Don Giuseppe Ferretti – Dialoghi; Siracide CAP. 1 versetti 1 – 10

2020/01/07, Vergato – Ci hanno detto; lasciate stare la politica e occupatevi di mele rose romane che vi riesce meglio… poi ci hanno scritto; lasciate fare l’informazione a chi è capace… esiste l’ordine dei giornalisti per questo… Poi ci siamo detti… fermiamoci tutti e meditiamo un po! 

Ci aiuta don Giuseppe Ferretti, parroco a Grizzana Morandi, conoscitore della Palestina e Don Dossetti, ha da tempo un gruppo che si occupa di leggere e meditare la Sacra Scrittura in particolare il libro del SIRACIDE.

Iniziamo oggi con i “dialoghi” di quello che ormai può sembrare “lontano” ma sempre attuale; 

Siracide CAP. 1 versetti 1 – 10  Martedì 09/08/2011 

1 – Ogni sapienza viene dal Signore e con Lui rimane per sempre.

2 – La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li potrà contare?.

3 – L’altezza del cielo, la distesa della terra e le profondità dell’abisso chi le potrà esplorare?

4 – Prima di ogni cosa fu creata la sapienza e l’intelligenza prudente è da sempre.

5 – Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, le sue vie sono i comandamenti eterni.

6 – La radice della sapienza a chi fu rivelata?  E le sue sottigliezze chi le conosce?

7 – Ciò che insegna la sapienza a chi fu manifestato? La sua grande esperienza chi la comprende?

8 – Uno solo è il sapiente e incute timore, seduto sopra il suo trono.

9 – Il Signore stesso ha creato la sapienza; l’ha vista e l’ha misurata, l’ha effusa su tutte le sue opere,

10 – a ogni mortale l’ha donata con generosità, l’ha elargita a quelli che lo amano. L’amore del Signore è sapienza che dà gloria, a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino.

Don Giuseppe: Iniziamo questo libro che è uno dei più lunghi della Divina scrittura, ma non come il Nostro Isaia che ha 66 Cap. Questo arriva a 51, è più breve, ma è un libro denso e ci aiuterà nel nostro cammino per purificare la mente da una malattia spirituale che è la più grave che è la stoltezza, che non è solo l’ignoranza, è non sapere bene. Si può sapere, ma non sapere bene e di fatti non ogni sapienza è buona: inizierà così il libro. Ogni sapienza viene dal Signore, ciò che ne ha l’apparenza non viene dal Signore, quindi il libro fa compiere un cammino di purificazione della mente immettendo in noi, posso dire per usare una parola nostra, le strutture del vero pensare e anche i criteri del vero giudicare, come si fa a giudicare nella verità e non nell’apparenza, perché vi è un giudizio apparente che si fonda sulle cose apparenti, che sembrano evidenti, ma non sono vere e c’è un giudizio che invece è quello inerente alla verità che non è sempre apparente. Quindi il libro si comprende sempre più nella misura in cui si entra in comunione con la sapienza. Per questo è un libro pedagogico che noi chiamiamo Siracide, perché prendiamo il termine greco in quanto è scritto o meglio è una riduzione di una grossa opera fatta, come dice il prologo, dal nipote che viene chiamato Bensira, quindi Siracide. Gli antichi invece lo chiamavano ecclesiastico, perché era il libro più letto nella Chiesa, per cui per indicare questo libro lo chiamavano l’Ecclesiastico e questo nome è perdurato fino ai nostri giorni poi ha prevalso, negli studiosi, la nomenclatura più inerente, all’autore che l’ha composto, quindi adesso lo chiamiamo Siracide. Adesso lascio a voi la parola poi prendo il testo e cercherò di fare qualche nota a quanto abbiamo letto.

Francesca: Il Siracide inizia il suo libro sapienziale nel mistero della creazione. Il miracolo della Sapienza del Signore e della sua gloria dove ogni uomo credente o non credente vede e tocca con la mano le meraviglie del Signore e conferma così il versetto: “Ogni sapienza viene dal Signore ed è sempre con Lui”. Il passo Evangelico di San Giacomo dà una dritta: se qualcuno di voi manca di sapienza la domandi a Dio con fede che dona con semplicità a tutti coloro che lo amano nella sua verità. Nel I Libro dei Re abbiamo l’esempio del Re Salomone che amava Dio e non chiede al Signore ricchezza e doni di questa terra, ma il dono della sapienza, l’intelligenza spirituale di saper distinguere il bene dal male. Quindi chiede al Signore il dono dello spirito di sapienza. Infatti nel libro della sapienza si coglie che la sapienza è uno spirito amico degli uomini, ma non entra in un’anima che opera il male, né entra in un corpo schiavo del peccato. Quindi si coglie con chiarezza che la Sapienza di Dio è legata alla purificazione interiore, il primo passo verso la vita cristiana.
Penso che, se lo desideriamo, il Libro del Siracide come è stato d’aiuto nel Vecchi Testamento a coloro che desideravano progredire sempre di più in una condotta retta, secondo la legge aiuterà anche a noi vivere il Vangelo nel nostro quotidiano.

