La storia delle ferrovie Porrettana e Direttissima a puntate – Nr.1, “Una Linea Madre”
2018/11/02, Vergato – Dedicate ai nostri amici e collaboratori ferrovieri, agli appassionati di ferrovie, agli amici che salgono e scendono dal treno ogni giorno, due storie che si intrecciano, la Linea Porrettana definita la “Linea Madre” e la “Direttissima”, la moderna linea orgoglio dell’Italia;
“La vita moderna è dominata dal movimento e dalla velocità…” Mussolini Anno XII
Supplemento speciale della Tecnica Professionale, pubblicato a cura del Collegio Nazionale degli Ingegneri Ferroviari Italiani col concorso dell’Amministrazione delle Ferrovie dello Stato.
Documentazione Archivio famiglia Moschieri Renzo.
Vogliamo intrattenerci anche sulla linea che della «Direttissima» può in certo modo, considerarsi la «Linea madre», e che di essa resterà fedele coa-diutrice, come nella umana vita avviene della vera madre che dà vita a nuova creatura per poi assisterla da vicino o da lontano, anche quando, acquistata libertà di movimento, pienezza di vita e di responsabilità, può avere bisogno dell’esperienza e dell’aiuto materni.
Vogliamo, cioè, accennare alla «Porrettana», che nei suoi 72 anni di vita intensa ed immensamente proficua ha rinserrate e dischiuse tutte le esperienze innovatrici della insonne scienza ferroviaria, tecnica e di esercizio; che ha raccolto e defluito la maggior quantità dei traffici longitudinali del nostro paese, seguendone le alterne fasi di abbondanza e di contrazione; e che, per la vulnerabilità delle linee litoranee, ha vittoriosamente fronteggiato da sola (in un prodigio di possibilità, derivate dalla protesa passionalità patriottica del personale, più che dalle sue risorse) le immense necessità della guerra, silenziosamente avvantaggiando, del suo diuturno sforzo, il quadriennale eroismo dei nostri gloriosi combattenti.
Anch’essa nacque da un combattimento della scienza e del lavoro contro le ostilità della materia; e le sue 48 gallerie che occhieggiano su gole e greppi, e dan piacevole varietà di scenari ed, in quel di Corbezzi, la pittoresca visione della piana Pistoiese, han visto lunghi sforzi, tenacia indomita di tecnici e di maestranze e vittime oscure, che la nobiltà del lavoro eleva a pionieri del progresso ferroviario e civile.
Non a tanto certo pensavano i Plenipotenziari dei Governi Pontificio, Austriaco, Estense, Parmense e Toscano, allorquando, riunendosi il 1° maggio 1851 per stipulare la famosa convenzione per la costruzione di una « strada ferrata dell Italia Centrale », gettarono la idea base della Porrettana!.
Grandemente benemeriti della sua realizzazione si resero, con l’impegnare rapidamente, senza sottilizzazioni di sorta, i rispettivi Governi; i quali, se lungo il corso della colossale opera intrapresa, poterono confortevolmente constatare che le difficoltà topografiche ed altimetriche (aggravate da frequenti paurose incognite ed incalzanti col progredire dei lavori) venivano sempre vinte e superate con sagaci accorgimenti e coraggiosi apprestamenti, favoriti dalla superba passione, che stringeva, attorno al geniale costruttore Ing. Protche, una varia e vasta moltitudine dì menti e di braccia, dovettero anche accorgersi che ogni chilometro, definitivamente acquisito alla loro ferrovia, veniva a costare I ingente somma di L. 580.000!.
Ma I’enorme spesa, pur gravando sul pubblico, non ne adombrò I’ammirato giudizio, che venne gradatamente formandosi mentre, a tappe….continua!
Alcune informazione sulla Linea Madre Porrettana, tratte da “Voci della rotaia” Nr.2 Febbraio 1979.
APERTURA ALL’ESERCIZIO
Bologna-Vergato km. 39 18.8.1862 ~
Vergato-Pracchia » 35 1.12.1863 –
Pracchia-Pistoia » 25 2.11.1864 –
CARATTERISTICHE DELLA LINEA Lunghezza: km. 99
Profilo: tratto Pistoia-Pracchia con pendenza media 22,l% o, pendenza massima 26,152%o in corrispondenza della stazione di Valdibrana; tratto Pracchia-Porretta, pendenza media 17,8%o, massima 25,27%o fra Ponte della Venturina e Molino del Pallone; tratto Porretta-Bologna, media 5,2 – massima 11,7 Gallerie: n. 48 per complessivi km. 18,480 fra cui:
Galleria Vaioni, lungh. m. 533 in curva con raggio di m. 350, complesso Piteccio-Vignacci-Fabbiana per mi. 1.708 e raggio m. 300; Galleria Appennino mi. 2.727 con pendenza 24,43%o;
Galleria Casale m 2.622 – Galleria di Riola m. 1.834 Ponti e viadotti (di almeno 4 metri di luce): 64 per compì, km. 2,240 Passaggi a livello: 29 di cui 14 manovrati dalle stazioni (o fermate) Stazioni n. 13 – Fermate presenziate: 3 – impresenziate: 5.
