Rita Ciampichetti – Voci dal passato: la gita a Roma
2023/04/15, Vergato – Voci dal passato: la gita a Roma
Nella raccolta di fotografie di famiglia ho trovato, dentro una delle tante buste, una serie di fotografie che fanno riferimento ad una gita che aveva probabilmente come destinazione Roma.
Dietro ad alcune foto è infatti riportata l’annotazione Roma luglio ’68, in altre Roma Ciampino ’68 e in una sola Cascia con la stessa data.
Cosa ci raccontano queste foto? La prima considerazione che mi viene in mente è che in tutte le foto i soggetti principali sono le Signore di Vergato, non c’è fotografato nemmeno un uomo, tranne Monsignor Enzo Pasi, in quegli anni parroco del paese.
Monsignor Pasi è stata una figura autorevole nel nostro Paese.
Sempre negli album di fotografie ho trovato conservata quella del suo arrivo in paese con sul retro annotato “Vergato 25-5-41 ricordo alla stazione col novello Arciprete Don Enzo Pasi il giorno del suo possesso parrocchiale”.
La scrittura è sempre quella di mia suocera Rosita che forse per la deformazione professionale derivante dall’essere impiegata alle Poste non mancava di datare le fotografie e di apporvi qualche nota.
Nutriva una profonda stima per Monsignor Pasi che insediatosi in paese nel 1941 ha vissuto con i propri parrocchiani le vicissitudini ed i dolori della guerra e successivamente il periodo impegnativo per la ricostruzione del paese e delle sue istituzioni.
Quando ci fu il bombardamento che portò alla distruzione del centro di Vergato mia suocera rimase seppellita sotto le macerie della casa dei Bernardi, la Repubblica, dove avevano appunto sede gli uffici delle Poste. Quando fu tirata fuori con numerose ferite alla testa e alle gambe ricorda che fu spiritualmente assistita proprio da Don Pasi che le somministrò l’Estrema Unzione e la esortò ad avere fiducia nella Madonna della Provvidenza. Venne trasportata all’Ospedale trasferitosi, mi pare di ricordare, a Rocca di Roffeno e miracolosamente sopravvisse.
Durante il periodo del dopoguerra Monsignor Pasi si adoperò per la costruzione della nuova Chiesa, successivamente promosse numerose iniziative a favore della comunità come l’avviamento della scuola media presso la canonica e collaborò fattivamente con l’Amministrazione comunale per l’istituzione di una succursale dell’Istituto Commerciale Tanari (Ragioneria) successivamente diventato l’Istituto Fantini.
E’ ricordato dalla nostra comunità e l’Amministrazione gli ha dedicato la piazzetta di fianco alla sede del Comune.
Personalmente da bambina a me metteva una grandissima soggezione, forse la sua imponente statura, il modo di atteggiarsi che faceva trasparire una autorevolezza e un certo carisma, la deferenza con cui a lui si rivolgevano gli adulti non facevano che aumentare la mia timidezza.
Ricordo che prima di iniziare l’omelia, altrimenti conosciuta come predica, spostava il cinturino elastico dell’orologio dal polso sul palmo della mano, forse per regolarsi con il tempo e cercare di non tenerla troppo lunga.
Ricordo ancora con terrore quando veniva ad interrogarci alla fine dell’anno di catechismo, una specie di esame finale sulle domande a risposta unica del testo “Primi Elementi della Dottrina Cristiana” derivato dal Catechismo di Pio X.
«– Chi è Dio?
– Dio è l’Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra.»
Se potevo scegliere preferivo andare a confessarmi dal Cappellano, non è che avessi peccati particolarmente gravi da esporre, ma anche dirgli che avevo fatto arrabbiare la mamma come tutti i bambini mi costava fatica.
Questo non toglie che era in possesso di notevoli capacità organizzative e dal numero di foto trovate di gite ne deve avere organizzate tante.
Sempre nel serbatoio dei miei ricordi ce n’è uno in particolare che riguarda proprio le gite.
Per invogliare i ragazzi a partecipare alla Santa Messa aveva ideato dei cartoncini dove la tua presenza alla funzione era testimoniata da una obliterazione, eseguita dal tuo catechista o dalla suora, che ritagliava una stellina nel quadratino, una se andavi alla Messa dei ragazzi delle nove, ed un’altra stellina se andavi anche all’oratorio del pomeriggio.
Alla fine dell’anno se rientravi tra i fortunati che potevano esibire la cartellina con tutte le stelline potevi andare gratis alla gita di più giorni a Roma e ovviamente diventava per te una grande occasione in quei tempi dove le possibilità di viaggio non erano certo molte
Forse quella del luglio 1968 immortalata nelle foto era una di queste
Le espressioni felici e rilassate delle signore raffigurate, molte delle quali se non tutte ci hanno ormai lasciato da anni, ci fanno comprendere come erano apprezzate queste gite dalla natura più simile al pellegrinaggio in quanto per lo più avevano come meta santuari o luoghi sacri, ma che comunque consentivano a molti la possibilità di visitare in compagnia altre città.
Ti immagini allora che al ritorno l’evento sarebbe stato per alcuni giorni l’oggetto principale delle chiacchere tra amiche e in famiglia, che le impressioni e il resoconto del viaggio avrebbero vivacizzato l’attesa nella bottega durante la spesa, magari se condito da qualche pettegolezzo, si sarebbero portati i rullini delle fotografie scattate per lo sviluppo da Olivi o da Sandrolini e aspettato con ansia il momento del ritiro per commentare e ricordare ancora i particolari di quei giorni e intanto si attendeva che al “Sgnour Arziprit” organizzasse un altro pellegrinaggio.
Voci del passato che tornano a parlare di momenti felici vissuti assieme…. richiudo le foto nella busta, riponendole nella grande scatola di legno, arrivederci alla prossima scoperta.
Rita Ciampichetti 2023