Un nuovo (vecchio) hobby: Riscopriamo le chiese abbandonate
2015/03/23 – Carviano Grizzana M. – Un lettore ci manda una fotocopia di due pagine de “Il Campiaro” non sappiamo al momento se si tratta di una rivista o una pubblicazione locale, nè la data di pubblicazione, il Campiaro è comunque una località diventata famosa per i fienili riprodotti in un quadro di Giorgio Morandi. Pubblichiamo l’articolo integralmente anche se sappiamo poi la fine che hanno fatto i ruderi della chiesa di Santa Margherita di Carviano, vedi;
http://vergatonews24.it/2012/06/02/saluti-da-carviano-la-chiesa-che-non-ce/ e
(http://vergatonews24.it/2014/11/02/dott-luigi-ruggeri-santa-margherita-di-carviano/)
Purtroppo il progetto di liberare i ruderi da piante, terra e macerie in realtà non è mai stato realizzato, anche perchè l’allora proprietario non era molto interessato. Interessante è il riferimento alla lapide “scoperta” e che ci spinge a porci una domanda… che fine ha fatto? Era forse la lapide misteriosa di Donna Edua che alcuni vogliono rimasta sotto alla macerie della chiesa crollata? Oppure un’altra, recuperata e attualmente giacente presso qualche “tavernetta”? Chi sa parli!
Pagine di storia locale
UN NUOVO HOBBY: RISCOPRIAMO LE VECCHIE CHIESE ABBANDONATE
Il territorio del nostro Comune è ricco di importanti testimonianze culturali: reperti archeologici, chiese e borghi storici ed artistici nonché le notevoli bellezze paesaggistiche di alcuni luoghi ameni.
Citiamo fra i tanti esempi il Santuario di S. Caterina di Montovolo con annesso parco, i bellissimi caratteristici borghi medioevali della Scola, di Stanco di Sotto, Tavernola, Ca’ Renassi, Carviano, Fusicchio etc; non dimentichiamo inoltre il grande numero di chiese ed oratori interessanti sia per l’aspetto architettonico che per quello artistico e per le opere in esse contenute.
Il Centro di Documentazione «Giorgio Morandi» ha fra i suoi obiettivi la valorizzazione degli aspetti storico-culturali e paesaggistici del nostro Appennino ed in particolare del territorio comunale. In questo contesto si inserisce, ad esempio, la mostra del settembre prossimo su «I dipinti restaurati nelle chiese del grizzanese». L’opera dell’amministrazione comunale in questa direzione è confortata dalla constatazione che anche privati cittadini, residenti entro i confinì territoriali, nutrono analoghe passioni ed interessi. Uno dei più solleciti ed appassionali è il signor Ferdinando Piccoli, abitante in via Carviano, aviatore, ora in pensione che con grande entusiasmo, cultura e senso civico si dedica alla riscoperta delle «cose notevoli» che sono intorno a noi. Un giorno della primavera scorsa ci ha portato i risultati (provvisori) delle sue fatiche e ricerche. Nei dintorni della sua abitazione aveva notato un edificio diroccato, probabilmente bombardato durante la 2° guerra mondiale, ricoperto quasi completamente da rampicanti, parassiti vegetali ed erbacce altissime.
Dopo mesi di fatiche è riuscito a scoprire gran parte delle murature. Don Cavazza, parroco di Salvaro, gli ha comunicato che si trattava della chiesa di S. Margherita di Carviano risalente circa al 1400/1500 d.c.; prima della guerra, e della sua distruzione, questa chiesa era nella parrocchia dello stesso Don Cavazza, il nostro infaticabile ricercatore ancora adesso sta cercando di risalire alle origini della chiesa per trovare documentazione scritta adeguata. Durante i suoi lavori iniziati nel settembre del 1985, è stata «scoperta» una lapide con scritte latino-gotiche del 1400 (circa).
Da Don Cavazza il nostro amico si è fatto dare le foto che testimoniano di come era la chiesa prima del conflitto mondiale e confrontandole con le condizioni odierne ed alcune informazioni verbali ha compiuto una approssimativa ma efficace ricostruzione dell’edificio nella sua veste originale (vedi disegno a lato).
Anche per la chiesetta di San Rocco di Carviano, ora restaurata e molto bella nella sua essenzialità è riuscito ad ottenete un’immagine fotografica risalente al 1983. Di questi interessanti lavori di ricerca potete vedere le varie testimonianze fotografiche. Seguendo questo esempio ci auguriamo che altri cittadini di Grizzana Morandi riescano a vedere con altri occhi le cose che li circondano e che possano portarci testimonianze e ricordi di edifici, case, monumenti o semplicemente aspetti antichi del nostro territorio.