Il Foro Boario di Vergato

2015/10/05, Vergato – Ritorna Enrico Carboni con gli articoli di “approfondimento”, dopo la sequenza sui Pilastrini o Sdaleen, Il lago di Ecchia – La leggenda della casa, del bue e della vecchiaEbrei a Susano (Una storia tragica finita bene!)“L’Arvèina” – La frana della RovinaVergato “la Rotonda” della GhiaiaUn fungo in cemento a Vergato27 Novembre 1943 – 1° bombardamento, Vergato non dimentica i suoi mortiGiorgio Sirgi – La difesa del suolo nella montagna bolognese (quando si faceva)Quando a Susano arrivò l’acqua in casaLa “Casleina” di Olivi il fotografo e la Giovannina Bernardi e altri ancora che non andiamo ad elencare, ecco il ritorno dopo la pausa estiva con questo studio meticoloso sulla trasformazione del paese;

IL FORO BOARIO A VERGATO

Le belle immagini del Foro Boario di Vergato agli inizi del ‘900, comparse il 31. 3. 2015 su Vergatonews24, danno conto di un paese a quel tempo molto circoscritto, racchiuso in poco spazio, praticamente dalla Campana alla spianata ghiaiosa e assolata definita a volte Foro Boario e a volte Piazza d’Armi, che si può vedere nelle cartoline di foto 1 e 2 nelle quali spiccano soltanto la Villa Burdese (poi Piccinelli, oggi Fini) e l’Asilo Burdese appena costruito (vedi articolo relativo all’Asilo Burdese).

VN24_Asilo-e-Foro-Boario_05Foto 1– Il foro boario a Vergato nel primo 900; la moltitudine di bovini presenti dà conto della sua importanza economica e sociale per la vita del paese in rapporto al territorio agricolo circostante.

Questa spianata dal fondo ghiaioso e irregolare, collocata a ridosso del centro abitato, oltre che per le fiere ed i mercati era utilizzata anche come Piazza d’Armi dal Regio Esercito solito a fare campi estivi a Vergato per attività ed esercitazioni militari.

Piazza d'armi primi 900 copiaFoto 2 – Nella spianata libera dai bovini, i militari dell’Esercito Regio marciano allineati e coperti. Oltre all’Asilo e alla Villa Burdese al centro sullo sfondo, si intravedono le case dei “Luschi” e le prime case dell’attuale Via Minghetti. (Collezione Ferri Alfonso)

La situazione del Foro Boario/Piazza d’Armi, illustrata dalle cartoline delle foto 1 e 2, cambia radicalmente dopo il 1925 con la costruzione al centro di questa spianata  del monumento ai caduti della prima guerra mondiale, inaugurato il 12 luglio 1925 dal Principe Ereditario Umberto di Savoia e la successiva realizzazione del Parco delle rimembranze. Si tratta di un evento straordinario con grande partecipazione di politici e autorità provinciali e nazionali e di moltissimi cittadini che le foto della Farmacia Marchi (uscite su” Sei di Vergato se..”) e  l’Articolo di Tiberio Collina (pubblicato su Nueter N. 52 del dicembre 2000) documentano con dettaglio di particolari molto interessanti.

Un grande successo dovuto certamente all’alto valore simbolico che il monumento rappresentava, ma anche al fatto che si trattava di una ottima occasione di propaganda a favore del nascente stato fascista. Un esempio di  manifestazione pubblica di regime, organizzata con studiata regia e dispendio di molti mezzi allo scopo di favorire e sviluppare l’adesione popolare al movimento fascista.

