Prorogata al 18 dicembre 2022 la mostra “Gli uomini che piantavano alberi” organizzata dal “Comando Regione ER Carabinieri Forestale
2022/12/07, Bologna - ANCORA APERTA FINO AL 18 DICEMBRE LA MOSTRA “GLI UOMINI CHE PIANTAVANO ALBERI” CON VISITE GUIDATE GRATUITE PER SCUOLE E CITTADINI.
Previsto inizialmente per il 21 novembre è stato prorogato al 18 dicembre 2022 il termine della mostra “Gli uomini che piantavano alberi” organizzata dal “Comando Regione Carabinieri Forestale “Emilia Romagna”, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Agricoltura, il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e il supporto di Genus Bononiae. Musei nella città. Programmato un intenso calendario di visite guidate gratuite con i curatori della mostra: per le scuole tutti i giorni feriali dalle ore 10 fino alle ore 15.00 e per i cittadini interessati tutti i pomeriggi dalle 15.30 alle 17.30 e il sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30 da lunedì 12 dicembre fino al 18, ultimo giorno della mostra.
Bologna, 7 dicembre 2022 – Gli alberi, il bosco ceduo e la foresta vetusta, il paesaggio, le comunità, le infrastrutture verdi costruite con sapienza e impegno monumentali, i gesti, le azioni e i luoghi che oggi accolgono chi cammina e chi sosta. La cura e la manutenzione della Natura sono incise sulle opere che contrappuntano la gestione forestale nazionale – sentieri, canalizzazioni, ponti, sistemazioni idrauliche, briglie, rimboschimenti e vivai sono il grande cantiere verde, la trama, la tessitura che ha inventato il bosco come oggi è vissuto e conosciuto - luogo di socialità, cultura, educazione civica, presidio di biodiversità. Il Corpo Forestale dello Stato, ora componente ad alta specializzazione dell’Arma dei Carabinieri, è storicamente una presenza solida e discreta di prossimità che ha alimentato la fiducia, il rispetto e la confidenza con l’ecosistema. La memoria trattenuta negli archivi è fatta di documenti e reperti che testimoniano un incrocio virtuoso tra pratiche, discipline e competenze, dove la dimensione tecnica e l’ingegneria, la botanica e la zoologia, le scienze agrarie e forestali hanno dato vita per 200 anni alla cura quotidiana del Vivente, di cui la Casa Forestale è simbolo e metafora. Quello del Corpo Forestale nella sua lunga storia è stato un modello di educazione alla sostenibilità bottom up che ha coinvolto trasversalmente persone, comunità, storie e geografie. Con questa consapevolezza, che tiene conto della complessità e della coabitazione tra i paesaggi naturali e metropolitani, agrari e rurali, fino ai paesaggi dell’arte e dalla tecnologia digitale, il Comando Regione Carabinieri Forestale Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Agricoltura, col contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e il supporto di Genus Bononiae. Musei nella città, ha organizzato la mostra “Gli uomini che piantavano alberi”, in occasione dei 200 anni di fondazione del Corpo Forestale dello Stato. Il progetto costituisce anche un importante momento formativo per tutte le Istituzioni scolastiche del II ciclo di istruzione, in particolare gli Istituti Tecnici Agrari grazie ad un accordo tra l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e il Comando Regione Carabinieri Forestale.
