Dazi e controdazi – Riaprirà l’ufficio di Vergato? Te lo spiega la Rita!

2025/04/08, Vergato – Ritorn la Rita Ciampichetti con un magnifico racconto… una meditazione sull’evento del giorno: Dazie e dazieri!

Un fiorino… altrimenti intitolato storia del dazio

Chi ha visto quello spassosissimo film comico del 1984 dal titolo “Non ci resta che piangere” scritto, diretto e interpretato da Roberto Benigni e Massimo Troisi, di certo ricorderà la scena di quando il bidello Mario e il maestro Saverio catapultati per caso dai giorni nostri nel 1492, con un carretto stanno tentando di raggiungere il Portogallo per impedire a Cristoforo Colombo di andare a scoprire l’America.

Orbene quando i nostri arrivano ad un imprecisato confine sono fermati da un  antesignano dell’impiegato statale odierno che in modo ossessivo e ripetitivo li apostrofa così:

-Alt! chi siete?

-Siamo due che…

-Cosa fate? Cosa portate?

-Niente, roba…

-Sì ma quanti siete?

-Due, siamo io e lui…

-Un fiorino!!

-Si paga?

-Un fiorino!!

e questa formula con relativa riscossione viene ripetuta diverse volte allorquando per una serie di incidenti viene oltrepassata avanti e indietro la linea immaginaria di confine.

Questa scena mi è tornata in mente in questi giorni in cui assistiamo e sopportiamo gli effetti della decisione del neo-eletto Presidente degli Stati Uniti  Donald Trump di introdurre dazi sui beni importati al fine di proteggere l’industria americana e ridurre il loro deficit commerciale.

Considerato che ormai dobbiamo ragionare “globalmente” questa decisione ha scatenato critiche e preoccupazioni sia a livello nazionale che internazionale in quanto si temono ritorsioni commerciali, oltre che l’inevitabile impatto sui consumatori e sulle catene di approvvigionamento e logistiche.

E’ documentato che fin dalla notte dei tempi il dazio, imposta da pagare per l’importazione e esportazione dei beni e per i più giovani ormai caduta nel dimenticatoio, è stato utilizzato come mezzo per influire sul commercio internazionale, per proteggere l’industria nazionale e soprattutto generare entrate per il governo.

Infatti fin dai tempi dell’antico Egitto venivano imposti dazi sulle merci che entravano nel paese, nella città di Atene nel V secolo a.c. esisteva un sistema di dazi doganali e i Romani, che furbescamente adottavano ciò che di buono avevano le popolazioni conquistate, mutuarono proprio dai Greci il sistema dei dazi doganali che diventarono una fonte importante di entrate fiscali provenienti dal vasto Impero.

Con il passare dei secoli, i dazi hanno assunto forme diverse e si sono evoluti nel tempo seguendo le trasformazioni degli assetti statali e diventando strumenti chiave per la politica economica.

Nel Medioevo i feudatari imponevano dazi di transito sulle merci che attraversavano i loro territori, lo sviluppo dei rapporti commerciali si scontrò inevitabilmente con l’eccessivo frazionamento politico dell’epoca feudale rendendo complesso il movimento delle merci: ti immagini quanti fiorini per trasportare un sacco di grano da un paese all’altro? Furono presi dei provvedimenti per ridurre l’impatto del dazio almeno sul commercio territoriale istituendo periodi di sospensione coincidenti con le fiere cittadine.

Con la crescita del commercio internazionale specialmente nel XVIII e XIX secolo i dazi sono stati utilizzati come strumento di protezionismo, già in passato gli giovani Stati Uniti imposero dazi elevati su beni importati per proteggere le loro industrie nascenti nei confronti di quelle del Vecchio Mondo.

Nel XX secolo, con la crescente globalizzazione, molti paesi hanno iniziato a ridurre i dazi attraverso accordi commerciali internazionali.

