Ricordi in bianco e nero – 01 – Presentazione, prefazione, introduzione

VN24_160127_RICORDI IN BIANCO E NERO_0022016/01/23, Vergato – I libri su Vergato, storie, vicende, tradizioni, memorie e immagini. I libri che hanno raccolto tutto questo prima dell’arrivo del web, a sfogliare queste pagine ritrovi la “connessione” con il passato, l’emozione ti coglie, cerchi le cose e le persone, emozioni che le pagine digitali non ti trasmettono, se chiedi quando verranno ristampati la risposta non c’è al massimo un sorriso e via… allora la ricerca sulle bancarelle dei mercatini dell’usato o un prestito, ma… poi me lo ridai!

Mirella Teglia ha conservato questa copia, non rimane che la pubblicazione digitale in 20 puntate, una ogni settimana;

Amministrazione Comunale di Vergato, ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE VERGATO,  Amministrazione Provinciale di Bologna, Comunità Montana dell’Appennino Bolognese, Cassa di Risparmio di Vergato

RICORDI IN BIANCO E NERO
IMMAGINI E TESTIMONIANZE DEL NOSTRO PASSATO RACCOLTE DALLA 1 * B
Anno scolastico 1984 -1985

VN24_160127_RICORDI IN BIANCO E NERO_003INDICE
Luigi Arbizzani – PRESENTAZIONE
Marco Idili – PREFAZIONE
Mila Berlini – INTRODUZIONE
GRUPPI DI LAVORO E LOCALITÀ’ D’INDAGINE

Indice;

PARTE I : IMMAGINI
La famiglia………………………..
Il lavoro contadino…………..
Miseria ed emigrazione . . .
Altri lavori………………………..
La condizione della donna . .
I bambini e la scuola…………..
Le feste …………………………..
I divertimenti…………………….
I mezzi di trasporto……………
II matrimonio…………………….
Vergato d’altri tempi ….
I dintorni………………
L’abbigliamento………………….
Le pose ………………………………
PARTE II: TESTIMONIANZE
Preghiere domestiche . . . .
Filastrocche…………………….
Proverbi …………………………..
Canzoni…………………………….
Favole……………………………….

