Rino Nanni – Le amministrative del 1951 e del 1956: il prete esce menando pedate per cacciare la gente…
2023/05/08, Vergato – LE AMMINISTRATI’VE DEL 1951 E DEL 1956 (Pag. 88 – 95)
All’inizio del 51 fui cooptato nel C.F. ed immesso nella Commissione federale della montagna.
Nel federale sarò poi riconfermato ininterrottamente e vi faccio parte tuttora, anche se credo che dopo 30 anni esatti, sarebbe giusto andare ad una rotazione con qualche forza giovane.
Questo fatto mi dette maggiore autorità. Inoltre il fatto che tenessi testa a Buriani e a tutto il vecchio gruppo dirigente, che godessi dell’appoggio di Quadri Antonio (che mi ha sempre sostenuto e voluto bene come a un figlio) di Primo Sabbioni (di cui devo dire altrettanto) che avessi i contatti con la gente, che facessi comizi e riunioni e che anche come carattere mi fossi reso in qual che modo più popolare di altri, aveva creato attorno a me l’adesione del nuovo gruppo dirigente.
La lotta interna al Partito in quel momento era tesa ad escludere Buriani dalla lista. La Federazione che negli anni passati aveva dovuto compiere decine di interventi (e che spesso si era schierata con lui) non prese decisioni dall’alto, ma lasciò che decidessimo da soli e poi ratificò, senza nessuna obiezione il nostro operato.
La esclusione di Buriani comportò, come era ovvio, altre esclusioni e qualche rinuncia per protesta.
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Devo dire che il Partito ebbe molto coraggio. Presentandomi capo lista, di una lista sostanzialmente nuova, a meno di 23 anni (votavo per la prima volta perchè la maggiore età scattava a 21 anni) senza che avessi mai visto un Consiglio Comunale, che nulla sapessi di Amministrazione, con tanti problemi aperti, rischiava non poco. Vigeva allora il sistema maggioritario fino ai 10.000 abitanti, per cui dovemmo trovare l’intesa con il PSI ( che non fu difficile) e trovare candidati indipendenti che allargassero l’area rappresentativa della lista stessa. Sapevamo di avere in contrapposizione un’altra lista che raccoglieva tutte le altre forze, dalla DC al MSI.
Presentammo così e per i primi, come sempre avverrà in futuro, la nostra lista che ebbe per emblema la facciata del Palazzo Comunale (in via di ricostruzione) e la denominammo “Lista del popolo”. Il motto era: “Per un paese ridente, per il benessere del suo popolo”. I candidati comunisti erano:
1) Nanni Rino
2) Quadri Antonio
3) Guasconi Angiolina
4) Cesarini Mario
5) Delfini Livio
6) Corsellini Alfredo
7) Galli Adelmo
8) Melchioni Primo
I socialisti:
1) Galantini Pietro
2) Canarini Francesco
3) Rondelli Sisto
4) Bernardi Franco
5) Fini Divino
6) Canarini Antonio
Gli indipendenti:
1) Guernelli Cav. Domenico
2) Pani Albino.
Il programma elettorale si caratterizza sui seguenti punti;
A) Difesa della pace, (appello di Stoccolma per la messa al bando delle armi atomiche. Appello di Berlino per un incontro dei 5 grandi – Disarmo della Germania occidentale. Cessazione della guerra in Corea).
Da ricordare che Vergato aveva un membro del consiglio dei “partigiani della pace” nella persona dell’Ing. Carlo Comisso, indipendente, consulente tecnico del Comune, che si era profondamente impegnato anche in incontri e conferenze.
B) L’opera di ricostruzione dei danni arrecati dalla guerra.
( Servizi – attività economiche – turismo – disoccupazione – bonifica del suolo e dei corsi d’acqua ).
C) Politica fiscale, (sgravi alle categorie meno abbienti – rifiuto di rinnovare l’appalto del Dazio – Abolizione delle ’opere obbligatorie” residuo dei tempi dei “servi della gleba” )
D) Sostegno all’agricoltura ( meccanizzazione – benefici della legge sulle aree depresse — riconoscimento dei danni per calamità naturali – progressività nell’imposta sul bestiame.
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E) Autonomia comunale (contro i controlli di merito).
F) Decentramento mediante la costituzione delle ‘Consulte popolari” che sono un’anticipazione notevole degli attuali consigli di frazione o di circoscrizione.