Vergato_Inaugurazione Monumento_img036 copiaFoto 3 – Domenica 12 luglio 1925 alla presenza di numerosissime autorità e di una grande folla di partecipanti, S.A.R. il Principe Ereditario Umberto di Savoia inaugura il Monumento ai Caduti della 1° Guerra mondiale.Una delle cinque foto che documentano la giornata.(Archivio Farmacia Marchi)

A ben vedere questo evento segna anche la direzione prevalente che prenderà lo sviluppo urbano del paese che da allora ha cominciato a spostarsi verso sud, prima occupando tutti gli spazi utili fino all’alveo attivo del Vergatello, poi oltrepassandolo con insediamenti prima industriali poi commerciali e abitativi assecondando una tendenza che non si è ancora esaurita. Alla costruzione del Monumento segue quella dei giardini pubblici (Parco delle rimembranze) con viali, vialetti e panchine e la piantumazione di molti alberi, quindi attorno sorgono le prime case di abitazione.

Vn24_Vergato 1930_11-1 (2) copiaFoto 4  – Il parco delle rimembranze nel1930: al centro il monumento ai caduti, attorno gli alberi che stanno crescendo, i viali, i vialetti e le panchine secondo un impianto ancora oggi esistente.

In quegli anni (1924) viene infatti costruito l’edificio della tipografia Lanzarini, in seguito Lanzarini – Ferri, infine solo Ferri; poco dopo (1930) viene progettato dall’Arch. Giuseppe Vaccaro l’edificio della casa del fascio (costruito verso la fine degli anni ’30) e si viene in questo modo a delineare un comparto urbanistico che caratterizzerà il paese nei decenni a seguire e che si completerà nei primi anni 50 con la costruzione nello spazio rimasto vuoto della nuova chiesa, con relativa canonica.

Scelta lungimirante che la Parrocchia e l’Amministrazione comunale di allora condivisero assieme ai cittadini consultati in una pubblica assemblea indetta nella sala cinematografica delle scuole elementari. Molti presero la parola per sostenere le proprie tesi e alla fine, a mezzanotte inoltrata, si decise di mettere ai voti le proposte. La maggioranza si espresse a favore dell’area dell’ex foro boario e il consiglio comunale, dopo qualche giorno, rispettando le decisioni dell’assemblea cittadina, deliberò di conseguenza. (da Franco Gamberi: 22 agosto 1954- Si inaugura la chiesa ricostruita)

Ma torniamo agli anni trenta ed alla necessità di trovare un’altra area da destinare a Mercato Boario, non essendo più possibile utilizzare a questo scopo quella vecchia occupata dal monumento ai caduti e dal parco delle rimembranze. Un nuovo Mercato Boario, importante struttura pubblica già esistente nell’antica Roma, era evidentemente necessario per garantire al paese quel ruolo di centro di riferimento commerciale strategico per tutta la montagna, sede di fiere e mercati importanti molto frequentati e di indubbio interesse economico per tutta la comunità. La scelta dell’Amministrazione comunale ricadde sulla vicina area , compresa fra il Vergatello e la cortina di case rappresentata dall’Asilo Burdese, l’erigenda Casa del Fascio e la Tipografia Lanzarini, in pratica sul greto del torrente Vergatello. La scelta risultò abbastanza scontata perché dietro la cortina di edifici soprarichiamati esisteva già una spianata sulla quale era stato realizzato negli anni 20 il campo di calcio sul quale i giovani Vergatesi cominciavano a praticare questo nuovo sport inventato in Inghilterra qualche decennio prima e importato in Italia nei primi anni del ‘900 (la squadra del Bologna F.C. viene fondata nel 1909).

Ne danno testimonianza le due foto(5 e 6) che evidenziano come le squadre siano schierate sul campo, la prima avendo sullo sfondo un angolo della tipografia Lanzarini, (costruita nel 1924), l’edificio della famiglia Minieri, oggi adibito a cinema e la sottostazione ferroviaria (costruita nel 1927), la seconda avendo sullo sfondo il muro che difendeva dalle piene del Vergatello l’Asilo Burdese e tutto il paese.

Foro Boario_Scan-150926-0003 (2) copiaFoto 5 – Siamo nella seconda metà degli anni ’20, questa cartolina postale nel retro reca la scritta: Vergato batte S. Vitale 4 a 2 (col pensiero sempre rivolto, spero) Guido Canarini.

