Svaso della Diga di Pavana: Gli atti, i fatti, le conseguenze per il futuro. Il punto di Igor Taruffi

2020/07/31, Vergato – Segnala Dubbio, il punto del consigliere regionale ER, Igor Taruffi che ci aiuta a capire di più sulle cause che hanno portato allo svuotamento della Diga di Pavana:

SVASO DELLA DIGA DI PAVANA: GLI ATTI, I FATTI, LE CONSEGUENZE PER IL FUTURO.
 
Come avevo anticipato poco più di 48 ore fa, ho fatto quanto mi è stato possibile per ricostruire l’iter degli atti amministrativi che hanno preceduto lo svaso della diga di Pavana e che di seguito riporto.
 
Mi scuso anticipatamente se non sarò brevissimo.
Il 23 marzo scorso la Direzione generale per le Dighe del Ministero delle Infrastrutture e l’Ufficio Tecnico per le dighe di Firenze, evidenziano che nella verifica sismica presentata dal gestore della diga di Pavana, ovvero Enel Green Power, sono emerse “criticità di alcuni elementi strutturali” della diga, connessi allo stato di degrado e alla tipologia stessa della diga.
Servono quindi importanti interventi di consolidamento dell’opera.
Interventi che si stimano in di diversi milioni di euro e che, una volta avviati, dovrebbero durare almeno 5 anni.
L’invaso, per ragioni di sicurezza, va quindi svuotato quanto prima.
La diga di Pavana è nel Comune di Sambuca Pistoiese, quindi in Toscana.
Ma l’area idrica maggiormente interessata è in Emilia-Romagna, quindi è direttamente coinvolto il Servizio Area Reno e Po di Volano della Protezione civile della Regione Emilia-Romagna.
A cui il 24 marzo Enel invia il Piano Operativo per lo svaso del bacino della Diga di Pavana richiedendone l’approvazione.
L’8 maggio la Direzione Generale Dighe del Ministero delle Infrastrutture evidenzia nuovamente l’urgenza dell’intervento e il 20 maggio il Servizio Area Reno e Po della Regione Emilia-Romagna convoca in via telematica la conferenza dei servizi, ovvero il tavolo che riunisce tutti i soggetti interessati, per valutare il Piano Operativo di svaso presentato da Enel.
Alla conferenza, oltre ovviamente ad Enel Green Power, sono convocati per la Regione Toscana il Servizio Difesa del Suolo e Protezione civile, il Servizio Agricoltura caccia e pesca, la Direzione Ambiente ed Energia;
per la Regione Emilia-Romagna il Servizio Tutela e Risanamento Acque e Aria, il Servizio territoriale Agricoltura, Caccia e Pesca.
Sono altresì invitate le Amministrazioni comunali di Sambuca Pistoiese, Alto Reno Terme, Castel di Casio e Gaggio Montano.
Il 5 giugno i diversi Enti e Servizi tecnici svolgono un sopralluogo sulla Diga di Pavana e nel tratto immediatamente a valle della stessa fino poco oltre la confluenza del torrente Limentra nel fiume Reno.
Durante il sopralluogo si da corso ad una simulazione operativa dello svaso.
Tra il 15 e il 25 giugno arrivano i pareri di competenza e le prescrizioni dei vari Enti e Servizi tecnici.
Leggendoli è già chiaro come si metta in conto che le azioni a tutela dell’ecosistema fluviale non potranno che operare in un contesto di limitazione del danno e di successivo ripristino.
 
Perché la salvaguardia della pubblica incolumità, evidenziato dal carattere contingibile ed urgente del provvedimento emanato dalla Direzione Generale Dighe e Ufficio Tecnico Dighe di Firenze, ha la priorità.
E si arriva ad uno dei punti centrale della vicenda.
Nella determina firmata il 6 luglio dal Dirigente del Servizio Area Reno e Po Volano, il Piano Operativo di svaso presentato da Enel è approvato con numerose prescrizioni e “tassative condizioni”.
Tra cui “limitare la movimentazione dei sedimenti del fondo dell’invaso”.
In particolare si prescrive esplicitamente che “sulla base dei valori chimico-fisici rilevati ed osservati a fronte del raggiungimento o superamento dei parametri proposti si dovranno modulare le manovre prevedendo, nel caso di necessità anche la sospensione temporanea dello svaso”.
E “la possibilità di utilizzare la derivazione di Molino del Pallone per immettere acque pulite”.
Tra le prescrizioni ovviamente si dispone che Enel Green Power dovrà provvedere a ripristinare qualsiasi danno.
Ma soprattutto si dispone che nel caso fosse necessario modificare il Piano Enel Green Power ha l’obbligo di chiederne l’autorizzazione agli Enti competenti.
Infine l’ultimo punto.
Scrive il Dirigente del Servizio Area Reno e Po che “l’inosservanza delle condizioni e prescrizioni del presente provvedimento comporterà denuncia all’Autorità giudiziaria”.
In sostanza il Ministero delle Infrastrutture rileva che la diga di Pavana necessita di importanti interventi di consolidamento.
Enel Green Power chiede l’autorizzazione allo svaso.
Procedura che inevitabilmente procurerà danni all’eco-sistema fluviale.
Gli Enti e i Servizi interessati concedono l’autorizzazione con determinare condizioni e prescrizioni per la salvaguardia dell’ecosistema.
Il risultato è stato disastroso.
Quindi il sospetto è che Enel Green Power non abbia rispettato le prescrizioni e quindi dovrà risponderne penalmente.
E l’Assessorato all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna si sta prontamente muovendo in questa direzione.
Oppure, aggiungo io, quelle prescrizioni erano aria fritta e quindi a risponderne dovrà essere chi le ha emanate.
L’unica cosa che non può succedere è che finisca tutto a tarallucci e vino.
Ma non è finita.
Perché una volta effettuato lo svaso, nel periodo di non utilizzo, gli scarichi rimarranno aperti e “al fine di evitare che i danni connessi allo svaso si protraggano nel tempo si dovrà predisporre un piano per tutto il periodo di non esercizio dell’invaso”.
Come recita una delle prescrizioni.
Ora drammaticamente la più importante.
Per non condannare per un tempo indefinito l’ecosistema del fiume Reno.
Foto: Luciano Piacenti