Fra gli impegni della lista:
combattere le evasioni fiscali e spostare il gettito tributario da indiretto a diretto, dando vita ai Consigli tributari;
quota esente del “focatico” (tassa di famiglia,) pari al fabbisogno famigliare e progressività. Riduzione del 50% dell’imponibibile per i redditi da lavoro e del 25% dei redditi misti;
esenzione dall’imposta sul bestiame fino a 2 capi, aliquota progressiva dal 0,20 al 0,90% del valore fino a 12 capi, 1% fino a 17 capi, 3% oltre i 17 capi;
abolizione della tassa sui cani da guardia;
esenzione dei coltivatori diretti e dei mezzadri dal pagamento dei “contributi unificati”;
esenzione del dazio sul vino per uso famigliare;
abolizione delle “opere obbligatorie” (3 giornate annue di lavoro gratuito per ogni uomo in età di lavoro);
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costruzione di una lunga serie di lavori pubblici: (bacino di Castrola per uso idroelettrico e potabile – strade e acquedotti, allacciamenti elettrici e telefonici, ecc.);
assistenza (farmacia a Tolè – assistenza sanitaria gratuita ai poveri – colonie marine per l’infanzia — “ricovero per vecchi” ruolo dell’ECA).
Il programma conteneva inoltre un elenco dettagliato delle cose fatte dalla passata amministrazione.
Per la Provincia (furono le prime elezioni a suffragio universale dopo il fascismo) presentammo ed eleggemmo il compagno Dante Palmieri.
La DC e tutti gli altri partiti presentarono la lista “della campana” con indicazioni programmatiche che si limitavano all’appello religioso ed una lunga elencazione di lavori pubblici.
Il risultato elettorale fu a noi favorevole, più ancora di quello registrato nel 1946.
Le cose non andarono diversamente nelle elezioni amministrative del 1956, per quanto la campagna fosse condotta senza esclusione di colpi (credo sia stata la più dura per Vergato), ma guadagnammo oltre il 6% sul 51 e per la prima volta avemmo la maggioranza nel centro e a Tolè con un capovolgimento, in questa frazione, dei tradizionali rapporti di forze.
Giocarono a nostro favore il modo con cui avevamo guidato l’Amministrazione e il sostegno di nuove forze che si erano associate a noi.
A Tolè ad esempio un contributo notevole fu quello di Giorgio Zaccanti e della sua famiglia, persone profondamente stimate nella zona, disponibili nei confronti di ogni richiesta e poiché Giorgio era frattanto divenuto cantoniere comunale, era anche di fatto il più autorevole rappresentante locale.
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A Pieve Amore l’indipendente Gatti Vittorio, a Susano Galli Adelmo, a Castel Nuovo l’indipendente Pani Albino, a Rita Mazzetti Loris e Cesarini e così via.
Infine nel 56 la nostra lista fu in gran parte confermata. Entravano fra i nuovi Zanna Remo, che avrà un ruolo di lungo periodo a Vergato, Morelli Leone indipendente, Peri Giuseppe di Tolè e Sabbioni Primo di Cereglio.
Il programma elettorale del 56 si concentra:
contro il monopolio di potere della DC;
per l’attuazione dell’Ente Regione che diventerà l’argomento ricorrente fino al 1970, data della sua attuazione;
sui temi della “Rinascita della montagna”;
sulla politica fiscale;
sul lavoro svolto e gli impegni per il nuovo mandato, fra cui. la proposta di “industrializzazione della valle del Reno”.
Per il Consiglio Provinciale sarà candidato ed eletto il compagno Avv. Coppola.
La DC e le altre forze stavolta ci contrappongono, la lista della “Torre” col motto: “Per liberare il Comune di Vergato dal Socialcomunismo restituendolo al popolo” .
Avemmo eletti 4 Consiglieri: Marchi Francesco, Carboni Gabriele, Fornasini Mario e Orsini Spartaco, direttore della Sezione INAM che sarà il promotore delle più aspre contrapposizioni e del più vieto anticomunismo. Sono stati esclusi i Consiglieri precedenti: Cinti Dario e Vito Carboni.
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Alle elezioni del 60 sarà poi capo lista (e sindaco fin dal 1958) Zanna Remo, che completerà il suo mandato nel 1966.
Dal 66 sarà Sindaco Franco fino al 70, poi Comani socialista con Franco Vice Sindaco fino al 76, a cui subentrerà Fabbri Marco tuttora in carica.
Tornando comunque al 1951, vengo eletto Sindaco, con Franco Bernardi Vice Sindaco che resterà per tutto il mio mandato e con una Giunta composta da:
Guernelli Domenico
Guasconi Angiolina
Quadri Antonio
Pani Albino
Fini Divino
Tale Giunta sarà sostanzialmente riconfermata nel 1956.