In Italia i dazi interni comunali e le cinte daziarie  sono stati aboliti nel 1930 con il Regio decreto-legge n. 141 del 20 marzo, provvedimento che istituì al loro posto le imposte di consumo su alcuni beni di largo consumo. Era perciò consentito ai Comuni la riscossione di  imposte sul  consumo di bevande alcoliche e vinose, birra, acque minerali, carni, materiali di costruzione, gas-luce, energia elettrica secondo precise modalità di riscossione.

I Vergatesi non più giovanissimi ricorderanno che anche a Vergato, a quei tempi importante centro amministrativo, oltre al Catasto, all’Ufficio del Registro, al magazzino del Monopolio di Stato, alla Pretura c’era l’Ufficio del Dazio ubicato prima in una stanza dietro al Comune e successivamente, per ovvie ragioni, all’interno dell’edificio della Pesa Pubblica, ora sede della Mezzini Bike Center.

Gli ultimi agenti del Dazio sono stati Augusto Solidoro e Agostini dipendenti comunali e quando la Guardia di Finanza o la Polizia Stradale fermavano un camion con il sovraccarico di carne venivano chiamati per lo svolgimento della loro purtroppo non molto simpatica funzione di esattori del dazio.

Nel 1972 in Italia è stato abolito il dazio sulle merci ahimè però sostituito dall’entrata in vigore dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA)… e come avrebbe detto mio  suocero Gino “Tola e mandôla, scòsum la viôla ch l è sémper cla fôla”, gli agenti del dazio sono stati ricollocati con altre funzioni nei Comuni, mentre i caselli daziari, che si trovavano sulle principali strade di accesso alla città, sono stati chiusi e destinati ad altri usi.

Il 1° luglio 1968 con l’integrazione europea e la creazione del mercato unico è stata abolita la tassazione doganale e le restrizioni quantitative tra gli Stati membri dell’Unione Europea, mentre le merci importate nell’Unione Europea dal resto del mondo sono soggette a dazi in base alle norme e ai principi dell’Organizzazione mondiale del commercio.

La riscossione dei dazi in Italia è regolata da normative europee, in particolare dal Codice Doganale dell’Unione Europea (Regolamento (UE) n. 952/2013) e dalle disposizioni nazionali che attuano tali normative ed è di competenza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).

Questa agenzia è responsabile della supervisione e dell’applicazione delle normative doganali, nonché della gestione delle entrate derivanti dai dazi e dalle imposte sulle importazioni

Oggi, i dazi continuano a svolgere un ruolo importante nelle relazioni commerciali internazionali e nella politica economica, influenzando il prezzo dei beni e le dinamiche del mercato globale, quindi più che comprensibile il cataclisma mediatico mondiale provocato dalla decisione di Trump che ha messo così tanta ansia a popoli e soprattutto alla Borsa.

Leggendo la storia ci rendiamo però conto che vi è una ripetizione quasi ciclica degli eventi e che l’imposizione di tasse e balzelli da parte dei Governi ha sempre scatenato il dissenso ed anche nel nostro piccolo mondo nel 1809, sotto il dominio francese, il palazzo comunale di Vergato fu preso d’assalto da un gruppo allora definito di “briganti”.

Fra le cause principali della rivolta c’era anche l’imposizione di un dazio sul macinato che  a quei tempi gravò pesantemente sull’economia domestica, già debole per via dei continui salassi fiscali.

Per chi ha voglia di approfondire il fatto storico la descrizione dell’evento è stata dettagliatamente riportata dal Prof. Dario Mingarelli in questo articolo del  2012.

(https://vergatonews24.it/2012/11/23/briganti-a-vergato-di-dario-mingarelli/).

Invitandovi ad una amletica riflessione se è preferibile una guerra commerciale a una militare, vi lascio con una significativa battuta di Beppe Grillo, quando faceva ancora il comico…

La Danimarca esporta centinaia di tonnellate di biscotti negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti esportano centinaia di tonnellate di biscotti in Danimarca. E uno dice: vabbe’ saranno biscotti diversi. E allora perché c…..o non si scambiano la ricetta?”

Rita Ciampichetti, 2025

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