Le due squadre riprese assieme a fine partita in un campo di calcio che diventerà pochi anni dopo(1930) il Nuovo Foro Boario. Si riconoscono: Il Dott. Mario Della Valle (il terzo da ds. in piedi), Nino Marchi (il secondo da ds in ginocchio), Gino Stefani (l’ottavo da ds. in piedi), Guido Canarini detto Cagnara (sdraiato in seconda fila, autore della scritta sul retro)), Gino Rubini (in ginocchio davanti a Gino Stefani), Nello Casalini (sdraiato dietro a Guido Canarini). (Archivio Lenzi Ugo)

Foro Boario_Scan-150928-0002 (2) copiaFoto 6 – La foto riprende la squadra del Vergato nello stesso periodo, con più o meno gli stessi giocatori e dirigenti della foto precedente con l’aggiunta di un inconfondibile Sisto Marchi con in mano teiera e tazzina da the, (in omaggio agli inglesi inventori del calcio?). (Archivio V. Marchi)

Ma torniamo al Nuovo Foro Boario, filo conduttore di questa ricostruzione e delle considerazioni che ne sono derivate. Le immagini che ne documentano la realizzazione sono inserite in una pubblicazione ufficiale dell’Amministrazione comunale intitolata: Vergato 1930 – anno VIII dell’era fascista – che illustra, attraverso immagini, le principali attività economiche, industriali, commerciali ed anche gli edifici principali come Comune, Scuola elementare, Asilo Burdese  e quindi anche il Nuovo Foro Boario appena costruito. Le tre immagini illustrano l’aspetto di insieme dell’opera ed i particolari funzionali alle attività che si devono svolgere. Si tratta di una ampia area recintata con due ingressi uno a nord sotto la prima arcata del ponte ed uno a Sud, quello principale, all’altezza dell’attuale via Garibaldi. Sulla destra dietro alla casa del Fascio sorgono imponenti tettoie con pensilina per il ricovero degli animali, tutta l’area risulta divisa da un viale centrale in asse con gli ingressi, in due zone contrassegnate dalla presenza di tre grandi vasche/fontane per consentire l’abbeverata ai bovini che sostano al Foro in attesa delle lunghe contrattazioni.

VN24_Vergato 1930_Mercato Boar-2 (2) copiaFoto 7 – Il Nuovo Foro Boario, da Vergato 1930 – Anno VIII dell’era fascista – Veduta d’insieme dall’ingresso sud sotto la prima arcata del ponte, a sinistra, adiacenti al muro dell’asilo Burdese, le tettoie con pensilina e due vasche – abbeveratoi, al centro il lungo viale che porta all’ingresso Nord, all’altezza dell’attuale Via Garibaldi, sulla destra un secondo piazzale con una grande vasca- fontana. Gli edifici che si vedono dietro, a partire da sx, sono la cassa di Risparmio, la tipografia, la casa dei Minieri e la sottostazione elettrica. (Archivio Gardenghi Amleto)

VN24_Vergato 1930_Mercato Boar-1 (2) copia VN24_Vergato 1930_Mercato Boar-3 (2) copia

Foto 8 – Il particolare delle grandi tettoie con pensilina per accogliere i bovini.

Foto 9 – Particolare della grande fontana – abbeveratoio.

A queste immagini che potremmo definire di repertorio è interessante affiancare altre due immagini “private” che ci mostrano altri particolari interessanti:

Foro Boario_Scan-150518-0001 (2) copiaFoto 10 – Seduti sul bordo della grande vasca di destra tre amici vergatesi. Se ne riconoscono due: a destra Geppe Lenzi che per anni assieme alla moglie Marcella e alla sorella ha gestito la trattoria Olga, a sinistra Nanni Ivo più noto come “Nani e dla lus”.