“L’interconnessione dei temi e delle relazioni legate al Paesaggio ci hanno convinto ad elaborare una proposta culturale ampia, trasversale e sistemica – dice Fabrizio Mari, Comandante della Regione Carabinieri Forestale Emilia Romagna - Accanto alla mostra – essenziale per la valorizzazione di una storia unica della nostra comunità nazionale – non sono ignorabili le grandi domande che interrogano l’uomo contemporaneo rispetto all’ambiente, alla Natura, alla metamorfosi indotta dalla crisi climatica. Abbiamo chiesto a scienziati, medici, artisti, monaci, filosofi, scrittori, architetti, divulgatori, studiosi, operatori della cultura e del terzo settore di aiutarci a comprendere la complessità e i punti di vista che siamo chiamati a considerare nella missione attuale di Carabinieri Forestali. Accanto alle domande sono degne della massima attenzione anche le motivazioni che sono all’origine della viandanza, una pratica sportiva e salutista ma soprattutto un desiderio di conoscenza individuale che si completa solo nell’esperienza della relazione. La Mostra, i Dialoghi, i Cammini ci hanno impegnato in un programma dove la memoria delle matrici diviene un’appassionante e promettente prospettiva. Al centro della quale sta l’educazione, ed è per questo che abbiamo deciso di prorogare la mostra consapevoli di quanto il ruolo della scuola sia essenziale per la formazione di una matura ed emancipata coscienza ambientale, allo stesso tempo coscienza di luogo e appartenenza universale”.
Curata da Pierangelo Bellettini e Aldo Terzi, la mostra prende spunto dal racconto dello scrittore francese Jean Giono, che nel libro “L’uomo che piantava alberi” narra la storia d’invenzione del pastore Elzéard Bouffier capace, con la sola forza del suo impegno, di riforestare da solo un’arida vallata ai piedi delle Alpi francesi. Gli apparati presentano l’immane progetto di forestazione, sistemazione idrogeologica dei bacini montani degli Appennini, i lavori di bonifica della pianura e delle coste, condotto tra il 1822 al 2022. Il progetto rende omaggio ai Forestali, prima Corpo Forestale e oggi nell’Arma dei Carabinieri, artefici e custodi, nel tempo, di un lungimirante e visionario progetto di trasformazione del paesaggio nazionale, con scelte e azioni che sono un omaggio al lavoro svolto, e un’occasione per riflettere su una moderna e saggia politica ambientale.
L’esposizione parte dalla storia dell’Amministrazione forestale che ha interessato il territorio italiano a partire dall’inizio dell’Ottocento, in particolare quello dell’Emilia-Romagna. Un progetto che coglie la trasformazione del paesaggio, la vita e il lavoro delle popolazioni dell’Appennino, i progetti di sistemazione idraulico-forestali, la biodiversità, l’educazione e la cultura forestale, con immagini fotografiche, documenti, disegni, progetti e oggetti che ripercorrono le attività svolte dall’Amministrazione Forestale dalla sua nascita ad oggi. Le condizioni di vita e il lavoro degli uomini e delle donne dell’Appennino, durante la seconda metà del secolo scorso, sono descritte attraverso immagini che immortalano lavoratori e lavoratrici impegnati in vivai e cantieri forestali, azioni concrete di contrasto all’abbandono dei territori montani e collinari. Alcune bacheche descrivono le tecniche agronomiche, forestali e ingegneristiche utilizzate per la sistemazione dei bacini montani, ovvero, briglie, opere di difesa delle sponde, strade, ponti, rimboschimenti, vivai mentre altre descrivono la storia delle Riserve Naturali Statali presenti nel territorio regionale a tutela della biodiversità di queste aree. La parte finale della mostra è dedicata alla storia della festa degli alberi, alla divulgazione ambientale e alla presenza dell’Appennino e dei forestali nella cultura di questo territorio. Il materiale presentato proviene dagli archivi storici del Corpo Forestale dello Stato e dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, conservate presso la Biblioteca d’Arte di San Giorgio in Poggiale.
Informazioni
“Gli uomini che piantavano alberi”
Luogo: Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale (Bologna, via Nazario Sauro 20/2) Data: 22 ottobre – 21 novembre 2022.
Mostra prorogata al 18 dicembre 2022
Orari: lunedì-sabato 10-18 / domenica e festivi 15-18
Per le scuole sono previste visite guidate (della durata di circa 1 ora e mezza) ogni giorno dal lunedì al sabato con i seguenti orari: 10/11.30, 11.30/13, 13/15.30.