E S P E R I E N Z A D A  E S T E N D E R E
VN24_160127_RICORDI IN BIANCO E NERO_004Le interessanti e belle 208 immagini che sono raccolte in queste pagine ci fanno vedere contorni ambientali, perimetri di cose, fattezze di manufatti e figure umane, come non lo potranno mai uno scritto o un racconto orale, né una serie di tali documenti.
Sono, quindi, molto importanti, anche se sappiamo: primo, che le fotografie costituiscono degli attimi fuggenti negli spazi di un giorno, di anni e di decenni; secondo, che le fotografie sono l’involucro esterno di un contenuto interno, non visibile, costituito da rapporti fra gli uomini, da fatica e intelligenza, da problemi sociali e famigliari, da ideali politici, civili e culturali. Suggeriscono, però, nella scansione del tempo e con efficacia descrittiva, considerazioni, appunti e spunti, sulle motivazioni che le hanno generate, sulle documentazioni che offrono, sulle realtà che stanno di dietro o che nascondono, come ben dimostrano le ipotesi, i suggerimenti (anche minutissimi) di lettura, le proiezioni verso questioni più ampie del cartoncino in bianco e nero, che i giovani ricercatori della Prima B/ITC, e la loro professoressa, hanno apposto a lato di ogni immagine.
Raccolte come queste sono da moltiplicarsi, là dove non se ne sono mai fatte e anche dove se ne sono già realizzate.
Dalla seconda metà dell’Ottocento (in relazione all’unificazione politica, all’estendersi del mercato nazionale e dell’amministrazione pubblica in Italia) la vita locale – dentro a quella statuale — ha assunto una vivacità e varietà come mai avevano visto i tempi precedenti. Questo in tutti i campi: del lavoro, della scuola, dei trasporti (dal cavallo, alla ferrovia, all’automobile), del costume, della partecipazione popolare (1860: votanti 2% della popolazione; 1882: votanti 6 % ; 1913: suffragio universale; 1939: abrogazione dei ludi cartacei,!, della tecnica, della produzione, ecc.
Ogni attimo fuggente di quel mondo fissato in immagini è e sarà, perciò, di una grande ricchezza informativa e problematica. (Noto, tra parentesi, che, anche in questa raccolta, le istantanee sono le rappresentazioni più vere, quelle che, qui, mettono più in luce la montagna – la quale scompare nelle foto posate sia in studio che all’aperto — e i caratteri distintivi della sua gente e del suo operare). L’esigenza di tante raccolte di tal genere è suggerita dalla specificità di ogni luogo e della sua storia irripetibile.
Vergato e le borgate contermini di Villa d’Aiano, di Montacuto Ragazza, di Suviana, di Marano, di Vidiciatico, di Querciola danno immagini e (davanti e dietro di esse) contenuti economici sociali e culturali diversi da ogni altro luogo. Basterebbe vedere, a confronto con questa, la raccolta di immagini relative ad un comune di pianura, il mio paese natio, raccolta alla quale collaborarono tanti miei compaesani, Uomini, lotte e altre cose. Immagini e documenti per una storia di San Giorgio di Piano, Bologna, Consorzio Provinciale per la Pubblica Lettura, 1974. Basterebbe confrontare queste due
I
raccolte con tante altre analoghe pubblicate, fortunatamente, in tempi recenti.
Questo è tanto più necessario, per il periodo che precede la seconda guerra mondiale, poiché dal 1940 è cominciata la distruzione del mondo precedente e la sostituzione o la costruzione di un mondo diverso; prima, per le distruzioni fisiche della guerra che ha violentato tutta l’Italia dalla Sicilia al Nord; poi, per le autentiche innovazioni portate dagli angloamericani con i loro grandi mezzi tecnici, le loro più sofisticate attrezzature, i loro usi e costumi; infine per la ricostruzione con le sue innovazioni buone e cattive. Proprio a tal proposito ricordo le illustrazioni illuminanti sugli aspetti architettonici ed urbanistici di Vergato relative a prima della guerra, a dopo i bombardamenti aerei subiti, al rifacimento post-bellico, presentate nella Mostra fotografica per una ricerca storica su Vergato, allestita dalla biblioteca locale dal 16 gennaio al 13 febbraio 1977.
Credo che, allo scopo degli auspicati reperimenti, sia validissimo un impegno di insegnanti e scolaresche. Gli scolari, infatti, possono mettere a disposizione l’entusiasmo pionieristico di esploratori che è loro proprio, la intensità della insistenza nella ricerca, la capillarità dell’indagine stante la loro presenza diffusa sul territorio, e la cura delle analisi (con l’intervento degli insegnanti), della lettura, dell’ordinamento dei reperti e infine della loro storicizzazione.
Le scolaresche in tal modo possono apprendere una storia più vera, meno favolosa e incerta della storia incontrollata (anche se di casa nostra) che non abbia supporti sensibili di luoghi, di cose e, soprattutto, di uomini umani e semplici. «,
Le preghiere, le filastrocche, i proverbi, le canzoni e le favole che sono qui unite alle immagini fanno da loro immediato allargamento tematico e documentale, proprio nel senso che si è succintamente detto poiché — come leggiamo a commento dei testi delle tre fiabe – “riportano figure e situazioni strettamente legate ai nostri luoghi e al nostro passato: la vita contadina, la miseria, la fame, la religiosità, il mercato….
Luigi Arbizzani

