Medico in ambulanza, la parola all’Azienda USL di Bologna

2018/12/14, Bologna – Marco segnala; Medico in ambulanza, la parola all’Azienda USL di Bologna

Fonte: DIRE

Dopo il caso Venturi e le polemiche anche politiche che ne sono derivate, il 118 di Bologna ha “registrato chiamate di cittadini che ci chiedono di avere la presenza del medico. Dare questa incertezza e’ sbagliato, perche’ la risposta giusta il sistema la da’ perche’ si e’ strutturato nel tempo”. Detto in altri termini, “e’ inaccettabile che nei cittadini nasca il sospetto che chi li soccorre non abbia la preparazione necessaria”.

Usa parole dure Chiara Gibertoni, direttore generale dell’Ausl di Bologna, che oggi ha incontrato la stampa nella centrale del 118 all’ospedale Maggiore per fare il punto sull’attivita’ dell’ultimo anno. Una conferenza stampa organizzata dopo la radiazione dell’assessore regionale Sergio Venturi decisa dall’Ordine dei medici di Bologna proprio per la delibera di riassetto del sistema dell’emergenza-urgenza. Dal quel caso sono nate polemiche politiche anche aspre, che hanno visto tra i protagonisti il capogruppo M5s Massimo Bugani, preso di mira dagli stessi operatori sanitari per un post giudicato offensivo per il lavoro degli infermieri sulle ambulanze. E proprio alla politica oggi Gibertoni da’ un sonoro stop. “Come medico- afferma la numero uno dell’Ausl di Bologna- se gia’ mi sembrava assurdo che si rilasciassero dichiarazioni in merito all’utilita’ del vaccino, e’ oltremodo inaccettabile che si semplifichi il tema dell’emergenza-urgenza, soprattutto per rispetto a tutti coloro che lavorano ogni giorno nella nostra centrale e sulle nostre ambulanze”. Per questo, sostiene Gibertoni, “penso sia arrivato il momento di dire che sono i tecnici che devono parlare e spiegare ai cittadini cosa c’e’ dietro un sistema cosi’ complesso. La nostra realta’ ha professionisti che a livello nazionale e internazionale possono rappresentare il meglio dell’emergenza-urgenza”.

La direttrice dell’Ausl di Bologna insiste in particolare su un punto. “Semplificare e’ sempre sbagliato in sanita’- afferma- ma mai come sul tema dell’emergenza-urgenza. E io credo che se ne debba parlare e si possano dare sentenze solo se si conosce veramente fino a fondo la complessita’ dei meccanismo”. Dunque, prosegue Gibertoni, “ognuno e’ libero di avere opinioni e di esplicitarle, ma quando queste opinioni entrano nel merito di scelte tecniche assunte attraverso un’approfondita analisi dei bisogni e dei meccanismi che regolano la risposta, credo che sia un modo poco costruttivo. E soprattutto puo’ generare incertezza nei cittadini: questo non va bene”.

Dopo il caso Venturi, rimarca la numero uno dell’Ausl, “abbiamo registrato chiamate di cittadini che ci chiedono di avere la presenza del medico nel momento in cui hanno bisogno e attivano il 118. Dare questa incertezza e’ sbagliato- attacca Gibertoni- perche’ in realta’ la risposta giusta il sistema la da’ perche’ si e’ strutturato nel tempo. Gli standard a cui facciamo riferimento sono nati qui e Bologna e’ uno dei lochi posti in Italia dove possiamo guardare avanti con sicurezza rispetto a tutte le scelte che si fanno”. Quindi, insiste Gibertoni, “e’ inaccettabile che nei cittadini nasca il sospetto che chi li soccorre non abbia la preparazione necessaria”. Da qui, la decisione dell’Ausl di “rafforzare l’informazione ai cittadini” su cos’e’ e come funziona il 118. “Non e’ un singolo che si reca a casa del paziente- sottolinea Gibertoni- c’e’ dietro un sistema maturo, complesso e articolato. Oggi i cittadini bolognesi hanno un’offerta di altissima qualita’, forse siamo stati poco capaci di spiegarlo”, chiosa la direttrice Ausl.

