Il Distretto Agroenergetico dell’Appennino Bolognese e Cura del Territorio
2017/12/09, Vergato – Un lettore segnala un sito di sicuro interesse come la materia trattata;
Il Distretto Agroenergetico dell’Appennino Bolognese e la Cura del Territorio, due temi sempre attuali, oggetti di un convegno, base per chi desidera approfondire la conoscenza e le opportunità. Le premesse del prof. Renzo Zagnoni e del prof. Gian Paolo Borghi, gli interventi del presidente di Cosea, Cesare Calistri e del consigliere metropolitano e sindaco di Vergato, Massimo Gnudi.
OBIETTIVI DI PROGETTO
Il Centro di competenze deve pertanto essere inteso non come nuova struttura bensì come raggruppamento di saperi e conoscenze volto a integrare e rafforzare le esperienze in atto sul territorio.
La gestione da parte di Cosea Ambiente S.p.A. del presente progetto permette di attivare iniziative di sensibilizzazione e di assistenza tecnica rivolte ad Enti pubblici e ad operatori economici privati di tutto il territorio Leader per migliorare il grado di conoscenza e favorire l’adozione di metodi, tecniche e tecnologie rispettose dell’ambiente, nonché sistemi di contabilità ambientale.
Il soggetto beneficiario del contributo nonché responsabile dell’attuazione della convenzione e quindi del progetto s’impegna in particolare a favorire e a porre in essere ogni azione necessaria a progettare, sviluppare e promuovere il Distretto Agroenergetico dell’Appennino Bolognese.
ACQUA E LEGNO, ENERGIA PER LA MONTAGNA
PROF. RENZO ZAGNONI
L’ACQUA E IL LEGNO:
L’ENERGIA PER LA MONTAGNA FRA BOLOGNA E LA TOSCANA NELLA STORIA
Sommario
1. La forza dell’acqua dall’età antica ai giorni nostri
2. Boschi e legname per la vita della montagna
3. Bibliografia
Premessa
La montagna compresa fra il Bolognese e la Toscana fin dal primo millennio avanti Cristo ha rappresentato uno spartiacque di collegamento fra l’Italia settentrionale e centrale. Le valli di penetrazione appenninica hanno rappresentato le vie naturali di risalita ai crinali ed ai passi che mettono e mettevano in comunicazione i due versanti dell’Appennino. Per questo la presenza umana, secondo un andamento sinusoidale di incrementi e decrementi, è stata costante: dai primi villaggi dell’età del bronzo localizzati al Poggio di Gaggiola a monte di Silla ed al monte della Croce sopra Santa Maria Villiana; alla grande città etrusca sorta nei pressi di Marzabotto; agli insediamenti romani localizzati soprattutto nella media e bassa valle del Reno; alle pievi medievali le prime delle quali risalgono probabilmente ai secoli V e VI; ai numerosissimi villaggi che sorsero dopo il dirompente fenomeno della crescita demografica e dell’allargamento delle superfici coltivate successivo all’anno Mille.
ESEMPI DI “BUON GOVERNO” DEL TERRITORIO
PROF. GIAN PAOLO BORGHI
ESEMPI DI “BUON GOVERNO” DEL TERRITORIO NELLA VITA E NELLA CULTURA TRADIZIONALE APPENNINICA
Sommario
1. Quando non ci si poteva permettere di “buttare” e di sprecare nulla
2. Dal bosco alla legna e al carbone
3. Etnografia ecosostenibile: il ciclo tradizionale della raccolta delle castagne
4. La concimazione naturale e lo smaltimento dei rifiuti
5. I mestieri della tradizione sostenibile
6. Bibliografia.
1. Quando non ci si poteva permettere di “buttare” e di sprecare nulla
In questo contributo si forniscono alcune chiavi di lettura di significativi aspetti della vita e della cultura tradizionali un tempo in essere in varie realtà appenniniche, con particolare riferimento a quelle bolognesi. I temi, sinteticamente trattati, si riferiscono tra l’altro all’uso razionale e non indiscriminato di materie prime presenti localmente, ai rapporti tra mestieri e territorio, all’uso e al riuso di oggetti e utensili, nonché alle allora quasi innate concezioni del ridurre i rifiuti in maniera responsabile.
Doveroso spazio è riservato alle testimonianze orali, veri e propri insegnamenti “dall’interno” di un mondo rurale che, un tempo, aveva nell’oralità la principale forma comunicativa. Una nota bibliografica offre infine la possibilità di affrontare ulteriori approfondimenti nella prospettiva demo-etno-antropologica qui accennata. L’arco temporale affrontato con le fonti orale focalizza situazioni in essere fin verso gli anni ’50 del ’900.