Erasmo da Rotterdam – Part. 1: “Dolce è la guerra a chi non l’ha provata”
2024/11/02, Vergato – La storia si ripete? Guerre, morti, distruzione… pace!
Leggiamo l’introduzione a un percorso che viene dal passato ma parla del presente.
Uscita a puntate, oggi ecco la prima di due uscite settimanali. Un grazie all’autrice che ci ha permesso la pubblicazione del suo lavoro.
1 – Introduzione; Il perché della scelta
Il tema della pace è urgente in tutti i tempi, ma è fondamentale soprattutto nel nostro dove l’apparizione della bomba atomica e lo scandalo dovuto al fatto che l’economia dei paesi occidentali si basi in parte sulla produzione, la vendita di armi e il fomentare guerre, lo ha reso fondamentale.
Si è voluto perciò vedere come in altri tempi, altrettanto bellicosi, un credente, che ho ammirato leggendone la vita e alcune opere, ha affrontato questo tema.
Ci si soffermerà, in modo particolare su alcuni degli scritti di Erasmo, che poi accompagnano tutta quanta la sua attività: gli scritti sulla pace.
“Erasmo, in un’Europa sconvolta dalle guerre, un’Europa che si andava sempre più profondamente dividendo sul piano religioso, ha difeso, ha combattuto per la pace fra i popoli, pace politica e ancor prima pace religiosa.
Questo tema è costante in Erasmo fin dai primi scritti. In fondo, nonostante lo sviluppo del suo pensiero, c’è un punto che quasi l’ossessiona: l’eliminazione della guerra, allontanare i conflitti, “non vedere più la gente ammazzata , non vedere più le città bruciate, non vedere più i saccheggi, non vedere più dominate le pacifiche convivenze dai mercenari, dai soldati, non vedere più le armi”.
C’è nel suo pensiero una sorte di crescendo: su questo crescendo, io sono convinto, ha pesato moltissimo la diffusione delle armi da fuoco. [….]
Quando si parla, così, in modo indiscriminato, dell’età del rinascimento si dicono spesso tante cose giuste, ma spesso anche tante bestialità. Ci si dimentica tutto l’aspetto del perfezionamento tecnico, che in quel momento prende potentissimo l’avvio e che non è sempre a beneficio dell’umanità.
Dietro tutta quanta la retorica di un periodo di civiltà che vuole rendere più umana la vita dell’uomo spesse volte si nasconde l’avvio a una tecnica, la quale – non dirò che è disumana – è neutrale dal punto di vista morale. Se ne infischia altamente se la macchina che sta costruendo serve ad aiutare gli uomini o a ammazzarli”.[1]
Nel sedicesimo secolo a seguito della violenza delle guerre e, in Italia, in particolare dopo la sanguinosa battaglia di Ravenna (1512), si attivò un movimento a favore della pace con il quale gli umanisti tentarono di convincere i principi degli inestimabili benefici della pace. Mentre Macchiavelli vedeva solo lo Stato forte e l’esistenza del nemico e della guerra un dato di fatto connaturato all’uomo e imprescindibile, vi sono autori che giudicano l’evento bellico da un’altra angolazione, di genere etico: la guerra è negatività assoluta e non dovrebbe esserci. E’ questo il caso di Erasmo da Rotterdam, i cui scritti sono un eloquente esempio dell’orrore e soprattutto dell’inutilità della guerra.
Dopo aver dato alcuni cenni biografici, basati sul libro la vita di Erasmo di Huizinga, ci si soffermerà in particolare sull’Adagio “Dolce è la guerra a chi non l’ha provata” e sul “Lamento della pace”.
Metodologia
Sono partita dalla lettura del testo di Huizinga “ Erasmo” e mi sono soffermata abbastanza a lungo a descrivere gli avvenimenti della sua vita, perché questo mi sembrava molto importante per capire i temi fondamentali della filosofia erasmiana ed il percorso del suo pensiero.
Tra i testi, ho scelto l’adagio “Dolce è la guerra a chi non l’ha provata” ed il “Lamento della pace” perché mi sembravano i più adatti a sviluppare l’argomentazione, anche se il tema della pace e della concordia tra le persone è presente in tutta l’opera erasmiana.
2 – Vita, tematiche fondamentali della filosofia erasmiana e percorso del pensiero
A Rotterdam, nella notte dal 27 al 28 ottobre 1466, o forse 1469, nacque Erasmo. L’illegittimità di quella nascita stese un velo di mistero sulla sua origine e sul parentado, forse Erasmo venne a conoscere molto più tardi i particolari della sua nascita.
Erasmo era il suo nome di battesimo. Desiderio era un secondo nome scelto da lui e lo usò per la prima volta nel 1496.
Il nome Desuderius Erasmus Roterodamus comparve per la prima volta in forma completa nella seconda edizione degli Adagi stampato a Parigi nel 1506 presso Giusto Badio.
A quattro anni cominciò a frequentare la scuola a Gouda assieme a suo fratello. Aveva nove anni quando suo padre lo mandò a Deventer perché proseguisse gli studi nella famosa scuola del capitolo di San Lebuino.
Sua madre lo accompagnò e il suo primo soggiorno a Deventer deve essere durato dal 1478 al 1484. La morte della madre per un’epidemia di peste pose fine al soggiorno di Erasmo nella scuola di Deventer.
“Il padre fece tornare lui e suo fratello a Gouda , ma poco dopo anche egli morì.
C’è da credere che fosse stato un uomo colto, a dire di Erasmo sapeva il greco, era stato allievo di famosi umanisti in Italia e aveva copiato tutti gli autori classici. Lasciò una biblioteca di qualche valore.[…] Erasmo e il fratello furono affidati a tre tutori, di cui Erasmo mise più tardi in luce le poco amorevoli cure e gli intendimenti [2].
