Rita Ciampichetti – I fiori della primavera: la primula
2022/03/26, Vergato – I fiori della primavera: la primula
Qui in mezzo al traffico
C’è un pezzetto di verde
Ed io mi chiedo perché
Mentre nasce una primula
Sto morendo per te
Quelli della mia età, leggendo queste parole, sentiranno riecheggiare nell’orecchio la splendida musica della canzone “Il primo giorno di Primavera” portata al successo dal complesso i Dik Dik nell’ormai lontano 1968. Erano gli anni quando le canzoni, dai testi molto semplici e comprensibili e con melodie orecchiabili, suscitavano emozioni così forti da farle diventare immortali, forse perché eravamo più giovani e ci batteva forte il cuore.
Questa splendida canzone, parla del primo giorno di primavera vissuto da un uomo che però ha perduto il suo amore e che si sente morire, mentre attorno a lui la città continua a vivere la quotidianità e in un prato sta nascendo una primula.
In questo periodo primaverile infatti i negozi dei fiorai espongono numerose piantine di primule dai tanti vivaci colori e ti viene voglia di comperarle tutte per piantarle nel giardino ancora disadorno o nelle fioriere vuote del terrazzo per dare così il benvenuto alla bella stagione e dimenticarsi il grigio dell’inverno.
Questo piccolo fiore della primavera appartiene alla famiglia delle Primulacee e ce ne sono ben cinquecento varietà, nei nostri prati e nel sottobosco troviamo fiorita in questo periodo la semplicissima Primula Vulgaris dai petali gialli e vi racconterò di questa.
E’ simbolo della primavera e della giovinezza e il suo nome deriva dal latino “primus” perché appena la neve scompare e inizia a risvegliarsi la natura è la prima pianticella che vedi fiorire a mazzetti di quattro o cinque fiori di un tenue colore giallo circondati alla base da una rosetta di foglioline di un verde tenero.
Allora pensi che l’inverno sta per finire e come te lo stesso pensiero venne anche agli antichi Greci perché secondo la loro mitologia la prima Primula venne inviata sulla Terra addirittura dal dio Apollo, figlio di Zeus.
A quel tempo l’inverno faceva il prepotente sulle altre stagioni e il suo gelo aveva racchiuso la primavera sotto una spessa coltre di ghiaccio, allora gli animali dei boschi, stanchi della situazione creatasi, richiesero un intervento divino. Apollo, dio del Sole, inviò sulla Terra una prima Primula magica con il compito di domare il gelo e di liberare la primavera. Da allora l’inverno fu tenuto a rispettare il ciclo delle stagioni ed ogni anno fu incaricata la Primula a ricordarglielo.
Un’altra legenda racconta che un giorno San Pietro venne a sapere che il Signore si era procurato un altro mazzo di chiavi del Paradiso e allora gettò le sue dal cielo. Nel punto in cui le chiavi arrivarono al suolo nacque la prima pianta di Primula. Mi ha sempre stupito di come la tradizione popolare in racconti e leggende fa compiere azioni e provare sentimenti molto umani a Santi e Divinità.
In Inghilterra e precisamente nella contea del Somerset le primule della varietà Veris che hanno il capo pendulo sono perciò conosciute con il nome di “bunch of keys o pile of key” che significa appunto “mazzo di chiavi”.
Nel Regno Unito poi la primula è diventata un vero e proprio portafortuna e si ricorda ancora come l’umile primula era il fiore preferito del ministro inglese Disraeli, famoso perché introdusse nel 1876 il Royal Titles Act con cui la regina Vittoria ottenne il titolo di Imperatrice d’India, ponendola così allo stesso livello dello zar russo. Pensate che in una corrispondenza privata con la regina Vittoria questo ministro conservatore le propose di “ripulire l’Asia centrale dai moscoviti e spostarli verso il Mar Caspio” e per contenere l’influenza russa, egli sostenne l’invasione dell’Afghanistan e siglò la Convenzione di Cipro con la Turchia con cui strategicamente questa isola veniva posta sotto il controllo della Gran Bretagna. A volte rileggendo la storia si imparano aspetti interessanti che ti fanno comprendere meglio quella contemporanea.
Non divaghiamo e torniamo ad occuparci del nostro fiore di primavera, a questo proposito la storia riporta che quando Disraeli si inginocchiò davanti alla regina Vittoria per offrirle appunto la corona delle Indie, ricevette dalla sovrana, come gesto simbolico proprio un mazzolino di primule. Disraeli le amava così tanto che ai suoi funerali tutti i conservatori misero addirittura questo fiore all’occhiello.