Daniela: La Sapienza appartiene a Dio, gli uomini non l’hanno. La Sapienza è stata creata prima di ogni cosa, sembra una creatura di Dio, non un suo attributo. L’unico sapiente è Dio, la Sapienza creata da Dio è stata diffusa nella creazione, sembra si tratti di un ordine con cui Dio ha creato il mondo. Questa Sapienza è stata anche elargita all’uomo che ama e teme Dio. Questo timore rende l’uomo felice e gli dona lunga vita.

Massimo: Mi colpiva questa sapienza di cui viene chiarita l’origine: ogni sapienza viene dal Signore, in un qualche modo però a partire da questa fonte unica, privilegiata viene effusa su tutti: il Signore stesso ha creato la sapienza, l’ha vista, l’ha misurata e l’ha effusa su tutte le Sue opere, l’ha
donata a ogni mortale con generosità. Mi colpiva molto questa precisazione perché a volte sembra invece essere in contrasto con quello che ci sembra di vedere normalmente: guardando quello che succede nel mondo, leggendo i giornali sembra che ci sia invece una grande mancanza di questa
sapienza nel giudizio, nella responsabilità, in tante cose. Allora mi piace vedere che invece il Signore oggi ci dice di questo allargamento riguardo alla sapienza. L’avevo letto ancora sulla vecchia versione, ma le note delle Bibbie tendevano molto a dire che la differenza di quello che era scritto nel libro dei Proverbi ( dove c’è una personificazione della sapienza con 22 aggettivi nei quali sembra di essere di fronte a una persona viva e vera), era che nel Siracide questa personificazione così spinta non è ancora visibile o almeno così visibile. Però notavo che un versetto, di quelli che poi dopo sono stati riportati alla luce diceva: “La fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli”, allora, se la fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, questo progetto di personificazione è più semplice da capire perché per noi la parola di Dio nei cieli è Gesù Cristo.
Quindi mi piace che in questo processo ancora faticoso di personificazione della sapienza, questo versetto, una volta più nascosto perché solo nelle note, adesso sia stato riportato, questo mi sembra sia una nota importante. Quindi riassumendo questo allargamento spropositato della sapienza ad ogni vivente sta nella parola di Dio ed è Gesù Stesso.

Don Giuseppe: Ogni sapienza viene dal Signore e con Lui rimane per sempre.
Sentiamo subito in questo verso l’apertura del Libro: (1) ogni sapienza viene dal Signore, quindi quello che di vero c’è nella sapienza dei filosofi, dei popoli, delle tradizioni, viene dal Signore, per cui Egli riversandola abbondantemente nelle vie della rivelazione a Israele e poi in Gesù in cui ci rivela la pienezza, tuttavia, come dicono gli antichi autori, i semi del Verbo sono presenti anche negli altri popoli, nelle altre forme di pensiero. Questo primo discernimento è importante perché educa all’ascolto di quella sapienza presente anche negli altri popoli che è unica come sapienza e con Lui rimane per sempre anche operando, come dirà poi più avanti e come ci insegna il Libro dei Proverbi, con il Signore la Sapienza è sempre in Dio, anzi è un attributo essenziale della sua natura.
Egli è la sapienza e questo attributo essenziale della natura divina si fa tributo personale nel Logos, nel Verbo, nella parola di Dio, nel Figlio di Dio che è la sapienza del padre.
(2) La sabbia del mare, le gocce della pioggia i giorni dei secoli chi li potrà contare? L’altezza del cielo, la distesa della terra e le profondità dell’abisso chi le potrà esplorare? Perché l’autore cita queste creature? Perché fa immediatamente un paragone e difatti nel versetto 3 si dice:

