Chiese abbandonate dell’Appennino – Sant’Andrea a Savignano di Grizzana

2023/04/11, Savignano di Grizzana – Dopo la Chiesa di Prada, cadente e abbandonata il viaggio continua. A una decina di chilometri ci segnalano la vecchia Chiesa di Savignano (Grizzana Morandi), appena passata la Rocchetta Mattei ecco la stradina che porta al pregevole borgo dove case antiche e moderne si mescolano. Basta seguire le frecce “Cimitero” ci avevano detto… e si arriva ai ruderi di un luogo di passata memoria. Tenersi a debita distanza è d’obbligo essendo area non delimitata ma in serio pericolo per il visitatore incauto.

La chiesa priva di facciata e con un tetto ormai cadente mostra segni di crepature che ne fanno presagire un prossimo crollo definitivo. Ma la sua sagoma va ad aggiungersi come quarta cima al Gruppo Montovolo – Vigese con la rocca di Vigo alla sua destra.

Abbiamo resti di epoca romana, greca ed etrusca e non riusciamo a conservare tracce della nostra cultura recente? Diceva il professore…. ma le spese sarebbero enormi, a meno che! Se si vuole si può, il panorama è bellissimo laggiù nella valle dove il castello della Rocchetta Mattei emerge.

Scrive il Ruggeri Sopra una fertile ridente collina che specchiasi nelle acque del Reno e della Rimenzia, sorgeva sin dall’undecimo secolo un forte e popolato castello, cui davasi il none di Longa- Reno (Lungo al Reno). Rimangono le acque dei fiumi, e l’ubertoso colle ; un piccolo villaggio pittorescamente vi si asside sul dorso; numerose iscrizioni ed anticaglie si rinvengono di tanto in tanto a rammentarne la cessata esistenza ; ma noi ignoriamo e l’epoca e la ragioni della sua distruzione.

Non lungi da questo villaggio, che ora chiamasi Savignano, e precisamente alle falde del colle verso ponente, sorse nei tempi di mezzo un ponte di cinque archi, che il Senato di Bologna edificò per unire le due sponde del fiume, e per agevolare alle milizie la via di Casio e di Verzuno, che di frequente erano invasi dai ladroni e dai nobili fuorusciti. La strada da questo ponte poggia sino alla sommità del colle con giravolte che non hanno mai fine; e quivi alla metà dell’erta innalzasi ancora la torre di Monteleone ( una delle antiche rocche ) sopra di tra poggio, alle radici del quale la Rimenzia (ndr; Limentra) si marita col Reno. I dintorni di questa torre sono ridenti, irrigati e fertilissimi. La parrocchia poi è attorniata da orti e prati, che chiudono nel fronzuto lor seno una fitta famiglia di piante, tra le quali primeggiano i peschi, i nocciuoli, gli alberi da fichi, i gelsi ed i mandorli ed il terreno adiacente à scompartito in campi con viti, chiusi da siepi vive e benissimo coltivati.


Le politiche vicissitudini di questo luogo (che l’istoria in antico chiamò sempre Longareno, e da soli cinque secoli Savignano ) si restringono alle seguenti « cioè che prima del tredicesimo secolo reggevasi a comune, e nel 1216 fu dato come feudo da Onorio III ad Alberto conte da Prato, il quale lo tenne sino alla di lui morte. In appresso poi si assoggettò al Senato bolognese, il quale nel 1303 fece restaurare il ponte di Reno, detto oggi Ponte di Riola, e mandò soldati e vettovaglie per presidiare il castello. Nel 1170 fu da Paolo II conceduto a Virgilio Malvezzi, la di cui famiglia ne conservò il dominio per soli otto lustri, dopo i quali, e precisamente nel 1514, Leone X ne investi il conte Alessandro Antonio Volta. Questa nobilissima prosapia continuò nel possesso di Savignano e d‘altre comunità sino al 1610, nel qual’anno gli abitanti si affrancarono colla cessione di alcune terre e caseggiati, e si sottomisero nuovamente al bolognese Consiglio. Finalmente nel 1796 le cose erano nello stesso piede, quando un nuovo riparto del contàdo aggregò questo territorio al comune di Tavernola , e lo sottopose come trovasi oggigiorno alla giusdicenza di Vergato.
Savignano fu parrocchia in tempi a noi remoti, e prima del 1378, perchè nel Campione di quest’epoca vedevi indicata fra quelle che componevano il plebanato di Verzuno, a cui è ancora soggetta. Nel 1416 il B. Nicolò Albergati Vescovo di Bologna l’unì al Capitolo Metropolitano di S. Pietro; e quindi il gius patronato era prima dei parrocchiani, passò ai RR. Canonici, i quali ne hanno anche oggidì il pienissimo esercizio. Fu anzi allora prescritto che la solennità più grande di questo luogo dovesse farsi nel 29 di Giugno, quando la celebravano i RR. Patroni ; ma la legge non durò gran tratto, poiché da tempo immemorabile quivi invece si celebrano le maggiori feste nel lunedì di Pentecoste, e nell’ultimo giorno di Novembre.
L’attuale chiesa parrocchiale è di antichissima forma , lunga piedi 49, e larga 18, col palco a travi, squallida e cadente. Forse è la prima che fu quivi innalzata, perchè mostra i ristauri e le costruzioni che in diverse epoche vi si fecero onde sostenerla. Ha tre cappelle, la maggiore delle quali dedicata al Santo Patrono, una alla Beata Vergine, l’altra a S. Antonio. Ha il pulpito ed una cantorìa con piccolo organo, e fra le poche suppellettili di sagrestia vantano baldacchino di ricca stoffa e di stupendo lavoro, che sembra più presto destinato alle pompe d’una grande città, che alle modeste processioni di una parrocchia villereccia.

