Lo stemma del Comune di Vergato – Cinghiale, maiale, porco o porchetta?

VN24_Vergato-Stemma2015/03/11, Vergato – … tu sei la capitale con simbolo il cinghiale…(canzone, Viva Vargà di Natalini).

Sollecitati da un lettore interessato alla storia dello stemma del Comune di Vergato, ma che non aveva trovato nessuna notizia sul sito del Comune stesso, abbiamo effettuato una breve ricerca sui libri pubblicati. La più completa e documentata fonte di informazione sembra essere questa.

Da: Paolo Guidotti Gli stemmi del Palazzo dei Capitani della Montagna a Vergato, una memoria visiva di secoli di storia dell’alto bolognese (restauro: 1992 – 1994). Meglio conosciuto come Il Libro degli Stemmi.

Tra i numerosi stemmi dei sec, IV-VI visibili sulla facciata del Municipio si notano una lapide con la quale i comuni della montagna affermavano di aver acquistato il palazzo ad uso dei Capitani e lo stemma dei Capitani della Montagna (raffigurante un cinghiale cinto da due rami di quercia legati da un nastro e guazzante in una palude), che fu assunto e mantenuto fino ad oggi come stemma del Comune.

ogni altro stemma implicitamente proclama e cioèFig. 18. Stemma del Comune di Vergato approvato dalla Commissione Araldica nel 1851, su relazione storica di Luigi Ruggeri.

Lo stemma del Comune di Vergato scolpito nel 1849 e quello dipìnto nel 1851 in funzione patriottico-papalina antiaustriaca

Chiudiamo queste annotazioni istoriche ricordando un’altra lapide in macigno con lo stemma del Comune (di Vergato) che ancora non ha trovato una sua collocazione perché rimane negletta sul pavimento, appoggiata al muro d’ingresso del Palazzo.
Eppure questo stemma non è stato mal lavorato, anzi mi sembra ben scolpito nel porco emblematico e nella corona di foglie che lo cerchia e per di più ricorda il Priore cioè il Sindaco che lo fece scolpire, Giovanni D. Bettini. L’epigrafe dello stemma recita precisamente: «Eretto [lo stemma?] nell’anno 1849 essendo priore Gio.D. Bettini».
A giocare di fantasia, ma forse non troppo, lo stemma fu fatto scolpire nel 1849 (l’ultima cifra del millesimo è di faticosa, incerta lettura) dal Priore del tempo in anni nei quali, per ragioni politiche, si voleva ribadire anche con quegli antichi stemmi l’antica sovranità contro varie cupidigie espansionistiche austriache e, se questo è vero, non è documento da tenere negletto.

150310_Vergato_Cassa rurale-009 copiaPer associazione di idee si rileva che il Comune (la “Magistratura Comunale”) usò dal 1815 al 1855 il sigillo (d’ottone) con l’emblema delle Chiavi e del Triregno.
L’ipotesi patriottico-papalina conservatrice dello statu quo e quindi antirisorgimentale ma, nello stesso tempo, antiaustriaca sopra prospettata non sembra poi tanto peregrina se, poco dopo, nel giugno 1851, il cardinale Bedini, Commissario Straordinario Pontificio delle Quattro Legazioni, esautorato nel pieno esercizio di governo dal comandante delle-truppe austriache che occupavano, dopo la prima guerra d’indipendenza, le Legazioni e la facevano da padroni, prese una iniziativa araldica, apparentemente strana, per la quale ogni Comune doveva avere e presentare un suo proprio stemma.
Tali stemmi sarebbero serviti, tra l’altro, per adornare gli archi trionfali che si sarebbero innalzati nei centri urbani delle strade che presumibilmente avrebbe fatto il papa Pio IX, sollecitato a visitare le terre delle Legazioni sotto la sovranità pontificia. Dovevano, insomma, questi stemmi, e questo viaggio, ricordare agli Austriaci che, se occupavano l’Emilia Romagna, questa non era casa loro. Il viaggio, come è noto, non fu fatto che nel 1857.
Lo stemma di Vergato, presentato alla Commissione Araldica con relazione storica di Luigi Ruggeri 8 autenticata col sigillo della Magistratura Comunale di Vergato che raffigurava le chiavi decussate sotto il triregno, è così descritta da Giuseppe Plessi:
   «Scudo semplice./ Campo: ciclo al naturale./ Emblemi: un cinghiale nero, cinto da una treccia di spighe d’oro, guazzante in una palude, sullo sfondo di una montagna sormontata da un castello, tutto al naturale, con due rami di quercia verdi, fruttiferi al naturale, decussati e legati in punta da un nastro rosso e convergenti in capo»
E tale rimase nelle vicende politiche successive (fig. 18).
A richiesta della Consulta Araldica, la Commissione con nota 3109 (del 1932) informava che questa Arma era conforme a quella già riconosciuta dal passato Governo Pontificio.
Storicamente, e in breve, questo stemma del Comune di Vergato è in origine lo stemma dei Comuni del Capitanato di Casio («Arma de li comuni de la montagna de caxi», recita l’epigrafe sottostante l’arma scolpita in macigno) e tale rimane quando la sede viene trasferita a Vergato.

150310_Vergato_Cassa rurale-010 copiaL’ipotesi patriottico papalina dell’iniziativa sopra riferita del Commissario per le Quattro Legazioni, monsignor Gaetano Redini, è indirettamente confermata da una acerba satira di un patriota risorgimentale contro la Commissione Araldica che, per aver iscritto pochi mesi dopo, nel libro d’oro di Bologna il Bedini, viene marchiata col «marchio d’infando disonor».
Ma, ritornando agli stemmi, lo strano è che il Comune di Casio e Casola (allora era così chiamato il Comune di Castel di Casio), tramite il Governatore di Porretta (Sottoprefettura di Vergato, nota 641 di prot. del 25 ottobre 1851) indica come proprio lo stesso stemma scolpito a basso rilievo murato sulla parete del Palazzo dei Capitani di Vergato e che il Comune di Vergato alcuni mesi prima (giugno) aveva indicato come suo.
Castel di Casio non rinunciò al “suo” stemma, ma dovette introdurvi alcune varianti: «campo di ciclo, maiale [o cinghiale?] rivolto a destra di chi guarda, in atto di camminare sopra una campagna erbosa alle falde di un monte cimato da un castello».

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Gonfalone di Vergato

A proposito dell’animale dell’arma del Capitanato, poi del Comune di Vergato, voglio ricordare che l’illustre vergatese Antonio Bacchetti lo vide come porchetta: «l’arme della porchetta»: rileviamo questa inezia per invitare a non essere troppo intransigenti nel difendere l’una piuttosto che un’altra lettura (BCA, Assunteria di Governo. Notizie attinenti alle comunità, X lib. 22, T. I).

da Paolo Guidotti Gli stemmi del Palazzo dei Capitani della Montagna a Vergato, una memoria visiva di secoli di storia dell’alto bolognese (restauro: 1992 – 1994).

 

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