Notare alle loro spalle la scritta a caratteri cubitali che campeggia sull’ingresso sud: MERCATO BOARIO. (Archivio Lenzi Ugo)

Foro Boario_Scan-150518-0002 (2) copiaFoto 11 – Ai tre amici attorno alla vasca più grande si aggiunge un bambino vestito da balilla. Le due case sullo sfondo sono la tipografia Lanzarini e l’edificio della famiglia Minieri adibito attualmente a cinema in Via Garibaldi. (Archivio Lenzi Ugo)

Nel dopoguerra, essendo profondamente mutate le condizioni socio-economiche, non vi è più l’esigenza di un foro Boario inteso come struttura permanente e l’area ritorna ad essere il campo di calcio, dapprima per la società Aurora della Parrocchia poi della Boys ed infine della Vergatese  Calcio. Le fontane e le tettoie vengono demolite, gli alberi tagliati e spiantati, vengono costruite le porte in legno con le reti e per spogliatoio viene utilizzato un residuo bellico, una baracca in ferro ondulato del tipo di quelle che vi erano lungo l’adiacente via nota ai Vergatesi come “Via baciami subito”. In effetti il mercato dei bovini continuerà a svolgersi per qualche tempo nella spianata del campo di calcio convivendo senza particolari problemi con le attività calcistiche, per spostarsi poi nella piana dopo la fabbrica Maccaferri dove esistevano muri in cemento e strutture, realizzati nel periodo fra le due guerre per un deposito combustibili mai utilizzato, che si prestavano allo scopo, per scomparire infine del tutto essendone venuta meno l’esigenza.

Foro Boario_Scan-150926-0002 (2) copiaFoto 12 – Siamo nel 1949, la Società Aurora promossa dalla Parrocchia (a ciò si deve la presenza di un giovane ed inatteso Riccardino Marchi), muove i primi passi sul nuovo campo di calcio attingendo alle giovani promesse del paese: Romano, Romolo, Giancarlino, Pigreina, Matar, Moschettone, Gianni il macellaio, Cuti, Arrigo con una folta capigliatura, Luciano della Nella, Luigi Colliva, accompagnati dai veterani Scandellari Umberto, Valisi Aldo, Lenzi Guido, Calzolari Giannino, Carboni Sauro, Carloni Gabriele e Negri Pierino. In prima fila il piccolo Ugo Lenzi di tre anni, proprietario della foto.

Foro Boario_Scan-150928-0001 (2) copiaFoto 13 – Due anni dopo (1951) le giovani promesse del calcio vergatese sono cresciute e sono cambiati gli accompagnatori. Si tratta di una nuova società la “Boys”con Presidente Peppe Pala (a sinistra con gli occhiali) e tesoriere Walter Casalini(al centro a fianco di Duilio Mascagni, alias Pipli, e davanti a Tonino Gentilini); procedendo verso sinistra si riconoscono Gino Diamanti, Marino Carboni, Ernesto Pani; al centro inginocchiato fra Romano e Sgarlingi, sotto le corna fatte da Romolo, un giovane sudamericano appena arrivato dal Borgotaro di cui non si conosce l’identità.

Quello che succede dopo, la nuova chiesa, le case, il ponte che attraversa il Vergatello al posto dello storico guado e delle passerelle in legno o ferro, la demolizione del macello comunale, il primo grande edificio al di là del torrente di Osvaldo Nannetti, il campo di calcio che si sposta, seguendo il mercato boario, nella piana dopo Maccaferri, è storia recente che tutti conoscono. Resta il fatto che una grande parte del greto originario del Torrente Vergatello è stato nel tempo sacrificato allo sviluppo del paese restringendone l’alveo fino ad obbligarlo a passare sotto una sola arcata, per poi superarlo ed espandere il paese verso sud. E per fortuna che un discutibilissimo progetto di tombamento del Vergatello nel tratto in questione fra i due ponti, presentato negli anni 80, per realizzarvi sopra un parcheggio per le auto e forse anche delle nuove costruzioni, non ebbe le necessarie autorizzazioni idrauliche da parte della Regione e fu quindi accantonato, altrimenti avremmo avuto anche noi vergatesi, come gli sfortunati genovesi, il nostro Bisagno.

Vergato 3 ottobre 2015                                  Enrico Carboni