Rita Ciampichetti – 1° Aprile: “Il pesce d’aprile”
2023/04/01, Vergato – Un racconto di Rita Ciampichetti – 1° Aprile: “Il pesce d’aprile”
A scuola attendavamo il primo giorno di aprile per divertici con il più classico e tradizionale degli scherzi. Disegnavamo la sagoma di un bel pesciolino sulla pagina strappata dal quaderno, di solito quello a quadretti così si riusciva a disegnarlo meglio, la ritagliavamo e con un pezzetto di scotch l’attaccavamo, senza farsi accorgere, sulla schiena di un compagno di classe. Il divertimento consisteva nell’aspettare ridacchiando sotto i baffi di quanto tempo il malcapitato destinatario dello scherzo avrebbe impiegato per accorgersi della burla.
Questo è uno degli scherzi più innocui perché ve ne possono essere dei più svariati, complessi, pesanti e fantasiosi però l’obiettivo finale è sempre lo stesso, quello di prendere in giro i destinatari dello scherzo.
Perché viene chiamato “pesce d’aprile”?
Forse perché il destinatario dello scherzo viene facilmente preso “all’amo” proprio come un pesciolino, ma il motivo per cui gli scherzi si fanno proprio il 1° di Aprile ha origini storiche molto disparate.
Alcuni lo fanno risalire alla festività dell’antica Roma dell’Hilaria (dal latino “hilaris”, gioioso), che veniva celebrata il 25 marzo in onore della dea Cibele ed era consentito in questo particolare giorno fare qualsiasi forma di scherzo al proprio prossimo.
Invece la teoria più verosimile e che l’usanza del “pesce di aprile” risalga addirittura all’anno 1582 quando in Francia venne adottato il calendario Gregoriano al posto di quello Giuliano secondo quanto richiesto dal Concilio di Trento circa venti anni prima.
Fatto sta che il giorno di Capodanno nel vecchio calendario cadeva tra il 25 di marzo ed il 1° di aprile, mentre con il nuovo calendario l’inizio del nuovo anno era stato spostato al 1° gennaio. Naturalmente allora le notizie si diffondevano meno rapidamente di oggi e molte persone che non erano state debitamente informate sul cambiamento continuarono a festeggiare tranquillamente il capodanno come prima diventando il bersaglio di scherzi che includevano i pesci attaccati sulla schiena e pacchi regalo vuoti.
L’usanza del “pesce di aprile” il primo giorno di questo mese è diffusa in diversi paesi del mondo a volte con diverse denominazioni.
in Germania si chiama “Scherzo d’Aprile” (Aprilscherz), in Inghilterra il “Giorno dello sciocco” (Fool’s Day), mentre in Portogallo si usa versare sacchi di farina addosso ai passanti.
I più burloni sono gli scozzesi, infatti in Scozia gli scherzi durano due giorni: il primo giorno si chiama “Giorno del cucciolo” (Gowkie Day), il secondo “Giorno della coda” (Taily Day) invece del pesciolino usano attaccare sulla schiena del malcapitato un biglietto con scritto “calciami” (kick me).
Nella storia vengono citati scherzi famosi così ben orchestrati da coinvolgere centinaia di persone che sono “abboccate” senza rendersene conto.
Tra gli scherzi più antichi quello del pesce di Cleopatra a Marco Antonio che in occasione di una gara di pesca per farsi bello avrebbe fatto attaccare da uno schiavo all’amo della sua canna un grosso pesce. La furba Cleopatra scoperto l’inganno lo avrebbe preso in giro facendo sostituire il pesce vero con un pesce finto fatto con la pelle di un coccodrillo.
Uno scherzo antico riportato dalle cronache della città di Bologna è quello fatto dal maestro Buoncompagno da Firenze alla fine del XIII secolo.
Buoncompagno disse al popolo bolognese che il primo di aprile avrebbe sorvolato la città con un congegno di sua invenzione. A tale notizia numerosa popolazione quel giorno si radunò sul Colle dell’Osservanza per assistere allo spettacolo. Puntuale, Buoncompagno si presentò all’appuntamento con un paio di enormi ali e la scusa che un improvviso vento sfavorevole aveva impedito il volo.
Uno degli scherzi più famosi è quello che vide come autore il celebre registra Orson Welles, quello del film “Quarto potere”, che il 1 aprile 1938 aveva progettato uno speciale programma radiofonico che consisteva nell’interpretazione di un adattamento radiofonico scritto da Howard E. Koch di “La guerra dei mondi” un romanzo di fantascienza di H. G. Wells. Causa problemi tecnici non fu possibile mandarlo in onda, ma il ventitreenne Welles, allora ancora attore, non si diede per vinto e lo trasmise il 30 di ottobre. Fu talmente convincente la sua interpretazione che successe il finimondo in gran parte degli Stati Uniti, i radioascoltatori credettero realmente che la Terra stesse subendo una invasione da parte di astronavi aliene e i centralini delle stazioni di polizia e dei giornali furono subissate da telefonate di gente in preda al panico.
Non ci crederete ma persino la serissima BBC, la televisione pubblica inglese, si diverte ogni anno a giocare brutti scherzi ai propri telespettatori, come per esempio quando ha annunciato un documentario su una nuova razza di pinguini volanti, o quando mandò in onda un servizio sul raccolto di spaghetti dagli alberi della Svizzera commentato da un famoso giornalista e molti spettatori telefonarono per sapere come si potesse fare per ordinarne qualche chilogrammo.
In Italia nel 1961 il quotidiano La Notte di Milano pubblicò un’ordinanza del Comune che imponeva le luci segnaletiche e di posizione per i cavalli circolanti per le strade della città che in quegli anni ce n’erano ancora, i proprietari portarono i loro cavalli dall’elettrauto per dotarli di fari, mentre nel 2004 il TG2 annunciò con attribuzione della notizia alla Nasa la scoperta del petrolio su Marte con un servizio con tanto di immagini.
La Sony invece fece finta di avere creato una linea di gadget per i nostri amici animali quali TV per cani, cuffie per gatti e altoparlanti per le gabbie dei criceti e in molti ci sono cascati.
Negli ultimi anni causa il periodo di emergenza COVID e le restrizioni non è stato possibile l’organizzazione dei classici scherzi del Primo di Aprile, però l’utilizzo dei social, delle chat ha consentito ugualmente le messa a punto di scherzi e prese in giro che ci hanno comunque fatto trovare il modo per sorridere e svagarci un po’.
In uno di questi sono incappata pure io al tempo delle mitiche autocertificazioni che erano diventate la barzelletta del momento. Giusto il 1° di aprile 2020 mi arrivò in chat un pdf con scritto “nuova autocertificazione” con il solito logo del Ministero dell’Interno. Una volta aperta non c’era l’ennesimo modulo da stampare, ma un bel pesciolino colorato con il fumetto “dichiara sotto la propria responsabilità di esserci cascato”.
Per fortuna siamo tornati alla normalità e ci auguriamo che con essa sia tornata in ognuno di noi la voglia di fare scherzi!
Buon inizio Aprile a tutti voi!
Rita Ciampichetti 2023