Il periodo che va dal 51 al 58 è decisivo per la mia formazione e per tutta la mia esperienza politica. Intanto comincio ad uscire dai limiti comunali. Come Sindaco di un importante Comune, vengo valorizzato presenziando e parlando a Convegni, comizi, scrivendo sulla stampa, intervenendo al C.F., alla Commissione enti locali, all’esecutivo della Lega dei Comuni a cui sono chiamato ed iniziando le presenze nei Comuni, nelle frazioni (credo di essere stato più volte dappertutto in montagna e spesso in pianura – in città comincerò più tardi e soprattutto nel 58). Partecipo per le prime volte ai Congressi Nazionali e ad altri Convegni, vedo Roma, Palermo, Napoli e Milano per la prima volta.
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Un articolo di fondo della Lotta mi accosta a Cozza, Vespignani, Marzocchi. Comincio ad essere richiesto per comizi ( mentre prima trovavo sempre i manifesti con i nomi di Bottonelli o Piazzi e venivo “tollerato”.
Ma il periodo è importante anche per gli avvenimenti che dopo la caduta del ’48, cominciano a segnare una ripresa del movimento.
Nel ’53 viene condotta la grande campagna politica contro la “Legge elettorale truffa” con cui la DC anticipa un tentativo che riuscirà poi a De Gaulle in Francia. La lotta si svolge durante il dibattito della legge in Parlamento e per tutta la campagna elettorale che si concluderà con la sconfitta del disegno DC. Gli apparati dello Stato, organizzati e diretti da Scelba, si schierano a difesa della legge. Le aggressioni della polizia non si contano, così le denuncie e gli arresti. Anche a Vergato in una manifestazione i Carabinieri bastonano i cittadini in piazza. Si distinguono per faziosità il maresciallo Scuda , il brigadiere Satalino, l’appuntato Rubini. Il fatto provoca enorme impressione.. In tutto il dopoguerra è l’unica volta che avviene un fatto del genere. Presento una durissima protesta al tenente Carpinacci, quel giorno assente da Vergato, che sembra molto addolorato e assicura che la cosa non si ripeterà.
E infatti fatti analoghi non avvengono nei comuni vicini, anche se le provocazioni non mancano. A Lizzano in Belvedere, durante un comizio volante dobbiamo fuggire perchè stanno ribaltandoci la macchina (un topolino) dall’interno del quale faccio fino a 10-12 comizietti al giorno. L’autista vuole scendere per affrontare i provocatori ma per fortuna riesco a calmarlo. A Bargi di Camugnano mi tagliano una gomma dal motorino (un 125) e devo spingerlo fino a Passo dello Zanchetto e poi a Camugnano.
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Debbo dire però che dopo il 53 in nessuna frazione o Comune della montagna sono più molestato. Facciamo spesso i comizi davanti alle Chiese, utilizzando il tempo che intercorre fra l’uscita della gente fino allo spazio a cui giunge la voce dei nostri altoparlanti .
Anche a Tolè, per le amministrative del 56 avviene un fatto importante. A Tolè, come a Gaggio, in parte a Savigno, la gente ascolta voltanto le spalle all’oratore e fingendo di interessarsi ad altre cose. Quella volta la gente si ferma e il prete esce menando pedate per cacciare la gente. Credo che ci abbia molto aiutato a conquistare la maggioranza che poi abbiamo sempre tenuto.
Sul piano politico la mia qualifica di Dirigente comunista è ormai affermata. Essendo poi Sindaco sono ancora di più rispettato e ascoltato. Forse per questo mi toccano spesso i luoqhi più difficili, le frazioni più sperdute, le zone più “bianche” della montagna. Mi toccano i Comuni amministrati dalla DC (Gaggio, Savigno, Lizzano) ove poi scoppiano le polemiche nei confronti che vado a fare. Gli scontri con Brasa sono un fatto permanente, mentre vengo accusato di “scarsa cavalleria” perchè critico la Clò Sindaches- sa di Savigno, che tuttavia più tardi mi inviterà a pranzo a casa sua.
Guarda gli articoli precedenti; https://vergatonews24.it//?s=rino+Nanni
Nella prossima puntata: L’ATTIVITÀ’ AMMINISTRATIVA
Tratto dal manoscritto: Rino Nanni – ESPERIENZE E RICORDI DEL PASSATO – Aprile 1945 – Ottobre 1981
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