25 aprile a Vergato – La “partecipazione” la novità del 2023. Guarda il video

2023/04/25, Vergato – Oggi sarebbe stato contento Padre Antonio che col suo messaggio del 2014 (Ascolta il video in fondo pagina) ha anticipato almeno come desiderio la presenza a questa celebrazione di una “grande folla” se confrontata con le manifestazioni precedenti ci si può dire “soddisfacente”. Buon segno!

25 Aprile Festa della Liberazione. Autorità militari e civili presente all’evento, cittadini, associazioni, volontari e la presidente dell’ANPI vergatese, Sandra Focci con la ex. vicesindaca Giuliana Degli Esposti, i bambini seguiti dai maestri o professori… tutti nel video a ricordo della giornata.

Lo sguardo si volge tra i cespugli che attorniano il monumento ai caduti, in cerca di un volto da sempre immancabile…. qualcuno è andato per età... dice il poeta cantautore.

La cerimonia a Vergato – Versione YouTube. Lo puoi vedere sul tuo TV Smart con tasto trasmetti da cellulare…

Il discorso di rito tenuto dal sindaco Giuseppe Argentieri da ascoltare nel video.

Cari concittadini e care concittadine vergatesi, bambine e bambini, ragazzi e ragazze dell’IC di Vergato e Grizzana Morandi, l’ANPI, le Forze dell’Ordine, le associazioni combattenti, gli Alpini e l’Associazione Culturale Islamica.

vi ringrazio per essere intervenuti numerosi anche quest’anno alla celebrazione del 25 aprile, una ricorrenza che costituisce un pezzo incancellabile della nostra storia e identità nazionale.

Noi tutti abbiamo sperato che si potesse festeggiare questa data anche con la fine della guerra in Ucraina e in una situazione mondiale dominata dal segno della pacifica coesistenza tra le nazioni.

Lo stesso video in Versione Facebook

Invece no! Guerre e tensioni pericolose sono in atto nel mondo, tanto da far dire al Papa, e non solo a lui, che siamo già dentro a una terza guerra mondiale.
Purtroppo continua ancora la brutale aggressione militare da parte della Russia ad uno Stato indipendente come l’Ucraina e tutto quel popolo, nonostante l’altissimo numero di vittime innocenti, continua la sua eroica resistenza.
Tutti i paesi liberi e democratici del mondo, tra cui l’Italia, stanno dalla parte del popolo ucraino. Dobbiamo perciò continuare a fare ogni sforzo per aiutarlo a resistere e a vincere.
Essere per la pace non può significare la resa né la sottomissione dell’Ucraina alle ragioni di potenza della Russia, ma cercare il modo in cui i combattenti possano al più presto sedersi con pari dignità a un tavolo di trattativa.

La festa di quest’anno, 78 anni dopo la liberazione, rappresenta ancora una volta un doveroso omaggio ai nostri concittadini che sono morti in guerra, soldati e vittime civili, e un sentito ringraziamento a tutti i vergatesi che si sono impegnati per la ricostruzione del paese e delle frazioni,con uno sforzo riconosciuto
dalla medaglia d’oro appesa sul nostro gonfalone.
La festa del 25 aprile è anche un’occasione utile per riflettere ulteriormente sulla nostra storia italiana e per mantenerne viva la memoria presso le giovani generazioni.
In realtà, come ha scritto Claudio Pavoni, uno storico largamente apprezzato, negli anni più bui della seconda guerra mondiale, in Italia furono combattute non una, ma tre guerre.
La prima fu combattuta contro l’occupazione militare nazista di larga parte del territorio nazionale e fu a tutti gli effetti una grande guerra patriottica. Soprattutto dopo il tradimento della patria, dell’8 settembre 1943, da parte del Re e di Badoglio, la maggioranza degli italiani percepì nettamente che il primo nemico da respingere era l’occupante nazista tedesco.

Un vero spirito patriottico unì tra di loro, ad esempio, le migliaia di soldati e ufficiali italiani che sul fronte di Cefalonia decisero di morire combattendo in condizioni impari contro i nazisti.Contemporaneamente con quello stesso spirito migliaia di giovani partigiani andavano a combattere sulle nostre montagne.
L’onore e il ricordo sono dovuti a tutti costoro che sono caduti per ridare libertà e dignità alla nostra patria.
Ci fu anche una seconda guerra, quella tra italiani, tra fascisti e antifascisti, quella che fu, dunque, una guerra civile e che ebbe qualche forma di prosecuzione anche dopo il 25 aprile e che trovò una prima riconciliazione con l’amnistia varata agli inizi del 1946 da Togliatti, ministro della giustizia del governo De Gasperi.
Le ragioni delle due parti sono state giudicate ormai definitivamente dalla storia. Non ci sono dubbi, da una parte c’erano i valori della libertà e della democrazia, dall’altro quelli dello Stato autoritario e
corporativo. Ma questo giudizio netto non cambia la natura di quella che fu una vera guerra civile, con tutte le atrocità e le vendette fratricide ad essa connesse. Sarà un bene per l’Italia quando ogni traccia di quella triste memoria sarà rivissuta in uno spirito di riconciliazione, come abbiamo avuto occasione di
sottolineare anche l’estate scorsa a Tolè, alla presenza dal cardinale Zuppi, in occasione della presentazione del libro di Gabriella Sapori.
Appartiene ormai alla storia d’Italia anche tutta l’esperienza politica di questo lungo dopoguerra, con il suo solido percorso di condivisione dei valori di libertà e democrazia, diventati un patrimonio di tutti, sancito dai nostri ordinamenti costituzionali e affidato all’alternanza di governo di maggioranze politiche
liberamente scelte dai cittadini.
Credo che anche questa seconda guerra tra fascisti e antifascisti sia finita da tempo. E qualche singolo episodio di delinquenza, da reprimere con la severità delle leggi, non può essere assunto da nessuno a pretesto per rilanciare le ragioni di un conflitto che da tempo sta ormai alle nostre spalle.
Chi oggi pensasse di dover ridare fiato a quel conflitto farebbe meglio a ricercare su altri terreni le proprie ragioni di lotta politica.


Ce ne sono mille di cose da fare, di emergenze a cui far fronte, di problemi non facili da risolvere. Il mondo si fa sempre più complicato e bisogna essere capaci di guardare avanti, senza rievocare i
fantasmi del passato.
La terza guerra di cui parla Claudio Pavone è quella dei proletari contro i padroni, che animava soprattutto una parte politica della resistenza e che, come tutte le guerre, ha fatto anch’essa le sue
vittime.
Neppure oggi mancano le buone ragioni per rivendicare con forzala dignità del lavoro,i diritti dei lavoratori e soprattutto il diritto di accesso a un lavoro dignitoso per i giovani disoccupati. Come dice
l’art. 3 della nostra Costituzione: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli economici e sociali che impediscono la partecipazione effettiva dei cittadini alla vita economica e sociale del paese.
Vanno rivendicate con forza, certamente, le ragioni dei lavoratori e dei ceti più deboli della società, ma senza alcuna guerra sociale, sempre nel rispetto rigoroso delle leggi e dei valori della democrazia.
Con questo spirito di pace, di verità e di concordia, auguro a voi e a tutti i vergatesi un buon 25 aprile.

Viva la Resistenza!
Viva il 25 Aprile! Viva la Libertà!
Viva Vergato! Viva l’Italia

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