Per i cittadini da lunedì 12 dicembre a domenica 18 dicembre tutti i giorni dalle 15.30 alle 17.30; Sabato 17 dicembre dalle ore 10.30 alle 12.30.
Prenotazione al numero 051.5274317 o per mail all’indirizzo 043984.001@carabinieri.it
del Gruppo Carabinieri Forestale di Bologna e Ferrara.
INGRESSO GRATUITO
CALENDARIO VISITE GUIDATE PER LA CITTADINANZA
Gli incontri, i dialoghi e i cammini
La mostra fa parte di un progetto che è stato inaugurato il 21 ottobre scorso nel corso di un incontro che si è aperto con l’omaggio a Fabio Clauser, il centenario e leggendario “uomo che ha piantato alberi”, guidato la gestione delle foreste demaniali, delle foreste casentinesi e della riserva di Vallombrosa, il preveggente che ha visto il futuro nella riserva integrale di Sasso Fratino, un esempio emblematico di “selvicoltura mistica” legata alla dimensione spirituale dei luoghi. Significativa la partecipazione di autorevoli rappresentanti della comunità istituzionale, religiosa e militare - S.E. Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI; Antonio Pietro Marzo, Comandante delle Unità Forestali, Ambientali, Agroalimentari Carabinieri; Paolo Beghelli, Presidente Fondazione CARISBO; Filippo Sassoli De’ Bianchi, Presidente Genus Bononiae; Giorgio Cantelli Forti, Presidente Accademia Nazionale di Agricoltura.
All’interno della mostra, i Dialoghi – curati e condotti da Cristiana Colli – hanno coinvolto professionisti e autori importanti della scena culturale, accademica e scientifica nazionale e internazionale come David Monacchi, Paola De Pietri, Enrico Brizzi, Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli, Piermaria Corona, Giorgio Vacchiano, Alessandro Chiarucci, Mauro Agnoletti, Carlo Blasi, Carla Di Francesco, l’Abate Giuseppe Casetta, Gianfranco Marchesi. Con loro Silvia Biondini, Livio Pedrana e Sara Aielli, ufficiali che ogni giorno – con ruoli e in territori diversi - sono impegnati nelle attività ordinarie e straordinarie di tutela e valorizzazione del patrimonio forestale. La ricchezza delle riflessioni conferma la centralità del paesaggio come sintesi dinamica tra forze della natura e attività antropiche, tra contemplazione narrazione e progetto. Ineludibili le frontiere verso le neuroscienze, la vita del creato, la fragilità delle risorse, le forme della conoscenza sensibile, la cultura dei borghi, dei patrimoni e delle nuove forme di residenza. I 4 appuntamenti - “Il bosco corpo vivo”, “L’invenzione della Natura”, “I segni e i significati”, “Il Tutto che ci unisce” - sono stati l’ideale matrice di un’esperienza fatta di riverberi e interconnessioni dentro la complessità della sfida ecologica.
In parallelo, i Cammini, coordinati dai Gruppi Carabinieri Forestale provinciali, e realizzati con l’aiuto dell’Associazione Nazionale Forestali (ANFOR), in collaborazione con gli esperti del CAI (Club Alpino Italiano), hanno offerto ai circa 500 partecipanti un’esperienza unica di contatto e conoscenza di ambienti forestali eterogenei – dalle aree interne collinari e montuose a quelle anfibie del Delta del Po – tutti interessati dai lavori di trasformazione e rimboschimento tra il 1930 e il 1970. Le 6 escursioni hanno toccato tutta la Regione Emilia-Romagna, mostrato la varietà dei paesaggi e delle questioni correlate, sui confini con le Marche e la Toscana – dalle Riserve della duna costiera ravennate e foce del Bevano a quella di Guadine – Pradaccio, ai Parchi del Sasso Simone e Simoncello, dell’Alto Appennino Modenese e del Corno alle Scale, fino all’anello del Monte Fumaiolo.
COMANDO REGIONE CARABINIERI FORESTALE EMILIA-ROMAGNA
Gruppo di Bologna