Questo magnifico arredo venne fatto or son pochi anni a spese de’ popolani e dell’ Azienda, impiegandovi vistose somme di denaro, quante forse bastavano a rifabbricare la chiesa. Ora però che i muri si fendono e che può temersi uno scoscendimento, il Reverendo parroco Annibale Mattioli eccita la pietà dei parrocchiani per trovar mezzi di edificare un nuovo tempio, di erigervi una torre, e di acquistare un concerto di campane.
A una si trista condizione della chiesa fanno contrasto due belli Oratori di moderna costruzione. Il primo è quello del SS. Salvatore, che serve di cappella mortuaria al cimitero nelle adiacenze della parrocchia. L’altro (edificato nella fine dello scorso secolo da Francesco Marata sulla cima del colle ) è dedicato alla B. V. del Suffragio ed è frequentemente ufficiato.


Dalle notizie ecclesiastiche ritornando alla topografia del territorio, concluderemo che l’estensione sua i assai vasta , circondandolo le parrocchie di Montecavalloro, Affrico, Rocca Pitigliana, Bombiana, Casio, Vimignano, e Verzuno; che un lungo tratto di terreno incolto e deserto lo separa da Casio , ove è la ruina di Faldo, celebre pei ladronecci che vi commettevano i banditi nei secoli XII, e XIII ; ma che però in generale può considerarsi tra i meglio coltivati della montagna, abbondando quivi ogni maniera di cereali e di frotta. Trovasi distante 26 miglia al sud di Bologna, ove può recarsi per la via nuova rotabile dietro Reno. I suoi abitanti sono circa trecento e si occupano nella coltura de’ campi ed il loro carattere è quale debb’ essere quello di un popolo industre : amore al travaglio, indole tranquilla, e bontà di costumi.

Ciò poi che qui più allieta la vita è la dolcezza del clima. Quando sul finire di Marzo le nevi e le brine tengono d’ogni intorno la natura ancor spenta , quivi si passeggia lungo le sponde dei fiumi al raggio di un sole che ristora e non incomoda, innoltrandosi sulla collina, si vedono mandorli e ciliegi coperti di fiori, e si trovan gli erbaggi più cari pieni di rigoglio nonché di vita. E questo è poco. Si premono sentieri orlati di bianchi fioretti e di mammole ; si veggon pascolare le greggi cogli agnelli già adulti e scopronsi nelle siepi i primi sviluppi della vegetazione. Questo tepor d’aria, questo sorriso della natura nella stagione si nojosa altrove ed ingrata fa di un simile paese la più cara dimora estiva ed il miglior soggiorno che sulla montagna si trovi.
Dott. Luigi Ruggeri.

NDR: Un ringraziamento a Patrizia per l’assistenza durante la visita a Savignano di Grizzana

PATRIMONIO CULTURALE EMILIA ROMAGNA – Ope legis: complesso 037031_D

Identificativo: 15895
Nome: Chiesa di Sant’Andrea di Savignano
Proprietario: Proprietà ecclesiastica
Provvedimenti:
Dati aggiornati il: 06/07/2015
Foto: Vergatonews24.it (con teleobiettivo senza accedere al rudere)

Indirizzo: via Cà di Samba – loc. Savignano
Comune: GRIZZANA MORANDI
Provincia: Bologna
Diocesi: Arcidiocesi di Bologna
Coordinate GPS (lat/lon WGS84): 44° 13′ 12.4211” – 11° 3′ 5.1264”

Attualmente le celebrazioni avvengono presso l’Oratorio della Beata Vergine del Suffragio a poche centinaia di metri di distanza.

La Rocchetta Mattei dal Piazzale Chiesa S. Andrea di Savignano di Grizzana

Pubblicazione a titolo informativo, si declina qualsiasi responsabilità per danni ad incauti visitatori. Pericolo di crollo.

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