Trazione elettrica a corrente continua (doppio filo)
Tracciato: a semplice binario da Pistoia a Bologna Borgo Panigaie. Da Bologna Borgo Panigaie a Bologna Centrale a doppio binario, si innesta nel sistema DCO del nodo ferroviario di Bologna. Nel tratto Bivio S. Viola-Bologna Centrale ha in comune i binari con la linea Bologna-Piacenza. A Bivio S. Viola fa capo anche la stazione di Bologna Ravone.
Tonnellaggio per asse: 20 tonn. (C3)
Da Bologna Borgo Panigale a Pistoia la linea è esercitata con dirigenza locale; da Bologna Borgo Panigale a Bologna Centrale è in funzione il blocco automatico
LAVORI DA ESEGUIRE
Secondo gli orientamenti del Compartimento, che il Piano integrativo di interventi sembra aver recepito, ecco i lavori da eseguire sulla linea, a breve e media scadenza.
Rifacimento parziale di ponti, viadotti, muri di sostegno e opere di difesa (fra Sasso Marconi e Pistoia); rifacimento parziale e consolidamento di tratti di gallerie; blocco elettrico manuale o blocco conta assi; adeguamento al modulo di 500 mi., nell’ACEl, nella centralizzazione deviatoi estremi delle Stazioni; prolungamento o costruzione di pensiline e marciapiedi; costruzione sottopassaggio a Porretta; potenziamento S.S.E. di Porretta e costruzione S.S.E. a Pracchia e Sasso Marconi; potenziamento impianti di illuminazione dei piazzali di Stazione e impianti di riscaldamento per snevamento scambi in varie Stazioni; soppressione P.L. pubblici e privati; sistemazione P.L.
Storia e curiosità
SU DI UN’ISOLETTA DEL RENO, a poche centinaia di metri ; dalla stazione di Borgo Panigaie, Emilio Lepido, Antonio e Ottaviano posero fine alla “guerra di Modena” costituendo il secondo triunvirato.
NELLA CERTOSA DI BOLOGNA, che si trova prima di Casalecchio di Reno, riposa Jean Louis Protche, il geniale progettista, francese di nascita, ma bolognese di adozione, che realizzò la linea.
DALLA VILLA GRIFONE, presso Pontecchio, Guglielmo Marconi lanciò i primi segnali radio.
IL MONTE SOLE, nei pressi di Marzabotto, è tristemente famoso per l’eccidio che vi venne perpetrato nel corso dell’ultima guerra. Inoltre, proprio qui, venticinque secoli fa, sorgeva un’altra città: la città etrusca di Misa. Grande e prospera, fu annientata dai Galli Boi. Oggi rimangono le tracce dei suoi templi, degli acquedotti e degli altari, e un’imponente e suggestiva necropoli.
VERGATO deve il proprio nome ad una fiorente produzione dell’ omonimo panno a righe, di gran moda presso la nobiltà intorno all’anno mille. Dalla metà del ’40 diventerà una piccola capitale, avendovi il Comune di Bologna destinata la residenza dei “Capitani della Montagna”, una sorta di governatori che venivano qui inviati ad amministrare le vallate circostanti.
LO STEMMA COMUNALE DI PORRETTA raffigura un bue. Raccontano le cronache del 1200 che si trattava di un animale talmente malato e prossimo alla fine che non valeva la pena di macellarlo.
Il padrone lo lasciò libero di morire in pace e l’animale, guidato dall’istinto, riscoprì l’efficacia di acque termali già note agli etruschi e ai romani e poi dimenticate. Il nostro bove, abbeveratosi alle fonti, divenne « graso e polito che parea un manzo » e fece la fortuna della città perché da allora le Terme divennero molto frequentate.
PRACCHIA appare un po’ come un nobile decaduto. Un tempo — quale punto obbligatorio di fermata nella più importante linea di valico degli Appennini — era una località turistica assai apprezzata. Allora era di moda soggiornare sull’Appennino ed alla Stazione facevano capo, anche tutte le comunicazioni con i centri dell’alta valle della Lima (Abetone) e con Pievepelago. Oggi gli alberghi chiusi e recanti i segni del tempo, sembrano rimpiangere un passato che forse non ritornerà.
SAMMOMME’ è l’esatta denominazione della località che su tutte le nostre pubblicazioni ufficiali, dall’orario al prontuario delle distanze, appare come S. Mommè: un santo creato dalle… FS.
Continua….