I tutori indussero i due giovani ad entrare in convento.
Prima però furono inviati di nuovo a scuola a Boscoducale. Qui essi abitavano nella casa fraterna a cui la scuola era collegata .
I fratelli non avevano altro scopo che ostacolare il talento di Erasmo con le botte e i rimproveri per renderlo adatto alla vita in convento. Uno dei maestri un certo Rombout che stimava molto il giovane Erasmo cercò di convincerlo ad entrare nella confraternita della vita comune .
Erasmo rimpianse di non averlo fatto perché i voti che facevano non erano definitivi come quelli che avrebbe fatto in seguito.
Un’epidemia di peste li costrinse a tornare a Gouda dove Erasmo si ammalò di febbri che indebolirono la sua capacita di resistenza ad assecondare il desiderio dei tutori , che Erasmo descrive risoluti ad inviarli in convento.
Il fratello Pietro accettò per primo e andò nel convento di Sion presso Delft (dell’ordine dei canonici regolari di Sant’Agostino). Erasmo si decise solo dopo una visita a Steyn presso Gouda, convento dello stesso ordine, anche perché vi trovò un compagno di scuola dei tempi di Deventer. Nel 1488 prese i voti.
Erasmo avversava la vita monastica e questo gli fece vedere sotto una cattiva luce anche il fratello a cui in un primo tempo aveva scritto con cordialità e nello stesso modo l’amico che lo aveva convinto a recarsi in convento.
Rimane comunque abbastanza contraddittorio il fatto che in quel periodo abbia scritto un elogio alla vita monastica sotto il titolo “De contemptu mundi epistola” (Sul disprezzo del mondo) nel 1521 anche per far piacere ad un amico che voleva convincere un nipote ad entrare in convento.
Egli conosceva un gran numero di autori latini e in una lettera a Cornelio nomina i seguenti autori come modelli poetici :Virgilio, Orazio, Ovidio, Giovenale, Stazio, Marziale, Claudiano, Persio, Lucano, Tibullo, .Properzio. Mentre per la prosa preferiva: Cicerone Quintiliano e Terenzio. Tra gli umanisti conosceva Lorenzo Valla . Nella letteratura cristiana amava soprattutto San Girolamo.
Appare strano che l’educazione puritana e la severa disciplina con cui era stato educato nelle scuole della Devotio Moderna abbiano prodotto uno spirito come quello che Erasmo mostrò quand’era in convento : lo spirito del perfetto umanista.
Dietro le mura del convento sorse in Erasmo l’ideale di una vita libera e nobile dedita a rapporti amichevoli e allo studio degli antichi.
Un saggio su pace e guerra scritto in questo periodo contiene già le annotazioni della campagna che Erasmo condusse sino alla morte. Si tratta della “Orazione sulla pace e la discordia contro i faziosi” scritta su invito del suo maestro Cornelio di Gouda, nella quale partendo dalla affermazione di Ovidio “Si addice agli uomini la candida pace, la tetra furia alle bestie” rielabora alcune satire di Giovenale”.
Si può considerare questo scritto come il primo elemento di tutta l’elaborazione sulla pace da parte di Erasmo, perché in esso confluiscono sia la cultura classica che quella cristiana in una sintesi che sarà presente costantemente in tutti gli scritti del nostro autore.
Due infatti sono i livelli che Erasmo considera fin dall’inizio quello dell’umanità in genere e quello dell’umanità che accetta il cristianesimo.
Per lui le mura del convento erano troppo strette e non riuscivano a sollevarlo dall’oppressione di questa vita né la corrispondenza dotta e poetica né la pittura a cui si era dedicato.
Non ci sono lettere sull’ultimo periodo della sua vita in convento e non si conosce lo stato d’animo con cui il 25.4.1492, fu ordinato sacerdote.
Forse il fatto era in rapporto col suo desiderio di lasciare il convento. L’offerta del posto di segretario del vescovo di Cambrai, Enrico di Bergen fu l’occasione per lasciare il convento di Steyn . La sua fama di latinista e letterato aveva convinto il vescovo.
La vita al seguito del vescovo fu per Erasmo una delusione anche perché il promesso viaggio a Roma non si fece ed egli rimpianse la possibilità di studio che aveva a Steyn ; ma probabilmente il contatto con quella vita di politica e ambizione non gli piaceva.
A Halsteren presso Bergen dove il vescovo aveva una villa Erasmo elaborò una forma di dialogo : gli Antibarbari cominciati a Steyn .
L’ideale della gioia di vivere era per Erasmo un giardino o una villa fuori città dove si riunisse un piccolo gruppo di amici attorno ad una mensa o in una passeggiata tranquilla per parlare delle cose dello spirito.
Erasmo partì per la celebre università di Parigi, con la promessa di una borsa di studio. Era l’autunno 1495….
[1]Erasmo da Rotterdam: intervista con Garin, http://www.culturanuova.net/filosofia/testi/erasmo
[2] Huizinga John, Erasmo Einaudi 1975,pg,. 25
…continua….
Maria Rosa Mazzetti, 2024
Nella seconda puntata; I primi soggiorni a Parigi e in Inghilterra… Una particolarità della storia spirituale di Erasmo è che non vi sono crisi violente...
Indice;
1 – Introduzione
2 – Vita, Tematichie fondamentali della Filosofia Erasmiana e Percorso del Pensiero
3 – Adagio “DULCE BELLUM INEXPERTIS”
4 – Il lamento della pace
5 – Conclusioni
Bibliografia