La presenza del medico in ambulanza? E’ necessaria solo in quattro casi su 100. Dati alla mano, l’Ausl di Bologna risponde cosi’ alle polemiche sorte nei giorni scorsi dopo la decisione dell’Ordine dei medici di radiare l’assessore regionale alla Sanita’, Sergio Venturi, ‘reo’ di aver portato in Giunta nel 2016 la delibera sul riassetto del 118 che prevede, tra le altre cose, il soccorso in ambulanza fatto da infermieri specializzati e senza il medico a bordo. L’occasione e’ la conferenza stampa organizzata dall’Ausl nella centrale operativa del 118, all’ospedale Maggiore. A Bologna e provincia, nel 12% dei soccorsi viene inviato anche il medico e nel 44% l’intervento e’ condotto da mezzi infermieristici.

Secondo i dati di tutte le centrali 118 regionali, pero’, la presenza del medico e’ necessaria solo nel 4% dei casi e quella dell’infermiere nel 10%. Come riassume Nicola Binetti, direttore del Pronto soccorso dell’Area nord, “da un lato ci sono dati e risultati dimostrati scientificamente. Dall’altro opinioni e disinformazione”. In parole povere, rivendica l’Ausl, il sistema dell’emergenza-urgenza funziona. E il messaggio e’ diretto in particolare al presidente dell’Ordine dei medici, Giancarlo Pizza. “L’Ordine dei medici nasce per tutelare gli iscritti- afferma la direttrice dell’Ausl, Chiara Gibertoni- e’ inaccettabile che colpisca un singolo individuo rispetto a un sistema piu’ ampio di regole condivise. L’Ordine sta andando in una direzione contraria a cio’ per cui e’ nato e lo dimostra quanti medici ha dovuto colpire. Sette sono stati i procedimenti a carico dei nostri medici, che facevano il loro dovere in coscienza. E’ un metodo inaccettabile”.

Sospesi per sei mesi dall’Ordine dei medici sono stati negli anni scorsi proprio i vertici dell’emergenza-urgenza di Bologna: Giovanni Gordini, Cosimo Picoco e Nicola Binetti. Il provvedimento e’ stato impugnato dai tre medici e la commissione nazionale (Ceps) ha sancito la prescrizione. Ma “siccome ne vogliamo uscire puliti- spiega lo stesso Gordini- abbiamo presentato ricorso in Cassazione. Stiamo aspettando che si pronunci”. I vertici dell’Ausl di Bologna quindi fanno ancora una volta quadrato in difesa di Venturi. Secondo Gordini, direttore del dipartimento Emergenza, “il provvedimento e’ fuori contesto, perche’ l’assessore ha agito nel suo ruolo politico. Sarebbe stato divertente inseguire l’Ordine degli Architetti quando assessore era Bissoni… Allo stesso modo erano spropositate anche le sanzioni per gli altri medici che hanno disegnato e applicato procedure che derivano da dimostrazioni scientifiche”.

E aggiunge: “Se oggi anche i ‘laici’ possono usare il defibrillatore, la discussione sulle competenze di medici e infermieri e’ antistorica”. In ogni caso, punge Gordini, “non e’ detto che l’Ordine sia rappresentativo di tutti, a votare del resto sono andati in pochi. Noi siamo qui per difendere non un pezzo della categoria, ma un intero sistema dalla controinformazione”. Secondo Giuseppe Di Pasquale, direttore del dipartimento Medico, “l’Ordine deve tutelare anche i cittadini e cosi’ non lo fa, perche’ va contro un’organizzazione che funziona bene da anni. Sono atteggiamenti che vanno contro la storia”. Chiosa Oscar Dell’Arciprete, coordinatore della centrale operativa del 118 Emilia est. “I nostri infermieri sono formati, hanno esperienza e il supporto tecnologico- rivendica- le professioni lavorano insieme”.

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