II

PREFAZIONE
VN24_160127_RICORDI IN BIANCO E NERO_005Da molti anni un lungo dibattito investe la riforma della scuola secondaria superiore ed in esso si~ delincano alc’uni criteri che forniscono elementi di innovazione, ma non fanno cadere il senso di incertezza che rende urgente la ricerca di soluzioni più precise. In questo momento di rapida trasformazione sociale la scuola deve attendere a consolidarsi inglobando nei suoi programmi e nelle sue finalità le nuove istanze e organizzando la sua attività, poiché necessita di una riforma tempestiva ma consapevole.
Fra le sollecitazioni culturali non ultima è quella di conoscere la società in cui inserirsi per vivere, perchè a scuola si impari a “leggere” la realtà sociale in ogni forma e caratteristica. Si tratta di fornire al discendente gli strumenti necessari per accompagnarlo in un itinerario di progressiva riflessione e valutazione anche del passato.
La ricerca dell’ambiente, in questo senso, non può limitarsi ad essere “informativa” ma piuttosto “formativa” rispetto ad una capacità di critica, autocritica, problematizzazione,, anche in vista di scelte che solo in seguito potranno chiaramente evidenziarsi.
Uno strumento essenziale, se correttamente usato, è, a questo proposito, il confronto interculturale, inteso non come itinerario per giungere ad un relativismo insignificante, ma alla messa in luce dei modi in cui i diversi gruppi umani modificano ambienti diversi e ne sono modificati, producendo cultura.
Una rivisitazione della storia di un territorio particolare come quello dell’Appennino Bolognese può validamente concretizzarsi attraverso una rassegna fotografica. E’ quanto hanno realizzato a Vergato, sotto la guida competente ed appassionata della Professoressa Mila Benini, gli alunni della I/B con l’aiuto di molti compagni della II/B dell’Istituto Tecnico Commerciale che hanno raccolto vecchie fotografie di un periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e il 1940. Le fotografie raccolte, quelle che accompagnano la linea del tempo riferita al territorio, hanno motivato i giovani ad invitare genitori, nonni e conoscenti a consegnarci, anche solo per pochi giorni, le poche immagini che riguardano la loro vita. Attraverso esse hanno cominciato ad analizzare il linguaggio fotografico a livello globale e a ricavare le informazioni che potevano loro offrire pervenendo a considerazioni che si potevano sviluppare con l’occhio vigile di chi sa far parlare le immagini e stabilire con esse un colloquio ideale lungo le diagonali dello spazio e del tempo, cioè di trasmissione della cultura da una generazione all’altra.
III
L’adolescente avverte in pieno che il diventare veramente “uomo” non può esaurirsi nel seguire le orme altrui, ma è certamente anche pronto a capire che la sua strada non può ridursi ad essere un sentiero perduto, se non si innesta su alcun tragitto di generazioni precedenti. E’ proprio il possesso della cultura, invece, che consente alle diverse vie personali di contribuire alla costruzione della “strada comune”, assicurando nello stesso tempo la realizzazione di sè, l’apertura verso gli altri e l’azione efficace della storia.
PROF. MARCO IDILI
PRESIDE DELL’ISTITUTO TECN. COMM.LE

