo e non si lascia separare da Dio, come invece era nell’intenzione del Satana. Infatti nell’ultima tentazione Gesù dice: “Vattene satana” sta scritto infatti: “Il Signore Dio tuo adorerai, a Lui solo renderai il culto”. Quindi la presenza dello Spirito (il Battesimo) è atto a non lasciarsi separare da Dio, è l’arma per vincere le tentazioni. Gli altri versetti, se non sbaglio, sono legati al timore del Signore nella prova e sono fondamentali sempre, ma in particolare nel momento della prova, e Gesù l’idealizza nella sua prova suprema nell’agonia al Getzemani. (Matteo 26) “La prova di Gesù è contro il diavolo, l’inferno, il peccato. Dalla bocca di Gesù non uscirono parole di ribellione verso Dio Padre, ma pregava.”Padre mio non come voglio io, ma come vuoi tu”. Con fiducia filiale Gesù si appella al Padre e si arrende alla sua volontà e con quest’arma ha vinto e ha sconfitto satana. Nelle nostre prove penso che sia importante dire questa preghiera: “Gesù non ti capisco, ma ho fiducia in te, mi abbandono a te.”

Daniela: Solo un pensiero sul primo versetto. Chi vuole servire Dio deve prepararsi a combattere contro le tentazioni che vengono dal nostro cuore. Infatti in Marco 7, 21 dice “dal di dentro, cioè dal cuore dell’uomo, escono le tentazioni cattive”: prostituzioni, furti, omicidi,adulteri, cupidigia, malvagità, inganni, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza, tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo.

Don Giuseppe: Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione. L’introduzione del cap. I° ci ha fatto sentire l’importanza della sapienza unita al timore, quindi i più giovani, appunto i discepoli, come già è stato rilevato sono invitati a mettersi al servizio del Signore e quando si è giovani si è dei sognatori, si pensa che tutto sia facile, che si raggiunga la meta con zelo, con buona intenzione, invece il saggio dice: “Se ti presenti per servire il Signore preparati alla tentazione”, cioè disponi il tuo animo a essere tentato. Proprio perché la tentazione è connessa al rigore con cui si osservano i comandamenti del Signore; per chi non li osserva o li osserva in modo pressappochistico, non c’è bisogno che sia verificato perché già è privo del rigore, ha già di per sé ceduto alla tentazione. Chi vuole servire il Signore con grande rigore, invece, deve prepararsi alla tentazione. Già è stato giustamente rilevato che questa tentazione nasce dal cuore dell’uomo che è incline alla concupiscenza, all’ira, quindi richiede una disciplina spirituale e una conoscenza riguardante le passioni e quindi un discernimento molto rigoroso tra il bene e il male, ma c’è anche il diavolo che non vuole il servizio divino, quindi fa di tutto per stornare l’uomo che serve il Signore, per cui gli suggerisce che non c’è nessun vantaggio, che ci sono solo svantaggi, che alla fine non si diverte, perde tempo, il Signore non è poi così generoso come sembra, non ascolta ecc.., ma c’è anche Dio che mette alla prova, non dobbiamo dimenticarlo, cioè chi si presenta per servirlo lo tenta, lo prova per vedere che cosa ha dentro. Ora questo pensiero è presente nelle divine scritture al Salmo 66, 10 dice: “O Dio tu ci hai messi alla prova, ci hai purificati, come si purifica l’argento”; nella Sapienza al Cap. 3 al v. 5 abbiamo queste parole “In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé, li ha assaggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come offerta di un uomo casto”. Per cui questo è un dato di fondo, nessuno sfugge a questa regola di essere provato.

Abbi un cuore retto e sii costante, ecco le condizioni per lottare: il cuore retto, quindi un cuore che aderisce con semplicità e unità d’intenti alla legge del Signore: sii costante, cioè sii tollerante nella prova e non venir meno, non dire non ce la faccio, prosegui e stai fermo, non ti smarrire nel tempo della prova, non ti smarrire si può anche tradurre, non lasciarti prendere dall’agitazione nel tempo in cui la prova si abbatte su di te, stai saldo, stai fermo e abbi pazienza. Da dove può derivare rettitudine di cuore, costanza, fermezza, lucidità spirituale, lo dice subito:

stai unito a Lui senza separartene, cioè letteralmente dice: attaccati a Lui, attaccati come una colla, stai attaccato a Lui con la mente, con il cuore, con l’anima, con tutto te stesso, con tutte le tue facoltà come sta scritto “Amerai il Signore Dio Tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze” senza separartene, cioè non spostare il tuo occhio interiore da Lui in modo che tu lo hai sempre presente e ti rapporti a Lui sia amandolo, sia pregando perché, ci insegnano i padri, la preghiera sta alla tentazione come l’acqua sta al fuoco; la preghiera spegne la tentazione,

perché tu sii esaltato nei tuoi ultimi giorni, una volta che hai superato la prova tu sarai esaltato dal Signore, alla fine della stessa tentazione tu troverai in te che il Signore ti glorifica, quindi non solo negli ultimi giorni, come dice letteralmente il testo: quando la tentazione è conclusa tu sentirai che il Signore ti accoglie e ti gratifica della Sua amicizia, della Sua grazia e dei Suoi doni.

Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose Accetta quanto ti capita, cosa vuol dire questo? Vuol dire che se tu accetti quello che ti capita ti è amministrato da Dio e non dagli uomini. L’animo di colui che accetta quello che capita sa benissimo che Dio opera in quella situazione e opera per il suo bene, non per il peggio; invece se uno non accetta e si abbandona alle cause, alle situazioni, queste possono anche travolgerlo, finirlo, distruggerlo perché possono agire fattori, persone, cause superiori alle sue forze. Quante persone sono distrutte dalle situazioni: pensate al lavoro, pensate alle famiglie; viceversa chi si colloca negli avvenimenti con l’accettazione della volontà di Dio, quell’avversità è amministrata da Dio in modo tale che non gli faccia male, ma al contrario lo purifica, lo rinnova e lo rafforza. È chiaro? È lo stesso avvenimento, ma chi è in Dio e lo accetta in Dio lo vive in un modo che non vuol dire edulcorato, non vuol dire più facile, no, la prova è dura per tutti, ma amministrata da Dio e accolta in Dio essa porta all’essere esaltati alla fine, come Gesù. E’ stato citato il Signore nel momento della prova, ha agonizzato, ha sofferto moltissimo, direi che la Sua sofferenza è indicibile solo anche dal punto di vista clinico, è una cosa che veramente dà i brividi quello che Gesù ha sofferto, ma il Padre l’ha condotto ed Egli ha accettato tutto dalle mani del Padre e nell’obbedienza del suo disegno e alla fine è stato esaltato. Per questo dice: accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, nelle vicende della tua umiliazione, quando cioè sei umiliato dagli avvenimenti per cui sei offeso, sei trattato ingiustamente, sei oggetto di oppressione; sii paziente nelle vicende della tua umiliazione, porta quel peso e passerai attraverso quella prova

perché l’oro si prova col fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore,

o possiamo tradurre di nuovo “dell’umiliazione” perché è lo stesso termine di prima. Per cui noi vediamo che tutto serve per purificarci dalle scorie che sono in noi e che sono talmente radicate dentro di noi da non servire nella correzione degli altri, perché ci sono situazioni nella nostra debolezza, povertà e anche imperfezione che sono così forti da non riuscire a sradicare quella pianta amara che è in noi; allora, ci dice la parola di Dio, queste vicende di umiliazione che noi dobbiamo affrontare nella vita, se le affrontiamo con pazienza, con umiltà, quindi con forza interiore, vanno a toccare quelle parti profonde di noi e le bruciano, le distruggono, per cui tu ti accorgi che quello che in te non cambiava con sforzi enormi di controllo, di purificazione di te stesso, di richiesta al Signore, in quel momento si purifica, è annientato, c’è un passaggio, e senti la purezza avanzare nella purezza dello Spirito. Per cui gli uomini ben accetti a Dio sono provati nel crogiuolo dell’umiliazione poi, aggiunge il testo, avete visto,

nelle malattie, nella povertà confida in Lui,

cioè in quelle cause che non dipendono dagli altri o di cui anche gli altri possono essere stati causa indiretta, ad esempio le malattie e la povertà, che possono sopraggiungere in un rovescio di situazioni, confida in Lui

affidati a Lui ed Egli ti aiuterà.

Non solo ti aiuterà, ma se vogliamo leggere il testo, ti restituirà alla tua vera condizione, cioè non si è distrutti in Lui, si è trasformati dalla sofferenza, raggiungendo quella forma che è quella stabilita per noi, della nostra perfezione. Raddrizza le tue vie e spera in Lui,

tu non lasciarti prendere dal modo di pensare degli altri, gli altri fanno così, quindi lo faccio anch’io, dalla mentalità comune, tu, se vedi che qualcosa di storto è entrato in te, raddrizza subito le tue vie, cioè dirigiti verso il Signore e spera in Lui, abbi quella speranza che va oltre le apparenze e l’immediato e che si fonda nella salda volontà di Dio che tiene fede alle sue promesse e alla sua parola. Questa è la virtù della speranza, la virtù della speranza non è un ottimismo indefinito, la virtù della speranza è il rapporto con la parola di Dio che ha detto e quindi nessuno può ostacolare la sua volontà. Qui sta tutto, il saggio pertanto ha indirizzato questa parola proprio perché non ci scoraggiamo nella via della vita, nella sequela del Signore, nel fare della nostra vita il luogo per acquisire la Sapienza di Dio e per vedere come tutto quello che ci capita, ci capita per la nostra istruzione, purché noi sappiamo accoglierlo in quest’ottica che il Signore ci apre. Che Dio ci riveli la sapienza e che il Suo timore sia la guida in questo cammino.

Prossima volta Martedì 04/10/2011 SIRACIDE CAP 2 Versetti 7-11

Info e contatti;

Chi desidera partecipare ai dialoghi può contattare don Giuseppe Ferretti. Sacerdote presso la parrocchia di Grizzana Morandi, nel bolognese. Animatore Spirituale di lunghissima esperienza.

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