(3 )“L’altezza del cielo, la distesa della terra e la profondità dell’abisso” e il greco aggiunge e la sapienza, i nostri traduttori non l’hanno voluto inserire, ma in tutte le Bibbie greche c’è come aggiunta la sapienza perché è la chiave interpretativa cioè dice che se nella creazione ci sono realtà incommensurabili per la mente umana quanto più e incommensurabile la sapienza da cui tutto ha origine e che dà ordine, disposizione a tutte le creature che la riflettono in sé stessa perché tutto riflette la sapienza nella creazione. E’ una dottrina importantissima che troviamo anche nella filosofia greca, anche se non nel concetto di creazione, ma in quello di emanazione soprattutto nel neoplatonismo e siamo proprio nell’ambiente allessandrino in cui fu tradotto in greco il Libro ebraico del Siracide, quindi si recepisce che la creazione, se attentamente letta è un inno alla sapienza di Dio, ne esprime gli attributi.
(4) Prima di ogni cosa fu creata la sapienza.
La sapienza è preesistente alla creazione, è la prima delle creature non in ordine di tempo, ma come premessa alla creazione stessa. Dio prima crea la sapienza e nella sapienza crea tutto l’universo visibile e invisibile. Ora qui si pone per la dottrina cristiana un problema perché è chiaro che il Logos, il Verbo di Dio non è creato, è generato. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato della stessa sostanza del Padre. Per cui Agostino a questo punto si pone: qual è questa sapienza che fu creata prima di ogni cosa? E risponde dicendo: “Sono gli Angeli, la natura Spirituale”. Quindi Dio crea le schiere innumerevoli degli esseri spirituali costituendoli già in mondi spirituali di cui abbiamo dei barlumi nelle divine scritture del mondo angelico e spirituale e da questo mondo spirituale crea poi quello fisico, visibile e pone l’uomo come sintesi del mondo visibile e di quello invisibile.

E l’intelligenza prudente è da sempre.
Cosa significa l’intelligenza prudente? E’ questa una delle connotazioni della sapienza; la sapienza è intelligenza prudente, cioè è conoscenza che tutto misura secondo l’armonia dell’insieme perché l’imprudenza è la disarmonia. Noi siamo imprudenti quando usciamo dall’armonia sia nostra
personale, sia nei rapporti tra di noi che con la creazione. La prudenza è il segno dell’armonia e quindi si acquista proprio attraverso la conoscenza della sapienza. Ecco perché è unita all’intelligenza, quindi alla conoscenza spirituale.
(5) Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, le sue vie sono i comandamenti eterni.
La sapienza ha la sua fonte originante che è la parola di Dio nei cieli. Quindi la parola increata, quella che procede dalla bocca dell’Altissimo, che noi veniamo a conoscere nell’Incarnazione che è il Signore Nostro Gesù Cristo, il Verbo di Dio e questa sapienza s’incanala come sorgente che si fa acqua, s’incanala nei comandamenti eterni. Quindi i comandamenti che Dio dà sia nella rivelazione che Dio scrive nella natura, nella stessa natura umana, nella natura visibile, nella natura angelica, questi comandamenti che creano l’armonia del tutto e dei rapporti vicendevoli sono appunto l’emanazione della sapienza, l’effluvio della sapienza che si manifesta attraverso i comandamenti.
Per cui voi dovete sempre, nel senso che tutti noi dobbiamo sempre, guardare i comandamenti come espressione della sapienza e mettere in crisi noi piuttosto che i comandamenti, perché viene facile criticare i comandamenti, ma chi critica i comandamenti esprime la sua stoltezza, perché non accetta di sottoporsi alla sapienza e giudica sapienza la sua stoltezza, le sue convinzioni.