I N T R O D U Z I O N E
VN24_160127_RICORDI IN BIANCO E NERO_006Questo lavoro, iniziato ai primi di dicembre, ha impegnato per circa quattro mesi una classe di venticinque alunni: la 1/B, con l’aiuto e la collaborazione di molti compagni della 2/B.
Il pretesto iniziale della ricerca é venuto dalla curiosità degli studenti stessi che, partendo da una lezione sui linguaggi hanno pensato di utilizzare delle vecchie immagini fotografiche per riscoprire e conoscere la vita dei paesi dell’Appennino Bolognese fra la fine dell’Ottocento c il 1940.
Pertando la ricerca si compone di una parte geografica con immagini lette e commentate dagli alunni ed una parte di testi popolari che raccoglie varie espressioni della cultura orale dei nostri paesi nel primo Novecento.
Volutamente è stato scelto come limite cronologico dell’indagine il 1940, nella consapevolezza che gli anni della seconda guerra mondiale avrebbero presentato problemi così vasti~e complessi da meritare una ricerca autonoma.
Inoltre si è sentito il desiderio di recuperare almeno in parte proprio quei ricordi e quelle immagini che sono sopravvissute allo sconvolgimento della guerra, così distruttiva per i paesi dell’Appennino Bolognese.
Il lavoro è nato con finalità puramente didattiche; solo alla conclusione è maturata l’idea del libro, per evitare la dispersione di un materiale fotografico e documentario che risultava estremamente vario ed interessante.
Del resto l’idea di una ricerca fotografica di per sè non costituisce una novità; la novità consiste solo nel fatto che essa è nata sui banchi di una scuola, fra ragazzi di quindici anni, provenienti da località diverse che hanno messo in comune le loro esperienze e le loro curiosità.
La ricerca ha richiesto una lunga fase preparatoria, tesa a definirne gli obiettivi e i limiti, ed ha coinvolto non solo gli studenti direttamente interessati ma anche altre persone, dentro e fuori la scuola.
V
Il lavoro vero e proprio si è articolato in due fasi: prima una fase di ricerca prevalentemente individuale, dedicata alla raccolta di materiale fotografico e documentario e delle notizie ad esso pertinenti; poi una fase di lavoro di gruppo, durante la quale gli studenti hanno suddiviso le foto, raccogliendole intorno ad alcuni temi fondamentali e collettivamente le hanno “lette” e commentate. Analogo trattamento è stato riservato ai testi popolari, il cui commento è il risultato di un impegno collettivo. Va precisato che i gruppi di lavoro non erano fissi, ma potevano intercambiarsi e variare sulla base degli interessi dimostrati di volta in volta dagli alunni. La ricerca è risultata feconda e produttiva per diverse ragioni. Innanzi tutto ha consentito agli studenti un approccio diretto ed inconsueto con il linguaggio deH’immagine che tanta parte ha nella vita e nella cultura dei nostri giorni.
Ma soprattutto la ricerca ha spinto i ragazzi a riflettere sul passato dei loro paesi attraverso un recupero della memoria storica e delle proprie radici ancestrali: e questo pare rappresenti la più valida difesa contro quella crisi di identità che costituisce il dramma profondo delle giovani generazioni.
Per i ragazzi è importante conoscere il passato, non solo quello antico, scritto sui libri,ma anche quello più recente, umile e quotidiano che talvolta passa inosservato: le gioie e i dolori delle generazioni che ci hanno preceduto e giorno dopo giorno hanno lottato per contribuire a costruirci un mondo più vivibile.
L’INSEGNANTE COORDINATRICE MILA BENINI

GRUPPI DI RICERCA E LOCALITÀ’ D’INDAGINE
1) Gruppo di Vergato – Villa d’Aiano
Cristina Marchi, Luana Pedrini, Monica Parazza, Stefano Ricci
2) Gruppo di Grizzana – Montacuto Ragazza
Maurizio Masotti, Beatrice Possenti, Daniela Vecchi
3) Gruppo di Rida – Suviana
Giuseppe Bacchetti, Ombretta Tovoli, Angela Paltretti
4) Gruppo di Mararìo – Porretta
Graziano Balestri, Annalisa Dozzi, Sabrina Bertacci, Alessia Modesti
5) Gruppo di Lizzano
Fiammetta Mazza, Leyla Tornasi, Lorenzo Masotti, Nadia Marchioni
6) Gruppo di Lizzano – Vidiciatico
Catia Caselli, Maria Teresa Pedretti, Daniela Bernardini, Cinzia Carpani
7) Gruppo di Querciola – Gaggio Montano
Luca Beneventi, Angela Bonacorsi, Andrea Pelle

A questo gruppo rivolgiamo un’appello, chi avesse possibilità di recuperare le immagini originali pubblicate nel libro, le dovrebbe spedire a info@vergatonews24.it e verranno pubblicate nella stesso capitolo dell’originale. Grazie.