Fino all’Ottocento una credenza popolare affermava che chi riusciva a toccare con un mazzolino di primule una Roccia delle Fate questa si apriva consentendo l’accesso al loro regno segreto, il problema da risolvere era che il cercatore doveva comporre il mazzolino con il numero preciso di primule richiesto per compiere questo rito magico, una sola primula in più o in meno rispetto al numero prestabilito e la malasorte avrebbe colpito l’incauto soggetto con tremende sventure.
Un tempo venivano chiamate Rocce delle Fate i dolmen provenienti dall’età preistorica, per gli archeologi sono monumenti funerari, per le credenze magiche di quel tempo e forse anche di oggi, per chi ci crede, erano le porte nascoste di ingresso al mondo magico delle Fate.
Il nome di questo fiore dall’aspetto così innocente è stato utilizzato anche per indicare una persona di dubbio comportamento, infatti il modo di dire essere una “primula rossa” si riferisce a chi, ricercato dalla polizia, riesce sempre con furbizia e grande abilità a fuggire e a fare perdere le proprie tracce.
Questo modo di dire trae la sua ispirazione dalla “Primula rossa”, un ciclo di romanzi di avventura scritti agli inizi del 1900 dalla baronessa Emma Orczy che descrivono le imprese di un personaggio misterioso che, nella Parigi del 1792 durante il Regime del Terrore, aiuta gli aristocratici perseguitati dal regime a sfuggire dalla ghigliottina e a riparare in Inghilterra. La Primula rossa è costantemente braccato dalle forze dell’ordine rivoluzionarie ma con rocambolesche fughe riesce sempre ad evitare l’arresto.
Dal punto di vista officinale la Primula ha molte proprietà.
Possiede virtù analgesiche, antinfiammatorie e antireumatiche grazie alla presenza di due derivati dell’acido salicilico.
I fiori contengono flavonoidi e carotene (pro-vitamina A, che ha un effetto antiossidante nell’organismo) ed il loro infuso allevia l’emicrania e la cefalea con una azione antispasmodica, le foglie invece presentano una elevata quantità di vitamina C.
La radice è ricca di saponine con proprietà espettoranti e mucolitiche e quindi è un rimedio naturale contro raffreddore, bronchite e altre infiammazioni delle vie aeree.
Le tisane e i decotti agevolano il sonno, sono utili contro il nervosismo perché ha proprietà sedative e calmanti, aiuta contro i dolori reumatici
Una bevanda che migliorerebbe la circolazione del sangue è il così detto “vino di primula” ottenuto mettendo in infusione dei fiori di primula per qualche giorno in una bottiglia di vino bianco.
E’ una pianta commestibile, si possono raccogliere le foglie fresche di primula, quelle più tenere per utilizzarle crude in insalata, hanno un sapore dolce che si sposano bene con la lattuga.
Le foglie più vecchie invece, dopo averle sbollentate per qualche minuto, si consumano come gli spinaci, spadellate con il burro e forma oppure condite con olio, sale e limone.
I fiori invece sono ideali per fare frittate, frittelle ed anche per un buon risotto.
Sia i fiori che le foglie si possono essiccare e addirittura c’è chi mette via i boccioli di primula sotto aceto o sotto sale come si fa con i capperi!
Adesso che le piantine di primula sono in piena fioritura e le foglie tenere vi consiglio di provare a fare il risotto che è di una semplicità infinita.
Rosolate la base di cipolla tritata finemente in due o tre cucchiai di olio extravergine e una volta imbiondita fate tostare il riso, sfumatelo con il vino bianco. Evaporato l’alcool del vino si aggiungono circa una quindicina di foglie di primula spezzettate portando il riso a cottura con bordo vegetale. A cottura ultimata aggiungete anche qualche fiore di primula e mantecate con una noce di burro. Il piatto si può guarnire con qualche fiore fresco.
Utilizzate ovviamente quelle che crescono spontaneamente nei boschi e nei prati possibilmente in posti lontani da fonti di inquinamento.
Un altro piccolo fiore della primavera vi aspetta prossimamente per svelarvi nuove curiosità riguardo questi doni che la Natura ci dà senza chiedere nulla in cambio se non un po’ di rispetto.
Rita Ciampichetti 03/2022