(6) La radice della sapienza a chi fu rivelata?
Questa radice non fu rivelata a nessuno perché in Dio è solo il Verbo di Dio che conosce la sapienza nella sua radice, noi conosciamo la sapienza nei suoi frutti, i frutti nella creazione, i frutti in noi, ma nessuno di noi può salire alla radice della sapienza. Platone stesso ha tentato di salire alla radice della sapienza, ma ha preso la via del ragionamento dialettico e non vi è giunto; Aristotele ha cercato di giungere alla radice dalla sapienza, ma ha preso la via del sillogismo e non vi è giunto, il Budda ha cercato la radice della sapienza, ma il prezzo è stato l’annullamento di sé. Quindi la radice
della sapienza è nel Verbo, nel Logos che manifesta sé stesso nelle creature. E qui dice:
E le sue sottigliezze chi le conosce?
Nessuno può conoscerle perché nessuno può conoscere le profondità di Dio, nessuno può conoscere i Suoi giudizi, nessuno può dire a Dio: “Ti ho messo in buca”. Giobbe stesso desiderava ardentemente di misurarsi con Dio e di dire: “Venisse davanti a me confrontandosi, direi le mie ragioni e vorrei proprio sapere che cosa risponderebbe” E quando il Signore si manifesta, Giobbe dice: “Mi metto la mano davanti alla bocca, nessuno può conoscere la profondità dei disegni di Dio.
Per cui il Dio che noi pensiamo è ancora un’immagine sbiadita di Dio, non è il Dio vero. Ecco perché non possediamo ancora la sapienza, perché non conosciamo Dio, lo conosciamo in rapporto a noi stessi.
(7) Ciò che insegna la sapienza a chi fu manifestato? La sua grande esperienza chi la comprende?
Anche qui bisogna rispondere:” Nessuno”. Sono stati manifestati dei barlumi, delle luci, parziali conoscenze della sua grande esperienza nella creazione, nella storia degli uomini, nella Sua Incarnazione, nell’annuncio che il Logos fa, il Verbo di Dio fa del Suo Evangelo, della Sua Passione
e Morte Risurrezione, Ascensione effusione dello Spirito di come conduce la storia verso il suo compimento, noi abbiamo dei barlumi, non abbiamo la comprensione della grande esperienza che Egli ha come Signore e giudice e come uomo, Verbo che si è fatto carne. Ecco per cui non possiamo mai pensare che Gesù dica quello che noi pensiamo, perché Gesù supera incessantemente il nostro pensiero e dobbiamo sempre cercare la Sua volontà. E’ importantissimo porsi davanti a Dio come chi non sa perché c’è la gioia di una conoscenza e di fatti dice:
(8) “Uno solo è il sapiente che incute timore seduto sopra il Suo trono.
Il timore è il modo, come poi dirà in seguito, con cui noi conosciamo la sapienza, la sconosciamo nella chiave del timore di Dio non tanto nel Suo mistero, nelle sue radici, nell’arco della sua esperienza ma la conosciamo come in missione in noi del timore di Dio, come dice il Salmo: Il principio della sapienza è il timore del Signore seduto sopra il suo trono, nella Sua regalità.

(9) Il Signore stesso ha creato la sapienza, l’ha vista, l’ha misurata, l’ha effusa su tutte le sue opere, quindi egli l’ha creata, sta davanti a Lui come la prima delle creature, poi adesso non avanzo in una speculazione che cosa significhi che la Sapienza è la prima delle creature perché dovremmo inoltrare il nostro discorso sull’umanità di Cristo. E nel momento stesso in cui Lui vede la sapienza e la misura perché Lui solo la misura, nessuna creatura può misurare la sapienza, perché la sapienza è la misura delle creature effusa su tutte le Sue opere per cui tutte partecipano della sapienza senza esaurirla, nessun’opera esaurisce la sapienza, (10) a ogni mortale l’ha donata con generosità, l’ha elargita a quelli che lo amano.
Ecco, vedete, ogni mortale ha in sé la sapienza, ma è potenziale in lui, si attiva nell’amore verso Dio. Chi ama Dio, quindi lo teme, in lui la sapienza si attiva con generosità e lo guida nei suoi sentieri, allora per questo vedete vi è tale aggiunta non registrata in tutti i testi greci.
“L’amore del Signore è sapienza che dà gloria, chi ama veramente il Signore è sapiente e questa sapienza gli dà gloria a quanti Egli appare, la dona perché la contemplino.
Cioè a coloro a cui si rivela quindi ad Abramo, ai giusti, a coloro a cui Dio ha parlato, la dona perché la contemplino e allora qui abbiamo uno squarcio meraviglioso su Suo Figlio perché è Lui che parla ai profeti, ai giusti, ai santi dell’antica alleanza e parla a noi oggi nel santo Evangelo.
Come sentite è veramente bello amare la sapienza e arrivare proprio a quell’interiore certezza d’incamminarci nella verità, di non essere nell’equivoco del dubbio, perché il dubbio è la malattia più grave dello Spirito, mentre la conoscenza della sapienza guarisce da questa malattia senza darti l’onniscienza, ma t’incammina nei sentieri di luce della verità. Per cui ringraziamo il Signore e continuiamo il nostro cammino.

Prossima volta Martedì 30/08/2011 SIRACIDE CAP 1 Versetti 11-21

Gli incontri sono attualmente in corso anche per l’anno 2020 sempre di martedì pomeriggio (18,30) a Grizzana Morandi

Contatti e informazioni; info@dongiuseppe.it

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